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17 aprile 2024

IL RAGAZZO SOPRAVVISSUTO ALL'ECCIDIO DI CEFALONIA E INTERNATO IN GERMANIA

Il 17 aprile 1924 era il Giovedì Santo; negli Stati Uniti veniva fondata la storica casa di produzione cinematografica Metro-Goldweyn-Mayer, celebre per il leone ruggente.

Quel giovedì di cento anni fa, a Valva nasceva Pasquale Cappetta, figlio di Giuseppe e di Francesca Strollo.

Abile e arruolato in seguito alla visita del 4 settembre 1942, Pasquale viene chiamato alle armi il 12 maggio 1943 e assegnato al Deposito del 33.mo Reggimento Artiglieria: è la famosa Divisione Acqui.

Dopo la Prima guerra mondiale, il reggimento viene ricostituito nel 1939, in tre gruppi aggregati alla 33.ma Divisione di fanteria "Acqui". Nella Seconda guerra mondiale il reggimento viene schierato sul fronte greco-albanese; dopo la resa della Grecia, tutta la divisione ha l'incarico di presidiare le Isole Ionie. Il reggimento d'artiglieria viene dislocato a Cefalonia, con un gruppo distaccato a Corfù.  fonte

La divisione Acqui
Dopo la proclamazione dell'armistizio, la Divisione Acqui è chiamata a una scelta drammatica. 
Gli ordini che giungono sono contraddittori: prima si autorizza l’uso  delle armi in caso di attacco da parte dei tedeschi, poi la sera del 9 settembre il comandante dell'XI Armata, Vecchiarelli, emana l'ordine di resa ai tedeschi in tutta la Grecia; il comandante della Divisione, Antonio Gandin, però prende tempo: considera l’ordine in contrasto con la dichiarazione dell’armistizio (le truppe italiane sarebbero in balìa di quelle tedesche). 
Gandin inizia le trattative con il comandante tedesco cercando di rinviare la resa. 
A Corfù il comandante italiano Lusignani rifiuta nettamente ogni trattativa con i tedeschi. 
Dopo vari tentativi falliti di contattare telefonicamente il governo italiano, solo il 13 settembre arriva dal Comando Supremo italiano, che si trova a Brindisi dopo la fuga, l'ordine di resistere alle forze tedesche, che devono essere considerate nemiche. 
Quando giunge l'ultimatum tedesco accade qualcosa di inedito: una consultazione fra le truppe italiane; ai soldati viene chiesto se consegnare le armi o combattere contro i tedeschi, quasi tutti decidono di combattere. 
Cefalonia, il 15 settembre inizia la battaglia. 
Tante testimonianze ricordano il forte spirito di corpo e la determinazione mostrata dai soldati italiani contro i tedeschi. 
Le truppe tedesche, grazie ai rinforzi giunti dall'entroterra e soprattutto grazie all'appoggio aereo, hanno la meglio sui soldati italiani dopo circa una settimana di combattimenti. 
Gli italiani si arrendono il 22 settembre, ma questo non ferma il massacro; il 24, le salme degli ufficiali trucidati nella "Casetta rossa" vengono gettate in mare, i corpi dei soldati bruciati. 
Nei tre giorni seguenti, i massacri si ripetono a Corfù, dove i tedeschi sono sbarcati il 24 settembre. 
La tragedia della Divisione Acqui non finisce a Cefalonia e a Corfù. 
Tre navi che trasportano i prigionieri vengono affondate, causando oltre mille morti (tremila, secondo altre fonti). Circa seimila sopravvissuti iniziano un viaggio di oltre un mese verso i campi di prigionia nell'Europa dell'Est. 

La cattura
Pasquale viene catturato dai tedeschi: diventerà il prigioniero matricola 117709, nel campo di Luckenwalde, Stalag del settore III A

Pasquale Cappetta in una foto risalente al periodo
in cui era emigrante in Germania
 
Come abbiamo riportato in altri nostri post, di lui gli Archivi Arolsen conservano due documenti.
Ecco un foglio di registro, con numero di matricola, codice del campo di prigionia, data di nascita a professione (o impiego nel campo):
Pasquale Cappetta è definito "bauer", "contadino"; fonte
Questo documento sembra essere un appello mensile (nel febbraio 1944):
Il nome che nell'elenco viene dopo Cappetta Pasquale sembra di un valvese,
ma la data di nascita non corrisponde; fonte

Come leggiamo nel sito memorieincammino.it, il registro del campo raggiunse la quota di 48600 uomini. Solo una parte di questi erano alloggiati nel campo principale, perché gli altri lavoravano nelle tante fabbriche dislocate nella regione del Brandeburgo.

fonte Wikipedia

Pasquale Cappetta risulta liberato l'8 maggio 1945, praticamente alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Tornerà in Germania, come emigrante, a Darmstadt; lo testimoniano anche da alcune foto nell'Archivio di Gozlinus.
Questa foto è scattata nel 1965 a Rossdorf: ritrae emigrati di Valva e del vicino comune di Colliano; lavorano in un'impresa specializzata nell'estrazione di rocce basaltiche:
fonte Gozlinus
La foto è particolarmente significativa per il blog la ràdica, perché insieme a Pasquale Cappetta ci sono i figli di due internati militari di cui ci siamo occupati. Proprio davanti a lui, infatti, c'è il figlio del signor Enrico Santovito, mentre il secondo della fila centrale, da sinistra, è il figlio del signor Domenico Strollo. Inoltre, accanto a Pasquale c'è il signor Lazzaro Del Plato, che ha combattuto in guerra, meritando la Croce al merito.
In quest'altra foto, scattata a Darmstadt, Pasquale si prende una meritata pausa:
Pasquale è in piedi; fonte


Approfondimento
Sulla Divisione Acqui si vedano i post:
 

G.V.

12 settembre 2023

SCRIVERE PER SENTIRSI ANCORA UOMO

Appuntamento con la memoria e sguardo verso il futuro al castello di Valva.


Castello di Villa d'Ayala-Valva, a Valva (foto di Valentino Cuozzo)

Nella suggestiva cornice di Villa d’Ayala-Valva si è tenuta la serata dal titolo La memoria e il futuro, che ha visto consegnare ai diciottenni e ai vincitori delle borse di studio comunali il libro Frammenti di storia (ed. Palladio), diario scritto dal valvese Giovanni Milanese durante la sua prigionia nei Lager nazisti dal 1943 al 1945.

Insieme al sindaco Giuseppe Vuocolo, a consegnare il libro è stato Guido Milanese, cittadino onorario di Valva e figlio dell'autore.

La serata è stata animata dai giovani, che hanno letto brani significativi del diario anche con un accompagnamento musicale.

L’onorevole Guido Milanese ha presentato il diario del padre e ne ha illustrato la figura, anche con aneddoti familiari.

Sono intervenuti anche: Enzo Todaro, presidente dell’Associazione Giornalisti Salernitani, che si è concentrato su alcuni aspetti della scrittura di Milanese; Pino Acocella, rettore dell’Università Giustino Fortunato, che ha inquadrato la vicenda di Milanese nel contesto drammatico del periodo dopo l’8 settembre, con la cosiddetta “morte della patria”; Antonio Landi,  presidente nazionale dell'Associazione combattenti e reduci e la presidente della sezione di Valva, Fiorenza Volturo, figlia di un soldato internato a Dachau.

Il pubblico in sala; per la foto, si ringrazia Luca Forlenza

Foto tratta dalla pagina Facebook del Comune di Valva

Il titolo della serata voleva sottolineare che la memoria è affidata ai giovani cittadini, che anche grazie ai sacrifici delle generazioni precedenti hanno ricevuto in eredità una società di diritti e democrazia: un tesoro prezioso da custodire e accrescere, ha scritto il sindaco nella lettera di invito.

Alla cerimonia erano presenti anche il Prefetto di Salerno e il Comandante provinciale dei Carabinieri.

Ecco un estratto dell'intervista realizzata dal giovane Filippo Vuocolo al nostro blog:

Prima dell’incontro, il sindaco e le autorità e gli ospiti presenti hanno deposto una corona di fiori al Monumento ai Caduti, per ricordare in particolare il sacrificio della Divisione Acqui, nell’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Cefalonia e Corfù, dove due valvesi sono stati dichiarati dispersi in combattimento e un terzo è stato fatto prigioniero dai tedeschi.

G.V.

Approfondimento

Al diario di Giovanni Milanese il blog "la ràdica" ha dedicato i seguenti post:


Sulla Divisione Acqui si vedano i post:

09 settembre 2023

I VALVESI DELLA DIVISIONE ACQUI

 In memoria di

ALFONSO FENIELLO e GIUSEPPE MACCHIA

Divisione Acqui- Cefalonia e Corfù

Dispersi il 9 settembre 1943


Hanno l'impercettibile sussurro, 
Non fanno più rumore
Del crescere dell'erba,
Lieta dove non passa l'uomo.

Giuseppe Ungaretti, Non gridate più



Oggi sono a Verona perché dovevo essere qui, davanti al Monumento Nazionale alla Divisione Acqui, i martiri di Cefalonia e Corfù. Le prime vittime della resistenza ai nazisti, che rifiutarono di consegnare le armi per non tradire il giuramento fatto al Re, anche se il Vittorio Emanuele III era in fuga e dal governo arrivavano comandi incerti e a volte contraddittori.

I valvesi nella Divisione Acqui
In particolare, sono qui perché due miei concittadini - soldati appartenenti al Battaglione mitraglieri di corpo d’armata della Divisone Acqui- risultano dispersi in combattimento il 9 settembre 1943.

Alfonso Feniello, dall'Africa Orientale a Cefalonia
Nasce a Valva il 2 agosto 1911, da Nicola a Maria Alfano. Da civile esercita il mestiere di mulattiere.
In occasione della guerra di Etiopia, il 5 novembre si arruola nella 140.ma legione in A.O.I. e viene assegnato al 4.o Battaglione Camicie Nere d'Africa con la ferma biennale.
Il 28 gennaio 1937 si imbarca a Napoli col piroscafo "Colombo" e il 5 febbraio sbarca a Massaua.
Il 18 agosto 2939 si imbarca a Mogadiscio per l'Italia, ma in seguito alla sospensione del rimpatrio sbarca a Massaua il 28 agosto e viene aggregato al 170.mo Reggimento Camicie Nere Asmara.
Finalmente il rimpatrio arriva e Alfonso può imbarcarsi a Massaua alla volta dell'Italia: sbarca a Napoli il 31 agosto 1939.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Alfonso è richiamato alle armi il 6 dicembre 1940, nel 110 Reggimento Mitraglieri autocarrati: è la Divisione Acqui.
Sbarca a Valona il 5 gennaio 1941 come aggregato alla Divisione Acqui  ed è a Cefalonia nel febbraio 1941.
Poi non abbiamo altre notizie di lui.
È ritenuto disperso a Cefalonia il 9 settembre 1943 per eventi bellici, come da atto notorio rilasciato dal Comune di Valva il 5 febbraio 1947. Verrà dichiarato “morto presunto a Cefalonia” da una sentenza del tribunale di Salerno nel 1956.  

Giuseppe Macchia 
Giuseppe Macchia nasce a Valva il 27 ottobre 1911, figlio di Giacomo e di Francesca Torsiello.

Dopo il servizio militare, viene richiamato alle armi il 12 febbraio 1935 e giunge al 39.mo Reggimento Fanteria 2.a Compagnia Richiamati. 
Parte per l'Eritrea col 3.o Battaglione speciale del 39.mo Fanteria mobilitato in A.O.I. Imbarcatosi a Napoli, sbarca a Massaua il 21 agosto 1935. E' inserito nel 4.o gruppo salmerie e carreggio d'intendenza, poi nel 17.mo Battaglione speciale intendenza A.O.
Nell'aprile 1937 si conclude la sua prima esperienza di guerra: infatti rientra è collocato in congedo illimitato e riceve il premio di smobilitazione.
Nel dicembre 1940 viene richiamato alle armi e giunge nel Deposito del 15.mo Reggimento Fanteria per passare nel 110 Battaglione mitraglieri: è la Divisione Acqui
Si imbarca a Bari e giunge a Valona l'11 dicembre.
Partecipa alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera greco albanese  fino al 23 aprile 1941 (data in cui la Grecia firma la resa). 
Il 23 settembre 1942 è inviato in licenza straordinaria di 15 giorni per gravi motivi di famiglia.
Al rientro, partecipa alle operazioni di guerra in Balcania, nei territori greco e albanese dal 18 novembre 1942 all'8 settembre 1943.
Poi, un'annotazione aggiunta anni dopo ci informa che Giuseppe Macchia è stato ritenuto disperso in Corfù per eventi bellici il 9 settembre 1943, come da atto notorio rilasciato dal comune di Valva l'11 luglio 1947.

Un post di Gozlinus del giugno 2019 parla della loro vicenda e mostra anche le loro (rare) foto.
Della divisione Acqui fa parte anche Pasquale Cappetta, chiamato alle armi a maggio e fatto prigioniero a settembre. Sarà il prigioniero matricola 117709, nel campo di Luckenwalde, Stalag del settore III A.  
Pasquale Cappetta in una foto risalente al periodo
in cui era emigrante in Germania; fonte: Gozlinus
Come abbiamo riportato in altri nostri post, di lui gli Archivi Arolsen conservano due documenti.
Ecco un foglio di registro, con numero di matricola, codice del campo di prigionia, data di nascita a professione (o impiego nel campo):
Pasquale Cappetta è definito "bauer", "contadino"; fonte
Questo documento sembra essere un appello mensile (nel febbraio 1944):
Il nome che nell'elenco viene dopo Cappetta Pasquale sembra di un valvese,
ma la data di nascita non corrisponde; fonte


Approfondimento
Sulla Divisione Acqui si vedano i post:

🎧 Podcast

Nei seguenti episodi del podcast "Il giorno dopo" ci sono altre informazioni sula Divisione Acqui:

03 agosto 2023

IL MISTERO DEI DUE CADUTI IN GUERRA CON LO STESSO NOME

È bello raccontare storie in cui tutti i tasselli siano al posto giusto, ma a volte capita di dover ammettere che i dubbi sono superiori ai dati accertati. Altre volte ci sono i dati e addirittura le foto, ma in paese non c'è più memoria delle persone.
Questo è uno dei casi.
Due caduti in guerra valvesi hanno lo stesso nome e sono di difficile identificazione: Giuseppe Macchia.
Giuseppe Macchia fu Giacomo (1911)
Il primo è nato nel 1911 ed è uno dei caduti della Divisione Acqui, a Corfù, il 9 settembre 1943. 
Ne abbiamo una foto grazie a un meritorio lavoro di una classe del liceo "G. Da Procida" di Salerno:
fonte
Ecco il suo atto di nascita:
Nel 1937, Giuseppe sposa Giacomina Cuozzo, a Caposele.
Non sono chiari i motivi di questa scelta degli sposi, visto che entrambi sono residenti a Valva, ma leggendo l'atto di matrimonio possiamo formulare un'ipotesi:

La mamma dello sposo, Francesca Torsiello (già defunta all'epoca del matrimonio) in questo documento risulta residente a Caposele.
Gli sposi potrebbero aver scelto di farle un omaggio celebrando il proprio matrimonio a Caposele (o più probabilmente al santuario di Materdomini, frazione di Caposele).
I genitori della sposa sono Michele Cuozzo (già defunto) e Maria Michela Di Leone. 
Non risultano figli negli anni successivi.
Giuseppe partecipa alle operazioni di guerra sul fronte albano-greco-jugoslavo fino alla resa della Grecia e riceve il distintivo del Regio Governo d'Albania. Successivamente è aggregato al Battaglione mitraglieri. 
Quando cade a Corfù, suo padre risulta già deceduto, come vediamo al monumento ai caduti a Valva: 

Giuseppe Macchia di Carmine (1921)
Nemmeno l'altro Giuseppe Macchia è stato identificato.
Nato a Valva il 24 settembre 1921 in via Madonna degli Angeli, è figlio di Carmine e di Anna Spiotta.
Quando Giuseppe nasce, suo padre Carmine è un pastore di trenta anni.
Il soldato risulta caduto il 1 agosto 1943.
Al Comune di Valva  con un evidente errore  risulta "ritenuto disperso in Atene nel settembre 1944 (sic!)".

Approfondimento

Ecco altri post in cui sono citati i due soldati:

Questo è un post di Gozlinus:

28 febbraio 2022

LA PRIMA RESISTENZA: I VALVESI CHE NON SI ARRESERO AI TEDESCHI

All'indomani dell'8 settembre, la Divisione Acqui di stanza nell'isola di Cefalonia è chiamata a una scelta drammatica.

Arrivano infatti ordini contraddittori: il comandante dell'XI Armata emana l'ordine di resa ai tedeschi in tutta la Grecia, ma il comandante della Divisione, Gandin, prende tempo; solo il 13 settembre arriva dal Comando Supremo italiano l'ordine di resistere alle forze tedesche, che devono essere considerate nemiche.

Con l'ultimatum tedesco accade qualcosa di inedito: una consultazione fra le truppe italiane; ai soldati viene chiesto se consegnare le armi o combattere contro i tedeschi, quasi tutti decidono di combattere.

Il 15 settembre inizia la battaglia. 

fonte

Le truppe tedesche, grazie ai rinforzi giunti dall'entroterra e soprattutto grazie all'appoggio aereo, hanno la meglio sui soldati italiani dopo circa una settimana di combattimenti.

Gli italiani si arrendono il 22 settembre, ma questo non ferma il massacro; il 24, le salme degli ufficiali trucidati nella "Casetta rossa" vengono gettate in mare, i corpi dei soldati bruciati.

"Ecco la divisione Acqui che sale in cielo", dicono ancora oggi nella vicina isola di Itaca quando vedono nuvole nere all'orizzonte, alludendo a quelle tragiche fiamme.

Nei tre giorni seguenti, i massacri si ripetono a Corfù, dove i tedeschi sono sbarcati il 24 settembre.

La tragedia della Divisione Acqui non finisce a Cefalonia.

Tre navi che trasportano i prigionieri vengono affondate, causando oltre mille morti. Circa seimila sopravvissuti iniziano un viaggio di oltre un mese verso i campi di prigionia nell'Europa dell'Est.


I valvesi sul fronte greco

A Cefalonia risulta disperso Alfonso Feniello, a Corfù Giuseppe Macchia (classe 1911). Un altro valvese, Enrico Fusella, risulta disperso a Rodi. 

Due valvesi sono caduti in Grecia nell'estate del 1943: Giuseppe Macchia (classe 1921) e Michele Macchia.

Amodio Cuozzo e Settimo Fasano sono stati fatti prigionieri in altre due isole: Rodi e Coo.

Altri due valvesi sono stati fatti prigionieri sul "fronte greco", ma ancora non siamo in grado di indicare con precisione il luogo; sono Cosimo Feniello e Angelantonio Marciello.


Per approfondire

Un breve video di Rai Cultura:

https://www.raicultura.it/storia/articoli/2021/05/Leccidio-di-Cefalonia-6c4e0188-5bc8-4ccd-bce3-077e3fac2f7a.html

Una sintesi dei fatti, con foto significative:

https://museonazionaleresistenza.it/story/il-massacro-della-divisione-acqui/

Un articolo del Corriere, che presenta uno studio di Elena Aga Rossi, edito da il Mulino: 

https://www.corriere.it/cultura/16_settembre_04/cefaonia-eccidio-il-mito-elena-aga-rossi-generale-gandin-7410820c-72ab-11e6-9754-0294518832f8.shtml

Un articolo di Giorgio Rochat: 

http://www.isrecbg.it/web/wp-content/uploads/2014/03/65-Cefalonia_Rochat1.pdf

L'elenco dei caduti della Divisione Acqui:

http://www.associazioneacqui.it/it/pagine/reduci-m-patria.html


G.V.