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01 settembre 2023

FRANCESCO E CARMINE, MORTI IN FRANCIA CON LA DIVISA AMERICANA

Avrò letto questi nomi decine di volte.

Eppure, non avevo mai notato che la precisione con cui sono stati scritti si interrompe alla fine dell'elenco dei soldati caduti in combattimento: due nomi non rispettano l'ordine alfabetico.

Ora so che non è una svista ma una scelta.

Quando nel 1924 i valvesi hanno eretto il monumento ai caduti in guerra, grazie al contributo del Circolo valvese "Santa Maria Assunta" di Newark, hanno scelto di includere nell'elenco dei caduti anche due concittadini che erano morti con un'altra divisa: quella americana.

Abbiamo già affrontato il tema della scelta fatta da alcuni valvesi di combattere con l'esercito del Paese in cui sono emigrati, si veda il post La divisa nella quale combattere.

È per loro un'opportunità: dopo la dura china della guerra intravedono la cittadinanza, l'integrazione, una nuova vita. 

Partono per l'Europa, in genere nella primavera del 1918 e vi restano fino alla primavera inoltrata del 1919: così leggiamo dagli elenchi dei soldati sulle navi nella tratta da New York alla Bretagna.

Abbiamo raccontato le storie di Amedeo Catino (con un fratello caduto nell'esercito italiano), di Frank Grasso (poi celebre direttore d'orchestra in Florida), di Tony Marcello e stiamo cercando informazioni su Pietro Falcone.

In questo post ci occupiamo dei due soldati caduti in terra francese, uno dei quali riposa ancora lì in un cimitero americano.

Ecco una foto di Francesco Torsiello, nato a Valva l'11 giugno 1890.

È uno zio di zia Carmela, intervistata nel post Quando la montagna era rifugio; la signora ci ha parlato di lui e ce ne ha mostrato il ritratto, al quale è molto affezionata.

Nell'atto di nascita di Francesco Torsiello leggiamo che è nato in via Piazza dell'olmo 15 l'11 giugno 1890, figlio di Carmine (contadino di 44 anni) e di Angela Cuozzo. L'atto è sottoscritto solo dall'ufficiale di stato civile e sindaco Paolo d'Urso, poiché il padre del bambino e i due testimoni (il sarto Antonio Fasano e il contadino Francesco Spiotta) si sono dichiarati analfabeti.

Non è semplice seguire le orme di Francesco negli Stati Uniti, possiamo fare solo delle ipotesi.

Dovrebbe essere lui il soldato caduto il 13 ottobre 1918 e sepolto in Francia con il nome Frank Torssiello (sic!):

Sezione D, fila 6, tomba 6; per una visita virtuale al cimitero, si veda il sito

Il soldato risulta "killed in action" (morto in combattimento) a Romagne-sous-Montfaucon e sepolto nel cimitero Meuse-Argonne American Cemetery.
Frank apparteneva al 305th Infantry Regiment, 77h Division.
Il reggimento viene organizzato a Camp Upton, New York, nell'agosto 1917; partecipa alle campagne Oise-Aisne, Mosa-Argonne, Champagne e Lorena. Viene smobilitato nel maggio 1919.

Frank parte il 16 aprile 1918 sulla nave Vauban; risulta residente a New York e dichiara di avere uno zio di nome Michele.

In un altro documento leggiamo che si è arruolato il 27 febbraio 1918, all'età di 27 anni e 9 mesi (corrisponde); come luogo di nascita è indicato Maples, Italy (avranno approssimato un bel po'). Ha prestato servizio all'estero dal 16 aprile 1918 (appunto la data dell'imbarco) al 13 ottobre (quella in cui viene ucciso):

La sua morte viene notificata allo zio, il cui nome nel documento è scritto Mike Torssido (sic!), al numero 59 di Greene Street, Jersey City.

All'Archivio di Stato di Salerno Francesco Torsiello risulta essere stato disertore perché era all'estero; un'annotazione del 1924 cita l'atto di notorietà del Comune di Valva che dichiara che il soldato è morto in Francia, militante nell'esercito americano.

Valva, Monumento ai caduti

Sempre in Francia,  nel Dipartimento della Marna (regione Champagne-Ardenne), muore l'altro valvese Carmine Figliulo; la data che troviamo nei documenti è il 20 febbraio 1919

Visto che la guerra era finita nel novembre precedente, possiamo dedurne che il soldato sia deceduto in seguito a ferite riportate in combattimento (o a una malattia contratta in guerra).

A Carmine dedicheremo un post più approfondito, perché stiamo verificando un'ipotesi suggestiva: è possibile che egli abbia prima combattuto la guerra italo-turca con l'esercito italiano e poi sia  emigrato negli Stati Uniti, combattendo la Grande guerra con quello americano e trovandovi la morte.


Si ringrazia la dott.ssa De Donato dell'Archivio di Stato di Salerno

P.s. Documents are taken by www.ancestry.com

G.V.

02 agosto 2022

LA MORTE DI UN RE

Il 2 agosto 1900, con una delibera municipale urgente, il Comune di Valva stabiliva di intitolare il corso sotto chiesa al re Umberto I, ucciso il 29 luglio a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci. Nella stessa delibera si prevedeva una messa in suffragio dell'anima del sovrano e un telegramma di condoglianze alla Casa reale.

Valva, Corso Umberto I, targa che ricorda la data di intitolazione

Umberto I di Savoia è stato re d'Italia dal 1878 al 1900. 

Il re Umberto I. In occasione del suo giuramento disse: "Il vostro primo re è morto;
il successore vi proverà che le istituzioni non muoiono!
"; fonte

La moglie di Umberto, Margherita di Savoia, esercitò un notevole fascino sulla popolazione e sugli intellettuali dell'Italia umbertina (si pensi al poeta Giosue Carducci).
La regina Margherita di Savoia. Di lei d'Annunzio scrisse un elogio nel suo stile:
"Guardandola, io mai come ieri sera sentii il fascino dell'eterno femminino regale"; fonte

La  figura di Umberto I ha diviso contemporanei e storici: chiamato "Re buono" per l'atteggiamento dimostrato in occasione di un'epidemia di colera a Napoli, ma anche fortemente criticato per l'avallo alla repressioni dei moti popolari ad opera del generale Bava Beccaris (da lui premiato).

Il periodo di regno di Umberto coincide con il governo della cosiddetta "Sinistra storica", le cui figure principali sono Depretis e Crispi

Con Depretis l'Italia si allea con gli imperi di Austria-Ungheria e Germania nella cosiddetta Triplice Alleanza e inizia la sua esperienza coloniale, occupando Assab e Massaua in Eritrea.

La Triplice Alleanza: Umberto  I , Guglielmo II di Germania, Francesco Giuseppe d'Austria

A questo periodo risale l'eccidio di Dogali, nel 1887, nel quale è caduto il nostro concittadino Vincenzo Iannuzzi.

Lapide sul campanile della chiesa di San Giacomo Apostolo.
Si noti la contrapposizione, molto retorica, tra le "italiche armi"
e le "improvvise orde abissine"

Nel 1896 la disfatta di Adua, nella quale perde la vita il nostro concittadino Vitantonio Cappetta, segna la fine dell'esperienza di governo della Sinistra storica.

Valva, torre dell'orologio, lapide che ricorda il tenente Cappetta, caduto ad Adua

Per ulteriori informazioni, rimandiamo al post I valvesi alla guerra in Africa

Due settimane dopo la morte del sovrano, il poeta Giovanni Pascoli pubblicò l'inno Al Re Umberto, che inizia con questi versi:

In piedi, sei morto, tra i suoni
dell'inno a cui bene si muore:
in piedi: con palpiti buoni
nel cuore, colpito nel cuore

Ben diversa è l'ispirazione che emerge da questi versi, tratti dalla canzone popolare Il feroce monarchico Bava:

Deh, non rider, sabauda marmaglia:
se il fucile ha domato i ribelli,
se i fratelli hanno ucciso i fratelli,
sul tuo capo quel sangue cadrà.

Attraverso l'espediente letterario della profezia post eventum, la canzone immagina di predire l'attentato nel quale il re sarà ucciso (episodio considerato un atto di vendetta per il sangue versato a Milano); da notare, la violenta definizione "sabauda marmaglia".
L'uccisione di Umberto I a Monza, copertina della Domenica del Corriere
disegnata da Achille Beltrame; fonte

G.V.