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20 agosto 2024

LA MEMORIA È UNA COLONNA SPEZZATA -Il monumento ai caduti di Santomenna

Santomenna mi ricorda un bel giorno della mia infanzia, il mio quarto d'ora di celebrità calcistica locale -molto locale e senza alcun seguito, per la verità- in un giorno delle vacanze natalizie, pochi anni dopo il terremoto del 1980; assistman d'eccezione, il giovane parroco.

Mi ricorda anche l'inauguazione della bellissima e struggente mostra Fate presto! a cura di Mimmo Jodice; era il 2000 e mi sembrava un segno di rinascita, ospitata nella chiesa madre ancora non restituita al culto. 

C'ero anche il giorno della riapertura della chiesa e ricordo un'atmosfera di grande emozione. Il sindaco di allora mi regalò delle cartoline che negli anni Ottanta l'amministrazione aveva stampato per lanciare un messaggio agli emigrati: Ritornate, ricostruiamo Santomenna. Cito a memoria, ho sempre un po' di timore nell'aprire i cassetti del passato. Ricordo il finale di un mio articolo scritto in quella occasione: qui hanno voglia di lottare, di certo venderanno cara la pelle.

Emozioni oggi non ne attendo, anche perché sono qui solo per il monumento e mi accorgo che, provenendo da Castelnuovo di Conza, praticamente non devo fare svolte, non mi imbatterò per caso in qualche dettaglio capace di portarmi lontano. Al massimo, lungo la strada noto qualche targa tedesca o francese, come è normale da queste parti nei giorni di Ferragosto: il mito di generazioni di emigranti, ma non so quanto sia ancora attuale. 

Non conosco il paese o almeno non ricordo più nulla. Lo vedrò un'altra volta, mi dico; oggi è la giornata che voglio dedicare ai monumenti ai caduti dell'Alto Sele: ho visto quello di Castelnuovo, poi voglio superare il fiume e visitare quelli di Calabritto e di Caposele.

Il monumemto mi appare appena supero il municipio. 

Piccolo, in un angolo appartato, in questo sabato d'agosto. 

Una colonna spezzata in un'aiuola recintata.

Così lo descrive il Catalogo generale dei beni culturali:  

Monumento  costituito da una base gradinata sulla quale è sovrapposto un basamento che, sul prospetto principale, presenta l'elenco dei caduti della Seconda guerra mondiale e, sul lato destro, l'iscrizione commemorativa che ricorda i caduti della Grande Guerra. Sul basamento poggia una colonna spezzata. 

È forte il simbolo di una colonna spezzata. Dice con icastica evidenza il dramma della guerra, che spezza le giovani colonne di una comunità. L'anima del soldato vola via dalle membra- dicono gli eterni versi omerici- rimpiangendo il proprio destino, lasciando la forza e la giovinezza. Su quella colonna non sarà costruita una famiglia, non poggerà un progetto che guarda al futuro. Restano il sangue, il nome, l'orgoglio e l'esempio, come ricordano le solenni parole incise a lettere capitali alla base del monumento:

ALLA PATRIA IL SANGUE
ALLA STORIA IL NOME
AI CONTEMPORANEI L'ORGOGLIO
AI POSTERI L'ESEMPIO  

SANTOMENNA  
EVOCA E CELEBRA
I SUOI FIGLI
EROI E MARTIRI 
CADUTI 
NELLA GUERRA REDENTRICE
E VINDICE
DI LIBERTÀ E DI GIUSTIZIA 
NEL MONDO  
XI NOVEMBRE MCMXIX
Alcune osservazioni sui nomi.
Sono incisi su due lati.
Il primo elenco è il seguente:

Troviamo subito due nomi che richiedono un po' di attenzione.
Il sottotenente Rendina Donato, infatti, non risulta tra i caduti nati a Santomenna. Possiamo ipotizzare che sia il soldato nato a Muro Lucano nel 1885, arruolatosi nel Distretto Militare di Potenza e morto nel 1916 che troviamo nell'Albo. Il suo nome nel monumento di Santomenna ci fa immaginare un matrimonio qui o comunque un cambio di residenza.
Possiamo formulare la stessa ipotesi per il sergente Cianci Gerardo, il cui nome è nel monumento ma non nell'Albo d'Oro tra i nati a Santomenna: pensiamo sia il soldato che risulta nato a Sant'Andrea di Conza nel 1895, arruolatosi nel Distretto Militare di Avellino e morto nel 1917.

Ecco la seconda parte dell'elenco, con tredici nomi:

Due osservazioni preliminari: i nomi non sono in ordine alfabetico e non è chiaro il motivo della diversa intensità del colore dei caratteri.
Nell'Albo d'Oro dei caduti troviamo  quello che verosimilmente è un errore: Manziani Francesco dovrebbe essere Manziano, come scritto sull'epigrafe e come risulta all'Archivio di Stato (nei fogli matricolari c'è una sola attestazione della variante in -i, a metà Ottocento, ma in un altro comune).
Un dubbio riguarda un caso di omonimia: tra i nomi del monumento troviamo Turi Giuseppe, ma nell'Albo sono due i caduti di Santomenna con questo nome. Giuseppe di Carmine, classe 1885, è morto di malattia a Voghera nel dicembre 1918 (dunque a guerra finita); Giuseppe di Pasquale Emilio, classe 1883, è morto in un ospedaletto da campo per ferite riportate in combattimento, nel 1916. 
In uno dei post della nostra trilogia dedicata ai cento anni del monumento di Laviamo ci siamo occupati del caso di Fasano Francesco, il cui nome è nel monumento di Laviano ma risulta nato a Santomenna (classe 1890, morto in prigionia nel 1918). Anche per lui abbiamo ipotizzato un matrimonio a Laviano.
Ricapitolando, i nomi incisi sul monumento sono 19, nell'Albo d'Oro i caduti nati a Santomenna risultano 25 ma ne conosciamo due che pur non originari di questo comune risultano tra quelli del monumento. 
Inoltre, sappiamo che nel giugno 1919 il sindaco di Santomenna comunicava alla sottoprefettura di Campagna che i caduti in guerra erano 21 (non erano distinti dai dispersi e dai morti a causa di malattie contratte in guerra).
*****
Me ne vado da Santomenna un po' distratto. Penso alle foto da scegliere tra quelle che ho scattato mentre intercettavo frammenti di saluti e conversazioni tra passanti, mi chiedo quale sia il grado di realismo inderogabile nel reportage di un non professionista come me. Forse sceglierò una mia idea del monumento ai caduti e sarà il mio modo di firmare questo lavoro.
Altre foto, di altri autori, è giusto che restino nella storia di questa comunità. Continuo a osservare la sublime semplicità di alcune fotografie scattate a Santomenna negli anni Ottanta da un maestro e mi viene da pensare che la vita cerca di riprendere il suo corso anche mentre si attende il ritorno di un giovane dalla guerra o di una famiglia dall'emigraziome, anche mentre un paese piange le sue colonne spezzate.

Francesco Jovane, Santomenna-Chiesa (negativo)
fonte: Catalogo generale dei beni culturali
Francesco Jovane, Santomemma-Case prefabbricate (negativo)
fonte: Catalogo generale dei beni culturali

Nei prossimi giorni aggiorneremo questo post con l'elenco completo dei caduti di Santomenna e alcune informazioni significative (data di nascita, reparto, data, luogo e causa di morte).

Post scriptum
Popolazione residente al censimento del 1911, l'ultimo prima della Grande Guerra: 1350 (193 in meno rispetto a dieci anni prima e 219 in più rispetto al 1921: un ch
iaro segno del fenomeno migratorio). 
Popolazione residente al 1 gennaio 1924 (sito Istat): 387. 
Vittime del terremoto del 1980: 64.

Approfondimento

Il nostro viaggio tra i monumenti ai caduti nei comuni dell'Alto Sele ha già fatto tappa a Castelnuovo di Conza:

Monumenti ai caduti dell'Alto Sele, 2 continua

G.V.






16 agosto 2024

ALL'OMBRA SOLITARIA DEI MONTI NATIVI- Le storie dei caduti lavianesi

Il 16 agosto 1924 veniva inaugurato il monumento ai caduti in guerra di Laviano, nell'Alta Valle del Sele (provincia di Salerno).

Completando un'ideale trilogia, celebriamo i 100 anni del monumento con questo post dedicato ai caduti della Grande Guerra. 

foto di Anna Borriello

CADUTI IN COMBATTIMENTO E DISPERSI   4

SOLDATO

DATA DI NASCITA

GRADO E REPARTO

DATA DI MORTE

LUOGO DI MORTE

Ciottariello Pasquale
di Alessandro

10-4-1891

18° Fanteria

11-8-1916
 

ignoto

Cucolo Giuseppe
di Luigi

1-1-1895

25° Fanteria

10-10-1917

ignoto

Falivena Lorenzo
di Francesco

23-2-1889

Caporale
136° Fanteria

24-1-1916
 

Isonzo

Fusella Vitantonio       
di Pasquale
22-4-1891

49° Fanteria

12-6-1916

ignoto

Ipotizziamo che Falivena Francesco sia caduto nella battaglia per Oslavia, quartiere di Gorizia. Occupata dagli austro-ungarici dopo l'entrata in guerra dell'Italia, era stata conquistata dall'esercito italiano nella quarta battaglia dell'Isonzo.
Negli stessi giorni, un commilitone di Francesco, il valvese Piramide Giuseppe, risulta disperso proprio a Oslavia.

MORTI PER GAS ASFISSIANTI   3

SOLDATO

DATA DI NASCITA

GRADO E REPARTO

DATA DI MORTE

LUOGO DI MORTE

Buccino Michele
di Vincenzo

5-9-1886

48° Fanteria

30-6-1916
 

Ospedaletto da campo n. 207

Cifrodelli Nicola
di Giuseppe

11-4-1887

48° Fanteria

29-6-1916
 

Monte San Michele

Robertiello Vincenzo
di Antonio

22-7-1886

48° Fanteria

29-6-1916
 

Carso

 
Tra il 29 e il 30 giugno 1916, nel settore del fronte San Michele- San Martino del Carso a causa dell'uso del gas e del contemporaneo attacco nemico morirono 2700 tra ufficiali e soldati e circa 4mila furono gravemente intossicati.

MORTI PER FERITE RIPORTATE IN COMBATTIMENTO  9
SOLDATO

DATA DI NASCITAGRADO E REPARTODATA DI MORTE

 LUOGO DI MORTE

Bagnulo Nicola
di Antonio

5 -12-1887

63° Fanteria

16-7-1915
 

Carso

Coppola Antonio
di Nicola

24-9-1883

Capitano
126° Fanteria

28-11-1915
 

Medio Isonzo

Coppola Vincenzo
di Nicola

7-1-1885

17° Bersaglieri

1-10-1915
 

Isonzo

D’Antona Vincenzo
di Donato

16-2-1890

Caporal Maggiore
1° Genio

9-10-1917
 

Carso

Di Giuseppe Vito
di Pasquale

15-5-1889

136° Fanteria

19-7-1915
 

Monte Sei Busi

Falivena Giuseppe
di Michele

6-10-1888

136° Fanteria

19-7-1915
 

Carso

Freda Beniamino
di Luigi

19-9-1897

70° Fanteria
 

12-11-1915
 

Carso

Grande Pietro
di Antonio

28-6-1894

70° Fanteria

1-7-1916
 

238 Reparto someggiato di Sanità

Lupo Lorenzo
di Pietro

17-4-1895

1295 Compagnia Mitraglieri Fiat

5-11-1918

Ospedale da campo n. 0139


Da notare l'età di Freda Beniamino: muore a diciotto anni e due mesi.

AFFONDAMENTO DI NAVI  2

SOLDATO

DATA DI NASCITA

GRADO E REPARTO

DATA DI MORTE

LUOGO DI MORTE

Del Vecchio Vincenzo
di Nicola

16-6-1892

Caporale
87° Fanteria

29-7-1916

ignoto

Fasano Angelo
di Michele

12-10-1891

14° Fanteria

11-5-1918

Ignoto

Del Vecchio Vincenzo è morto nell'affondamento del piroscafo "Letimbro", colpito da un sommergibile austriaco a 110 miglia di Bengasi, diretto a Siracusa in viaggio postale. Era uno degli 80 militari a bordo.
Fasano Angelo è morto nell'affondamento del piroscafo "Verona", presso Capo Peloro (Messina). Vi furono circa 880 vittime. 

MORTI IN PRIGIONIA  4

SOLDATO

DATA DI NASCITA

GRADO E REPARTO

DATA DI MORTE

LUOGO DI MORTE

Ciottariello Angelo Maria di Vito

13-3-1884

1° Granatieri

17-5-1918
 

 
 
 
Da verificare sui fogli matricolari

Coppola Domenico
di Michelangelo

15-7-1893

Caporal Maggiore
130° Fanteria

17-12-1917
 

Fasano Francesco
di Pasquale

19-9-1890

69° Fanteria

3-6-1918
 

Salerno Giuseppe
di Gaetano

22-8-1897

214° Fanteria

26-2-1918
 

Possiamo ipotizzare che questi soldati siano stati fatti prigionieri dopo Caporetto: furono infatti circa 300mila i soldati italiani catturati dagli austriaci.

MORTI DI MALATTIA  5

SOLDATO

DATA DI NASCITA

GRADO E REPARTO

DATA DI MORTE

LUOGO DI MORTE

Ceriello Vincenzo
di Bartolomeo

2-5-1897

12° Bersaglieri
 

23-1-1917
 

Ospedaletto da campo n. 246

Cifrodelli Michele Arcangelo di Vincenzo

19-12-1891

77° Fanteria

11-3-1917

Alessandria

Megaro Carmine
di Antonio

2-7-1882

Scuola Motoaratrici

5-10-1918
 

Cava dei Tirreni

Nicastro Vincenzo
di Giuseppe

17-3-1895

61° Fanteria

12-3-1916
 

Laviano

Robertiello Vito
di Giuseppe

6-11-1883

14° Fanteria

2-11-1916
 

Ospedaletto da campo n. 211

Approfondimento

Ecco gli altri due post della trilogia dedicata ai 100 anni dall'inaugurazione del monumento di Laviano:

I cento anni del monumento ai caduti di Laviano- Un secolo di memoria

Dalla gleba oscura- I caduti di Laviano

G.V.