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13 settembre 2023

QUANDO I RACCONTI DI ZIO SABINO ENTRAVANO IN CLASSE

Le vicende di Sabino Spiotta mi accompagnano dai banchi delle elementari, quando un suo omonimo nipote era decisamente il più preparato di tutti noi sulla Seconda guerra mondiale e lo citava -a ragione- come una fonte autorevole. 

All'epoca non davo ai racconti degli anziani il peso che darei loro oggi, se fossero ancora qui.

Oggi farei più attenzione, ne sono certo; prenderei appunti, farei domande anche su come corteggiavano le ragazze o sull'origine del loro soprannome (zio Sabino era orgoglioso del suo, mi dice un nipote); farei domande non solo sugli avvenimenti della loro vita ma su come li hanno vissuti.

Ad esempio, se ora ne avessi la possibilità chiederei a zio Sabino di dirmi cosa ha provato il 12 settembre 1943, quando è stato catturato a Giannina, in Grecia, per essere internato il 4 ottobre nel campo di concentramento di Hannover, l'XI B nella fredda nomenclatura tedesca.

Gli chiederei con quale stato d'animo lavorava nella miniera Emilia Schach, a estrarre ferro fino al giorno della liberazione, avvenuta ad opera degli Americani il 10 aprile 1945.

In un documento degli Archivi Arolsen il suo nome,  scritto male, risulta in un elenco di internati che lavorano in un'azienda in Bassa Sassonia, insieme a  prigionieri polacchi, ucraini, olandesi.

La guerra

Alla guerra, Sabino Spiotta aveva preso parte subito, fin dall'11 giugno 1940, quando risulta in territorio dichiarato stato di guerra.  

E' nel 41.mo Reggimento Fanteria, con sede a Imperia; è impegnato nelle operazioni di guerra alla frontiera alpina occidentale con la Francia fino al 25 giugno.

Successivamente si imbarca a Bari per l'Albania, sbarcando a Valona. Dal 19 novembre 1940 al 23 aprile 1941 è impegnato nelle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera greco-albanese.

Nel 1941 il 41.mo Reggimento combatte in Albania e Grecia; ad esempio, sul Golico (Albania), in Valle Desnizza (da dove inizia l'offensiva italiana contro la Grecia) e nella Val Vojussa, fiume reso celebre dalla canzone Sul ponte di Perati, che lo cita in questi versi:  

Sui monti della Grecia 
c'è la Vojussa,  
del sangue della Julia
s'è fatta rossa.

Nel 1942 il 41.mo Reggimento rimane in Albania e Grecia con compiti di presidio. In seguito  all'8 settembre 1943 viene sciolto in Epiro. fonte 

Dal 18 novembre 1942 all'8 settembre 1943, Sabino Spiotta è impegnato nelle operazioni di guerra in Balcania, nei territori greco-albanesi.

Dopo la notizia della cattura, il suo foglio matricolare reca  tre informazioni molto interessanti, che spesso mancano negli altri. 

Innanzitutto, troviamo il nome del campo di concentramento.

Inoltre, troviamo una testimonianza della cosiddetta "civilizzazione degli IMI": alla data del 15 settembre 1944 leggiamo che diventa un "privato al servizio al lavoro". Dal punto di vista giuridico, gli IMI sono trasformati in lavoratori civili, ma per loro il cambiamento di status non ebbe effetti concreti.

Il cambiamento venne annunciato alla fine di luglio e il 3 agosto l’OKW [Comando supremo della Wehrmacht] diramò ai propri comandi l’ordine del mutamento di status: gli internati avrebbero dovuto firmare un foglio e dichiarare di essere disposti a lavorare come civili nel Reich fino alla fine delle ostilità. Contrariamente alle attese tedesche gran parte dei soldati e sottoufficiali rifiutarono di sottoscrivere un impegno formale. I motivi erano molteplici: gli Imi temevano di poter essere accusati al ritorno di collaborazionismo, o di perdere in Italia i propri diritti economici; un ruolo importante giocava anche la paura per i propri congiunti, specie se residenti nell’Italia meridionale. Inoltre il trattamento che il Reich aveva loro riservato spingeva gli internati a diffidare delle proposte tedesche e repubblicane. Le difficoltà incontrate nell’attuazione del provvedimento furono tali che il 4 settembre ’44 l’OKW rese operativa d’ufficio la civilizzazione degli Imi abolendo la clausola della firma. 
 Sabrina Frontera, I militari italiani negli Oflag e negli Stalag del Terzo Reich 

Infine, il foglio matricolare riporta l'interrogatorio dell'ex prigioniero: rientrato in patria il 4 agosto, cinque giorno dopo viene interrogato presso il distretto militare di Salerno e viene mandato in licenza straordinaria.

A Sabino Spiotta è stata concessa la Croce al Merito di Guerra: prima e seconda concessione per la partecipazione alle operazioni durante il periodo bellico 1940-1943, terza concessione per internamento in Germania.

Un doveroso ringraziamento al nipote Gerardo Spiotta per la preziosissima collaborazione.

G.V.