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06 gennaio 2024

I POST PIU' LETTI DEL 2023

L’inizio del nuovo anno ci dà l’occasione di riproporvi i dieci post più letti del 2023 sul nostro blog “la ràdica”.



Partiamo con un post sulla Grande guerra: la storia del soldato Michele Spiotta; questo post presenta la lettera in cui la sua morte è stata annunciata alla famiglia.
Michele muore nell’agosto 1915, in una località resa poi celebre dai versi belli e struggenti di Giuseppe Ungaretti: Bosco Cappuccio. Questo spiega il titolo un po’ particolare: In un declivio di velluto verde, un eroe silenzioso.
Eroe è un termine che viene utilizzato nella lettera con cui il capitano Iovene dà la notizia della morte al padre di Michele Spiotta: Condoglianze, signor Spiotta, suo figlio morì da eroe.
Silenzioso è stata una nostra aggiunto, perché dava l’idea di un soldato che con semplicità, con umiltà si è dedicato al compito che gli  era stato affidato, quello di portaferiti.
Nel post è riportata anche una seconda lettera del capitano Iovene, in cui racconta che nel piccolo cimitero di Versa i commilitoni hanno messo una bella croce di cemento con un’epigrafe sulla sepoltura di Michele. Michele ora riposa nel sacrario militare di Redipuglia.

Tra i post più letti troviamo quello che riporta l’intervista fatta alla signora Maria Marciello (zia Marietta): Tu sai la storia e io i fatti- La guerra vissuta a Valva nei ricordi di una testimone.
Questo è uno dei post dedicati al settembre 1943, un periodo particolare e certamente indimenticabile nella storia di Valva perché per qualche settimana americani e tedeschi si sono fronteggiati proprio qui e i cittadini valvesi si sono rifugiati in montagna e nelle grotte, a partire dalla più celebre, quella di San Michele.
I racconti dei testimoni che sono ancora tra di noi sono molto significativi per ricostruire questa pagina drammatica della nostra storia.
In occasione dell’ottantesimo anniversario di quegli eventi, il nostro blog ha dedicato alcuni post ai ricordi dei valvesi e sta ultimando la creazione di un ebook dal titolo All'ombra delle tue ali.

foto di Valentino Cuozzo

Poi abbiamo il post Giuseppe, dalla Russia al Lager.
E’ la storia di Giuseppe Falcone, che è stato soldato in Russia, è sopravvissuto alla drammatica ritirata e poi, nel settembre 1943, è stato fatto prigioniero dei tedeschi e deportato in Germania.
Negli Archivi Arolsen abbiamo trovato un documento che riporta il nome della località tedesca nella quale Giuseppe ha lavorato dall’11 novembre 1944 al 20 aprile 1945, data nella quale verosimilmente è stato liberato.
Giuseppe è deceduto a Valva nel 1952.


In questo nostro percorso di rilettura, incontriamo una vicenda particolare ed emblematica: due fratelli che combattono la Prima guerra mondiale in due eserciti differenti. Sono i fratelli Michele e Amedeo Catino, il post si intitola Due fratelli alla Grande Guerra in due eserciti differenti.
Michele combatte la guerra con la divisa del regio esercito italiano e cade sul Carso il 29 giugno 1916; riposa al Sacrario Militare di Redipuglia.
Amedeo, emigrato negli Stati Uniti nel 1906, si arruola nell’esercito americano e il 31 agosto 1918 si imbarca per la Francia, dove combatte a Verdun. Una nipote ricorda che i gas respirati in guerra gli avevano provocato problemi di salute e in effetti in alcuni documenti Amedeo Catino risulta wounded in action: espressione utilizzata per i soldati feriti in combattimento.
Alla fine della guerra, Amedeo rientra negli Stati Uniti, dove eserciterà la professione di barbiere fino a quando tornerà in Italia. Morirà a Valva nel 1971.

Molto letto è stato anche il post Sono di nuovo un uomo e non più un numero, uno dei post che il blog “la ràdica” ha dedicato al diario di Giovanni Milanese, internato militare.
Questo post racconta i concitati avvenimenti dell’aprile-maggio 1945, le settimane della liberazione del campo di Wietzendorf, attraverso alcune pagine del diario di Milanese.
Particolarmente significative le osservazioni -lucidamente critiche- del soldato valvese sul comportamento degli ex prigionieri e dei soldati russi; quando pensa al futuro, Giovanni Milanese non sembra molto ottimista.

Forse sarà anche naturale in un paese d’occupazione, specialmente quando questo paese è la Germania, ma sorpassare dei limiti di decenza, per me è assolutamente una cosa indegna. Bisogna rifare l’Italia, ma prima c’è da forgiare l’italiano nuovo 

Penso con terrore all’Italia di domani. […] Io sono sicurissimo che molti non vorranno sottostare a quella che è una legge più che umana, divina: lavorare per mangiare…
Vittorio Valeri, Baracche di Wietzendorf

A metà della nostra classifica troviamo il primo di una serie di post dedicati a una storia che ci ha fatto compagnia nel 2023, la storia di un soldato americano di origini italiane (il papà era un valvese, Antonio Porcelli emigrato negli USA nel 1900). Dopo lo sbarco di Salerno questo giovane soldato è venuto a Valva a conoscere la nonna; a quell’incontro risalgono alcune foto che noi del blog abbiamo visto e a partire dalle quali abbiamo cercato di ricostruire il nome e la vicenda del soldato americano.  Abbiamo individuato il nome del soldato: Henry Porcelli; al nome si sono aggiunti altri elementi della sua vicenda.
Il post 1943: Dopo lo sbarco a Salerno un soldato americano visita la nonna a Valva è risultato il più visualizzato tra quelli dedicati all’argomento, ma quando lo abbiamo pubblicato ancora non conoscevamo il nome del soldato.  
Henry Porcelli è deceduto nel 2010, ultranovantenne.

Siamo molto legati a un post che riteniamo particolarmente significativo per il nostro blog: Cose che vengono a galla: parlando di guerra con un uomo di cento anni.
È l’intervista all’ultimo reduce valvese della Seconda guerra mondiale, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno.
Intervistare il signor Giuseppe Feniello è stata un’esperienza sicuramente per il nostro blog.
Nei mesi precedenti, nel novembre 2022, avevamo pubblicato un’altra intervista a cura della nipote Gerardina: I racconti dell'ultimo combattente.
Ci siamo occupati della vicenda di Giuseppe Feniello anche con l’ebook dal titolo L’ultimo soldato, come piccolo regalo per i suoi cento anni.



Sul podio della nostra classifica troviamo due storie relative alla prima guerra mondiale. Carmine, caduto nel vasto uragano di Caporetto racconta la vicenda di Carmine Caldarone.
Caporetto è una battaglia complessa, chiaramente non riguarda un solo giorno e un solo luogo, "vasto uragano" è la definizione data dal famoso corrispondente del Corriere della Sera, Luigi Barzini. Carmine cade il 25 ottobre, non ha ancora venti anni.

Con la sconfitta di Caporetto l’esercito italiano viene messo in rotta e deve ripiegare sul Piave e sul Monte Grappa, abbandonando l’intero Friuli e buona parte del Veneto. La riscossa inizierà già nel novembre 1917, nella prima vittoria sul Piave dopo Caporetto, a Fagaré di Piave, oggi Fagaré della Battaglia in provincia di Treviso.
In questa occasione, il soldato valvese Carmelo Alfano viene decorato con una medaglia d’argento al valor militare. Il soldato parteciperà anche alla battaglia del Solstizio, nel giugno 1918, nel corso della quale otterrà un’altra medaglia ma troverà la morte.
La sua vicenda è raccontata nel secondo post più visualizzato del 2023, Due medaglie sul petto di Carmelo, caduto sul Piave.  
Carmelo Alfano è il fratello di quello che diventerà poi parroco di Valva, don Beppe Alfano.

Il post più visualizzato del nostro blog nel 2023 è risultato essere La signora che ricorda il partigiano di Valva: la storia di un incontro tra Luciana, la nipote del partigiano di Valva Michele Cecere, e la signora Caterina che abita a Pianfei in provincia di Cuneo e ancora ricorda il soldato valvese. La signora Caterina ricorda che Michele lavorava come calzolaio e si era rifugiato vicino casa sua, presso la famiglia AmbrosioDopo l’8 settembre 1943, Michele Cecere si sottrae alla cattura e viene ospitato da una famiglia borghese -come è scritto nei documenti- a Pianfei. Nel luglio 1944 ha preso parte alla lotta partigiana. Il nostro blog ha dedicato diversi post al signor Michele Cecere; abbiamo scoperto anche il giornale Rinascita d'Italia, rivista della sua brigata partigiana, chiaramente pubblicata clandestinamente (alcuni numeri sono stati stampati in un santuario di Mondovì). 


Questi dunque sono stati i dieci post più letti nel 2023. Ovviamente, post pubblicati più tardi -ad esempio in autunno-non hanno ancora raggiunto un numero di visualizzazioni sufficiente per entrare in questa nostra classifica, che si riferisce al periodo gennaio-dicembre.
Grazie a tutti coloro che hanno collaborato con noi in questo lavoro. Continuate a seguirci.
Vi auguriamo una buona rilettura di questi post, nella speranza di aver raccontato storie che meritavano di essere raccontate e che ancora possono essere di insegnamento per noi.
G.V.

07 marzo 2023

LA RADICE E' DONNA

In occasione della Festa della Donna, vi riproponiamo i post che "la ràdica" ha dedicato alle figure femminili.

L'ultima pacchiana

Partiamo da una donna simbolo per Valva: Pasqualina Cuozzo; con lei, nel 2010 si è chiusa una pagina antica e nobile della nostra storia: è stata l'ultima infatti a indossare il tradizionale abito femminile valvese, quello da "pacchiana".

A zia Pasqualina abbiamo dedicato il seguente post:
👉La pacchiana che chiuse dietro di sé un mondo intero


L'ultima "pacchiana" di Valva in una foto del nipote Giancarlo

La nonna dei valvesi, che è appena andata via

Anche la nonna di Valva, scomparsa il mese scorso a 102 anni, si chiamava Pasqualina Cuozzo e anche lei, ovviamente, per tutti era zia Pasqualina.

Ecco i due post che le abbiamo dedicato:
👉 I racconti di zia Pasqualina
👉Tulipani per zia Pasqualina

Questo è l'episodio del podcast "Il giorno dopo" che abbiamo pubblicato in occasione del suo ultimo compleanno, come piccolo omaggio: 
🎧Tulipani e Maramao

La signora Fernanda Superchi Gaudiosi ha insegnato a Valva per trentatré anni,
anche a studenti che sono poi andati in guerra

Altre donne

Il nostro blog ha dedicato alcuni post anche ad altre donne, legate alle vicende dei soldati e dei prigionieri.

Ci siamo occupati della madre del soldato Carmine Corrado, la signora Caterina Cuozzo in questo post:

Due post sono stati dedicati alla fidanzata del prigioniero Giovanni Milanese, Michelina, una figura molto presente nel suo diario di prigionia:


Segnaliamo anche il post dedicato ai cognomi materni nell'Ottocento:


Questo post è dedicato alla memoria dell'ultima levatrice di Valva, la signora Iva Bergamini. Tra i suoi molti meriti, uno un po' meno importante: essere stata la prima donna che ha sorriso a chi scrive queste righe.

G.V.

03 febbraio 2023

UN ANNO, INSEGUENDO STORIE DI INTERNATI E CADUTI IN GUERRA

Un passo alla volta...poi crescendo il neonato affinerà caratteri e intenti

Era una bella frase augurale quella che un amico del nostro blog -da lui definito "il neonato" e alla nascita del quale ha contribuito in maniera decisiva- formulava esattamente un anno fa, quando il 3 febbraio 2022 iniziava il nostro lavoro.

Un anno di un lavoro di ricerca che non si è limitato solo ai post ma che ha suggerito anche il progetto del podcast "Il giorno dopo", dedicato alle complesse conseguenze dell'Armistizio reso noto l'8 settembre 1943. Altri progetti sono in cantiere, ovviamente.

Alle 18.36 di quel 3 febbraio veniva "inviato per lo mondo" (un'espressione un po' leziosa che ci consentirete) il primo post, con  un titolo che era e resta per noi significativo: 

👉Un rimpianto e il tentativo di rimediare

Il rimpianto riguarda il passato: della grande famiglia costituita da un piccolo centro, i fili che tengono insieme gli avvenimenti e le persone, attraverso le generazioni, spesso si sono persi; a volte, per fortuna, sono però ancora leggibili o almeno si può provare a ricostruirli.

Il tentativo di rimediare veniva indicato in due ambiti di lavoro: un lavoro di ricerca sui caduti e dispersi della Seconda guerra mondiale, confidando nella memoria orale collettiva, e la ricerca di documenti e testimonianze sui valvesi deportati nei campi di concentramento, i cosiddetti "IMI" (Internati Militari Italiani).

Dopo un anno di lavoro, possiamo tentare un bilancio.

Valva, 1924: inaugurazione del Monumento ai Caduti

Caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale

Per ogni soldato valvese caduto nella Seconda guerra mondiale, ora abbiamo il fronte e la data. 

In alcuni casi abbiamo ricostruito le vicende post mortem, come ad esempio la struggente storia di 👉Michele Macchia, i cui resti sono tornati a Valva dieci anni dopo la morte sul fronte greco o la vicenda di 👉Carmine Corrado, morto in ospedale durante la prigionia in Austria e sepolto a Mauthausen.

Siamo orgogliosi di aver contribuito a rendere nota la vicenda del partigiano di Valva  👉Michele Cecere.

Molta attenzione è stata riservata alle vicende della guerra in Russia, in particolare alle storie dei due dispersi valvesi: Prospero Annunciata e Raffaele Cuozzo.

Ecco un post che riassume i lavori dedicati all'argomento:

👉Un giorno di gloria che ha dato valore a un'intera vita: il giorno di Nikolajewka

Un anno fa, i nomi con qualche lettera distaccata sulle lapidi del Monumento ai Caduti suggerivano in quel primo post una "riflessione sulla caducità della memoria anche nei luoghi deputati a conservarla".

Il lavoro di ricerca ha fornito un altro e più significativo esempio: il giallo storico costituito dal soldato 👉Michele Cuozzo, di cui abbiamo trovato una scheda dell'Archivio Vaticano (che cita il telegramma inviato al parroco con la notizia della morte sul fronte africano), di cui conosciamo la paternità e addirittura l'indirizzo (via Fontana), ma che non siamo riusciti a identificare, nonostante varie piste ipotizzate.

Valva, Monumento ai Caduti, cerimonia del 4 novembre 1965; fonte 

Ricerca sugli IMI

Ora abbiamo i nomi di ventuno soldati valvesi che sono stati deportati in Germania (e in alcuni casi nella Polonia occupata dai nazisti).

Di alcuni di loro purtroppo sappiamo solo che sono stati fatti prigionieri; di altri abbiamo informazioni più circostanziate: data di cattura, campo di prigionia, data di liberazione.

In questo post, aggiornato, facciamo il punto delle nostre ricerche:

👉I nomi degli internati militari valvesi

Un internato militare valvese ha lasciato un diario, preziosissimo strumento per comprendere vari aspetti dall'argomento: è Giovanni Milanese, al quale abbiamo dedicato già alcuni post e che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti:

Alcuni post sono stati dedicati al compianto Enrico Santovito, l'ultimo internato militare valvese, deceduto nel settembre scorso, sei mesi dopo aver compiuto cento anni. Ecco i principali post a lui dedicati:

Progetto grafico per il podcast Il giorno dopo, elaborato da Eleonora Moretto

Attuali ambiti di ricerca

Seconda guerra mondiale: vorremmo comprendere meglio le vicende dei due dispersi valvesi sarebbe interessante individuare i soldati che sono riusciti a tornare dalla Russia.

Resta da identificare anche uno dei soldati valvesi caduti a Cefalonia, argomento a cui abbiamo dedicato alcuni post e un episodio del nostro podcast:

Imi: non è ancora concluso il lavoro di identificazione dei ventuno soldati valvesi internati militari in Germania. Per uno di loro, Carmine Mastrolia classe 1923, l'unico documento al momento rinvenuto è un'annotazione in un registro del Comune di Valva. 

Se le famiglie degli internati militari vogliono collaborare, possono compilare questo questionario:

👉Questionario ricerca informazioni sugli internati militati

Altre storie

Il blog "la ràdica" si è occupato degli argomenti anche con post di approfondimento, come ad esempio quelli relativi alle condizioni degli internati militari italiani:

Alcuni post hanno avuto come argomento storie legate ad altre guerre: la Prima guerra mondiale, la guerra italo-turca, le vicende risorgimentali e della stagione del colonialismo italiano. 

Particolare rilievo ha avuto anche il tema dell'emigrazione, spesso intrecciata con il dramma della guerra.

In alcuni post abbiamo proposto delle riflessioni sul sistema dei lager, anche con un approfondimento sulla condizione psicologica dei prigionieri, a partire all'importanza della letteratura e della scrittura delle proprie memorie:


Panoramica del campo di Buchenwald

Visualizzazioni e i post più letti

In una anno il blog ha avuto circa 16500 visualizzazioni, con la media di 45 al giorno. Sono numeri certamente contenuti per un blog, ma l'importante è che le storie dei nostri soldati sono state lette e che i lettori abbiano avuto delle informazioni, sia pure a un livello non certamente specialistico, su alcune vicende della Seconda guerra mondiale e sulle condizioni di prigionia degli IMI. 

i più assidui: Stati Uniti, Germania, Irlanda, Francia e Svizzera, Grecia, Albania e Spagna; oltre dodicimila visualizzazioni sono avvenute tramite Facebook, solo poco più di cento tramite Google.

Ecco i post che hanno superato le cinquecento visualizzazioni: 

👉Il giorno in cui nacquero gli IMI [una ricostruzione delle vicende che portarono nel 1943 la Germania a considerare i soldati italiani non "prigionieri di guerra" ma "internati militari italiani"]
👉Raffaele, che non è mai tornato dalla Russia [dedicato alla vicenda del soldato Raffaele Cuozzo, disperso in Russia]
👉I racconti dell'ultimo combattente[un'intervista all'ultimo reduce valvese della Seconda guerra mondiale, il signor Giuseppe Feniello, realizzata dalla nipote Gerardina]
👉Mio carissimo padre [la trascrizione, con commento, della lettera del nostro soldato disperso in Russia
👉Carmine, che riposa a Mauthausen
👉Il partigiano di Valva [dedicato alla figura di Michele Cecere, partigiano]
👉Col sangue, con la libertà: quei no pagati caro
👉Una lettera dal fronte russo [una preziosa lettera di Raffaele Cuozzo alla sua famiglia
👉I racconti di zia Pasqualina [dedicato ai racconti della nonna di Valva, la signora Pasqualina Cuozzo]
👉La pacchiana che chiuse dietro di sé un mondo intero [dedicato alla figura dell'ultima "pacchiana" di Valva, la signora Pasqualina Cuozzo]

Radica di ulivo, foto del restauratore Giancarlo Feniello

Con uno strumento come un blog, questo materiale può essere condiviso perché altri lo utilizzino per scoprire nuove informazioni e nuovi strumenti di ricerca.

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato con il nostro blog in questo anno, in particolare alle famiglie dei caduti e degli internati e a Pinuccio Cecere, che ha fornito un aiuto indispensabile alle ricerche fatte.

Il lavoro di ricerca, continua.


Nel primo post di questo blog, citavo il compianto Salvatore Cuozzo. Mi piace ricordarlo dopo un anno: questo lavoro sarebbe stato più ricco se vi avesse contribuito anche lui. Lo dedico alla sua memoria.

G.V.

🎧 Podcast

Nei seguenti episodi del podcast "Il giorno dopo" ci sono altre informazioni sui valvesi prigionieri o caduti nella Seconda guerra mondiale.


26 gennaio 2023

UN GIORNO DI GLORIA CHE HA DATO VALORE A UN'INTERA VITA: IL GIORNO DI NIKOLAJEWKA

26 gennaio

Giornata nazionale della memoria 

e del sacrificio degli Alpini

Con la battaglia di Nikolajewka gli Alpini riescono a sfondare l'accerchiamento sovietico; fonte

La legge del 5 maggio 2022, n.44, ha istituito la Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini, allo scopo di tenere vivo il ricordo dell'eroismo dimostrato nella battaglia di Nikolajewka, combattuta dagli alpini il 26 gennaio 1943, e di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell'interesse nazionale nonché dell'etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli alpini incarnano, come recita l'articolo 1.

Una rappresentazione della battaglia di Nikolajewka; fonte

Il nostro blog ha dedicato alle vicende della guerra in Russia e della drammatica ritirata alcuni post.

Ci siamo occupati della vicenda di Raffaele Cuozzo, dichiarato disperso il 31 gennaio 1943, con questi post:

Anche un altro valvese risulta disperso in Russia, già nel novembre 1942: è il tenente medico Prospero Annunciata:
👉Il medico disperso nella neve

In questo post abbiamo cercato di ricostruire gli eventi degli ultimi giorni del gennaio 1943, scegliendo le testimonianze di Nuto Revelli e Mario Rigoni Stern per illuminare l'umanità sofferente della Ritirata di Russia:
👉Tutti i vivi all'assalto!  

Con la battaglia di Nikolajewka le truppe italiane, pur equipaggiate con armi insufficienti e munizioni scarse, riuscirono a sfondare le linee di difesa sovietiche e a conquistare la ferrovia, fondamentale per la ritirata.

Ecco come Rigoni Stern, nel suo celebre Il sergente nella neve, conclude il ricordo della battaglia:

E allora avanti! Una massa di sbandati va incontro alla sua ora di gloria. Si passa, si passa! Attraversano Nikolajewka lastricandola di morti perché ci sono 48 sotto zero e se ti pigliano sei morto. Alle 5 è tutto finito: ci contiamo, siamo qua, siamo vivi ma siamo pochi. Chi non è passato con la prima ondata non passerà più. Persa la Cuneense, persa la Vicenza, persa buona parte della Julia, ma noi, noi ce l'abbiamo fatta. Un giorno di gloria che ha dato valore ad una intera vita. Questo fu il 26 gennaio 1943. Questa fu la battaglia di Nikolajewka.                                               

Alla memoria dei caduti in Russia e di tutti i caduti del corpo degli Alpini dedichiamo questa struggente versione della celebre canzone Sul ponte di Perati, interpretata dal gruppo Al Tei.



G.V.

03 agosto 2022

SEI MESI DI RADICA

Il primo post pubblicato su questo blog è stato "mandato per lo mondo" il 3 febbraio 2022, alle 18.36, esattamente sei mesi fa.

Nella presentazione, scrivevo che il blog nasce dal rimpianto "di non aver riempito di domande i miei nonni e i loro coetanei, su tutto: dalla guerra al modo di corteggiare le ragazze, dal lavoro al modo di divertirsi durante le feste". 

Per rimediare almeno parzialmente, mi impegnavo a cercare informazioni sui soldati prigionieri e sui caduti in guerra: un piccolo contributo alla ricostruzione della memoria collettiva.

Radica di ulivo, foto del restauratore Giancarlo Feniello

Il restauratore valvese Giancarlo Feniello -tra l'altro nipote dell'ultima "pacchiana" di Valva, zia Pasqualina-  definisce la radice "la fotografia che non si vede dell'albero, il suo negativo" e ci ha inviato la foto di una radica di ulivo.

Il titolo del blog vuole approfittare della piccola ambivalenza del termine, che può indicare la radica (in italiano) ma anche la parola radice in dialetto valvese.
L'immagine della "ràdica" rimanda agli anziani, che caratterizzano e sostengono il paesaggio umano, lo tengono insieme, lo nutrono ancora.

In questi mesi, ci sono stati lettori che hanno collaborato attivamente, mettendo a disposizione documenti e cimeli da loro custoditi, preziosa eredità morale prima ancora che materiale di parenti prigionieri o caduti in guerra, alcuni hanno intervistato i loro nonni, altri hanno chiesto informazioni su come trovare notizie; molti, infine, hanno espresso il proprio sostegno a questa iniziativa.

Li ringrazio tutti e li invito a continuare a seguire "la ràdica", a dare consigli e a collaborare ancora.

"Un lavoro di ricostruzione e di custodia della memoria storica del nostro paese", scrivevo nel primo post. 

L'immagine dei nomi del monumento con alcune lettere cadute nel tempo mi sembrava efficace per riflettere sulla caducità della memoria; durante il lavoro di ricerca, ne ho individuata un'altra, che ritengo ancora più forte: al momento, ci sono due nomi tra i soldati caduti nella Seconda guerra mondiale che non riusciamo ad associare con precisione né alla persona né alla famiglia. Eppure, in entrambi i casi conosciamo perfino l'indirizzo di nascita o di residenza: i documenti scritti hanno sostituito la memoria della collettività. 

Per questi due soldati, mi pare si possa dire che il monumento ha concluso la sua funzione: non ricorda più, ora trasmette un messaggio che non siamo più in grado di decodificare, perché noi abbiamo dimenticato. Non deve essere una colpa dei valvesi, degli anziani come dei più giovani, ma uno stimolo a fare il possibile per rintracciare nei cassetti della nostra memoria collettiva l'informazione giusta, il ricordo adatto: ecco un modo perché i due soldati rivivano ancora, in una dimensione più ricca rispetto ai loro semplici nomi sul marmo del monumento.

In sei mesi, il blog ha superato ottomila visualizzazioni, in Italia e in altro diciotto Paesi (i più assidui: Stati Uniti, Germania, Irlanda, Francia e Svizzera); quasi seimila visualizzazioni sono avvenute tramite Facebook, solo una cinquantina tramite Google.

Ecco i post, in ordine di pubblicazione, che hanno superato le trecento visualizzazioni: 

  • Mio carissimo padre [la trascrizione, con commento, della lettera del nostro soldato disperso in Russia]

Il numero di visualizzazioni è legato sicuramente anche al pubblico cui sono stati proposti i singoli post: i gruppi tematici su Facebook, ad esempio, consentono una copertura maggiore rispetto a post che hanno un'ispirazione più locale e che pertanto vengono promossi solo sui gruppi legati a Valva e alla Valle del Sele.

I punti di fragilità di questo blog sono molti, ma in questa occasione di metà compleanno non sarebbe elegante elencarli; nonostante la fatica, però, aver contribuito a far venire alla luce storie dimenticate o note solo a pochissime persone è una soddisfazione per la quale valeva e vale la pena continuare a fare ricerche, ipotesi e nuove ipotesi per nuove ricerche.

A proposito di ricerche, un grazie particolare a Pinuccio Cecere, responsabile dell'anagrafe ufficiale, e all'ufficio anagrafe non ufficiale coordinato da mia madre, che puntualmente contatta le persone che costituiscono la memoria storica di Valva per dare un volto e una famiglia ai nomi che emergono dai documenti .

Il lavoro, naturalmente, continua.

Grazie a tutti quelli che danno e daranno una mano.


G.V.


Post scriptum. Dalla fine del mese di giugno, "la ràdica" promuove anche un podcast dal titolo "Il giorno dopo". Il punto di osservazione è una data, il 9 settembre 1943, ovvero il giorno dopo la pubblicazione dell'armistizio con gli Alleati: cerchiamo di analizzare le conseguenze per l'esercito italiano e in particolare per i soldati valvesi. "Il giorno dopo" è disponibile sulle piattaforme Podomatic e su Spotify.

10 febbraio 2022

QUESTIONARIO RICERCA INFORMAZIONI SUGLI INTERNATI MILITARI

PENSANDO AL PAESE LONTANO...

Questionario per ricostruire e custodire la memoria dei valvesi prigionieri dei tedeschi




Nome del prigioniero ________________________


1) Parlava della sua prigionia? 
Ne parlava spontaneamente o era necessario insistere perché raccontasse?

2) Se ne parlava, lo faceva in maniera generale o raccontava anche qualche episodio? 
Come si potrebbero riassumere i suoi racconti?

3) Raccontava le circostanze in cui è stato fatto prigioniero? Ricordava quando è stato liberato e come è rientrato a Valva?

4) Dove ha combattuto prima di essere fatto prigioniero? 
Ha lasciato qualche indicazione che ci consenta di ricostruire la sua vicenda da soldato prima della cattura? 

5) Gli capitava di far riferimento alle situazioni vissute in guerra e durante la prigionia anche nelle circostanze quotidiane? 
esempio: "Mangia, perché io in guerra potevo mangiare solo patate"

6) Ha mai citato altre persone, di Valva o della nostra zona, suoi commilitoni?

7) Ha conservato documenti e foto del periodo della guerra?

8) Nella sua scheda conservata nell'archivio  
ci sono elementi diversi rispetto a quello che ricordate in famiglia?
Ci sono informazioni che vi fanno venire in mente qualche ricordo particolare o qualche elemento che si potrebbe approfondire? 

9) Avete qualche suggerimento per un lavoro di ricerca storica che ricordi i nostri concittadini caduti in guerra e quelli fatti prigionieri?

Vi prego di inviare questo questionario al seguente indirizzo:
radicivalvesi@gmail.com

Grazie per la vostra collaborazione.

G.V.




03 febbraio 2022

UN RIMPIANTO E IL TENTATIVO DI RIMEDIARE

Epigrafe con i nomi dei dei caduti e dispersi nella Seconda Guerra Mondiale,
Valva, Monumento ai caduti 


Q
uesto blog nasce da un rimpianto e vuole costituire un tentativo, spero non tardivo e non inutile, di rimediare.

Il rimpianto è quello di non aver riempito di domande i miei nonni e i loro coetanei, su tutto: dalla guerra al modo di corteggiare le ragazze, dal lavoro al modo di divertirsi durante le feste.

Confesso un senso di colpa che riguarda il mio essere cittadino, inserito in una catena che mi vede anello e dunque, necessariamente, collegato agli altri anelli prima di me. Non solo quelli che hanno il mio cognome o nomi ricorrenti nella mia famiglia. La famiglia è quella più grande del paese, in cui le vicende si intrecciano perché riguardano tutti.

Spesso ho dato per scontata la nostra storia locale; altre volte -lo scrivo non senza vergogna- non ho capito che storia è anche racconto orale, ricerca di documenti relativi a persone che conosciamo, è confronto tra il dato scritto e la vicenda narrata e tentativo di individuare riscontri per passare da una dimensione all'altra.

Vedo i nomi di miei compaesani scolpiti nella pietra cento anni fa e altri settantacinque anni fa. Sono nomi che hanno perso alcune lettere e questo mi fa riflettere sulla caducità della memoria, anche nei luoghi deputati a conservarla. 

Non aver fatto nulla per aiutare la mia comunità almeno a distinguere tra un caduto in guerra e un disperso o a dare un'età e aggiungere qualche notizia, per quanto scarna, a quei nomi è per me motivo di senso di colpa e stimolo a rimediare.

Vorrei fare un lavoro di ricerca sui caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale; penso a loro perché ai documenti si può accompagnare ancora una memoria orale collettiva.

Vorrei dare una mano anche a ricostruire un altro frammento della nostra memoria comune: trovare documenti e raccogliere testimonianze sui valvesi deportati nei campi di concentramento, i cosiddetti "IMI" (Internati Militari Italiani).

Ricordo di averne sentito parlare per la prima volta dal compianto Salvatore. Un po' di anni fa, forse agli albori di internet, mi ha citato due nomi di compaesani. Pur senza avere la passione di Salvatore e la sua competenza nell'indagine storica, oggi con una ricerca di poche ore si possono individuare oltre dieci valvesi tra gli internati militari italiani, compreso un giovane sepolto a Mauthausen ("Alta Austria", leggo in una scarna nota). 

Con internet a disposizione è tutto più semplice: ora abbiamo a portata di mano archivi, motori di ricerca, documenti in formato digitale e mappe precise. Possiamo consultare fonti senza muoverci da casa, ordinare e ricevere libri per approfondire un argomento limitandoci a ritirare la posta, scaricare gratuitamente -nei casi consentiti- articoli, saggi e testimonianze. 

Con uno strumento come un blog, questo materiale può essere condiviso perché altri lo utilizzino per scoprire nuove informazioni e nuovi strumenti di ricerca.

Spesso ricordo a me stesso che quando lavoravo alla mia tesi di laurea mi prenotavo in biblioteca per navigare in internet un'ora al giorno.

Ora non ho più scuse.

Spero che altri possano e vogliano darmi una mano in questo lavoro di ricostruzione e di custodia della memoria storica del nostro paese. Ho indicato due obiettivi di indagine per circoscrivere il campo e per concentrare il mio sforzo e quello di chi vorrà lavorare con me.

Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione che riserverete a queste pagine.

G.V.