04 luglio 2025

BREVE COME UN GIORNO DI NOVEMBRE

Maria Concetta.
Questo è il nome che la bambina porta scritto su un cartello legato al petto.
Chi l’ha lasciata alla ruota di Valva ha aggiunto un particolare: “Battezzata a 10 novembre andante mese ed anno”.
E’ il 13 novembre 1847; “la pia ricevitrice di questa ruota Geronima Libero” presenta al sindaco Giovanni Marcello “una bambina, avvolta in pochi cenci, che è stata esposta a questa suddetta ruota in questa scorsa notte a circa le ore quattro, la quale dimostra di essere venuta alla luce pochi dì innanzi”.
Il sindaco impone alla bambina il cognome Pinto (ma il testo non è chiarissimo), la iscrive nel “registro di atti diversi” (e non nel registro delle nascite), “per dare esecuzione alla legge”; poi la invia al parroco per farla battezzare, “dubitando della veracità del biglietto che portava”.
Sembra l’inizio di una bella storia: una trovatella che diventa adulta e magari va in America dove fa fortuna e diventa mamma e nonna di una bella famiglia.
Invece, nel registro di atti diversi del 1847 alla pagina successiva troviamo la triste fine di questa storia.
Il 18 novembre Felice Vacca (che era il becchino comunale, anche se in questo atto risulta semplicemente “bracciale”) e Francesco Feniello dichiarano che “a circa le ore dieci di questa scorsa notte” è morta la “projetta” Maria Concetta Pinto, “esposta a questa ruota nella notte antecedente al dì 13 novembre”.
Forse dovremmo ricercare queste storie raccontate nei registri di atti diversi: come anomalie nella quotidianità dell’Ottocento, in cui il padre -o in alcuni casi la levatrice- andava in comune e mostrava il neonato -a quanto riportano i registri- al sindaco, che lo vedeva e ne registrava la nascita alla presenza di due testimoni. Il ritrovamento -e in alcuni casi la morte- di un trovatello -o un “projetto”, con la grafia del tempo- era un evento per il quale era previsto un registro particolare.
A questi "gelsomini notturni" il nostro blog cercherà di dedicare un lavoro che aiuti a conoscerne le vicende.

G.V.