Abbiamo già raccontato la storia di Flavio Caldarone e della sua "guerra infinita": prima in Africa Settentrionale (gennaio 1941), poi in Albania (settembre 1941), quindi in Francia (novembre 1942). Catturato dopo le vicende dell'8 settembre 1943, viene liberato dagli Alleati l'8 ottobre 1944 e torna in Italia, ancora nell'esercito (il suo foglio matricolare riporta varie tappe, fino al congedo del 1946).
Una bella foto di Flavio Caldarone |
Dal foglio matricolare di Flavio Caldarone; Archivio di Stato di Salerno |
Anche se dedicato all'analisi della cattura degli internati militari in altri contesti geografici, il prezioso lavoro di Maria Teresa Giusti (Gli internati militari italiani: dai Balcani, in Germania e nell'Urss. 1943-1945) ci fornisce delle cifre interessanti:
In totale dopo l'8 settembre 1943 i tedeschi disarmarono, su 2.000.000 di effettivi, 1.007.000 italiani. Di questi, 197 mila circa riuscirono a sfuggire alla deportazione dandosi alla fuga; dei rimanenti [...], 197.000 aderirono alla collaborazione con i tedeschi nel periodo tra la cattura e la primavera del 1944. [...] Le reazioni delle 35 divisioni dislocate all’estero e delle 24 in Italia furono diverse: in Italia centrale e settentrionale consegnarono le armi 416 mila militari, a Roma e nel sud 102 mila, nella Francia meridionale circa 59 mila. [p.35]
Quanti hanno scelto di collaborare con i tedeschi (e con la Repubblica di Salò)?
I “fedeli all’alleanza” o i “recuperati immediatamente all’alleanza”, cioè subito dopo l’8 settembre, come li aveva definiti il comando supremo della Wehrmacht, erano circa 94.000 italiani appartenenti a tutte le forze armate. Divisi per aree geografiche, dei 94.000 che aderirono immediatamente, 13.000 circa erano sul territorio nazionale, 32.000 in Francia e 49.000 nei Balcani. Di questi approssimativamente 20.000 appartenevano alla milizia volontaria fascista; i rimanenti alle forze armate regolari [pp.72-73]
Dunque, dei 59 mila soldati italiani catturati dai tedeschi in Francia, collaborano in 32mila: oltre la metà. Tra questi, non c'è Flavio Caldarone, che resta in Francia come internato e viene liberato nell'ottobre 1944.
La liberazione della Francia
Cerchiamo di ricostruire il contesto nel quale è avvenuta la liberazione di Flavio.
Dopo lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, Parigi è liberata il 25 agosto.
Rimangono nella storia le parole del generale De Gaulle:
Parigi! Parigi oltraggiata! Parigi spezzata, Parigi martirizzata, ma Parigi libera! Libera da sola, liberata dal suo popolo con la collaborazione degli eserciti di Francia e il supporto e la cooperazione dell'intera nazione, di una Francia che combatte, dell'unica Francia, della vera Francia, della Francia eterna.
Dopo Parigi, gli Alleati si concentrano sulla liberazione del resto della Francia e avanzano verso il Reno, barriera naturale verso la Germania. I tedeschi, in ritirata, si difendono tenacemente. Solo tra la fine del 1944 e l'inizio del 1945 la Francia può dirsi liberata. Il comandante delle forze Alleate, Eisenhower, scriverà: "Senza i partigiani francesi la liberazione della Francia e la disfatta del nemico in Europa occidentale si sarebbero protratte molto più a lungo e ci sarebbero costate maggiori perdite".
Un'ipotesi
Non sappiamo quale sia stato il campo di prigionia di Flavio.
Proviamo comunque a fare un'ipotesi: lo Stalag XII, che ha avuto diverse dislocazioni; dall'ottobre 1943 al novembre 1944 lo troviamo nella città francese di Forbach, al confine con la Germania (oggi nella regione del Grand Est, che ha come capoluogo Strasburgo).
E' un'ipotesi ancora da verificare, ma ci sembra plausibile perché all'epoca la città di confine è di fatto annessa alla Germania (e in effetti il foglio matricolare di Flavio non parla esplicitamente di Francia).
Per la foto, un sentito ringraziamento al nipote Antonio Caldarone.
Approfondimenti
👉La guerra infinita: la storia di Flavio, liberato in Francia
Per le vicende della liberazione della Francia: Sulle macerie del nazismo: la liberazione di Parigi, Storica, National Geographic
Maria Teresa Giusti, Gli internati militari italiani: dai Balcani, in Germania e nell'Urss. 1943-1945
G.V.