08 giugno 2024

GUARESCHI CELEBRA LA FESTA DELLO STATUTO NEL LAGER

Due giorni prima dello sbarco in Normandia, domenica 4 giugno 1944, anche gli internati militari italiani celebrano la festa dello Statuto. 

Nel campo di Sandbostel c'è un internato militare d'eccezione, citato in questo breve ricordo scritto da Giovanni Milanese nel suo diario:

Il Ten. Guareschi ed il cap. Salvadori hanno commemorato con molta passione l'anniversario dello Statuto.

La bandiera sventola nel Lager, Fondo Vittorio Vialli; fonte

Non conosciamo il testo della commemorazione, ma conosciamo bene uno dei due autori: il tenente è Giovannino Guareschi, il noto scrittore che nel suo "Diario clandestino" dedicherà molte pagine alla vita in questo campo.

La festa dello Statuto si celebrava la prima domenica di giugno e non era stata abolita dal fascismo, che pure aveva "annichilito" lo Statuto, come scrive il Dizionario di Storia dell'Istituto Treccani:

Negli anni dell'edificazione del regime fascista, l'organizzazione dei poteri dello Stato e la fisionomia degli organi costituzionali stabilite dallo Statuto albertino subirono una trasformazione radicale di segno autoritario e antiparlamentare. [...] Questo svuotamento del significato normativo dello Statuto albertino palesa l'intrinseca fragilità di una costituzione sprovvista di garanzie: la mancata statuizione di un procedimento speciale di revisione costituzionale e di un organo di controllo giurisdizionale della costituzionalità delle leggi consentì al potere politico di legiferare in piena e assoluta discrezionalità.

Ci siamo occupati più volte di Giovanni Guareschi.

Di lui, ad esempio, abbiamo riportato queste significative parole, un vero e proprio manifesto all' "altra Resistenza" costituita dagli IMI:

Io non mi considero prigioniero, io mi considero combattente...sono un combattente senz'armi, e senz'armi combatto. La battaglia è dura perché il pensiero dei miei lontani e indifesi, la fame, il freddo, la tubercolosi, la sporcizia, le pulci, i pidocchi, i disagi che non sono meno micidiali delle palle di schioppo...Io servo la patria facendo la guardia alla mia dignità di italiano. 

G.V.