07 dicembre 2023

DON GIACOMINO, IL RAGIONIERE CHE ERA STATO PRIGIONIERO DOPO CAPORETTO

Una foto con i reduci valvesi della Grande Guerra.
Dal prezioso libro fotografico di Ubaldo Falcone dedicato a Villa d'Ayala Valva, pubblichiamo questa straordinaria testimonianza; i reduci valvesi della Grande Guerra radunati nel Teatrino di Verzura della Villa.
Uno di loro è Giacomo Strollo.
Questa è la sua storia
Nato il 3 settembre 1898 da Giovanni e da Diletta Grasso, Giacomo è chiamato alle armi nel marzo 1917, assegnato al 14° Reggimento Fanteria. 
L'estate 1917
L'11 luglio lo troviamo nel Centro di mobilitazione mitraglieri Fiat di Brescia, il 17 luglio giunge in "territorio dichiarato in istato di guerra", il 29 è nel Battaglione complementare Brigata "Avellino", Deposito 231° Fanteria. Il 5 agosto è nel 155° Reggimento Fanteria.
Il reggimento fa parte della Brigata Alessandria. Il 19 agosto i reparti di entrambi i reggimenti che costituiscono la brigata cercano di conquistare il monte Mrzli, ma il terreno insidioso e la difesa nemica non permettono di conseguire un risultato soddisfacente.
Ottobre 1917
Coinvolta nell'offensiva di Caporetto, il 24 ottobre la brigata Alessandria opporre una fiera resistenza, ma non può contenere l'attacco e subisce molte perdite fra caduti e dispersi. 
Proprio il 24 ottobre Giacomo viene fatto prigioniero ed internato a Braunau.
La grafia non è chiara né lo è l'identificazione del campo: infatti nella Grande Guerra ci sono due località con questo nome che ospitano un campo di prigionia.
Braunau am Inn in Austria è celebre per essere la città natale di Hitler; un'altra città di nome Braunau si trova nell'attuale Repubblica Ceca (ai confini con la Polonia).
Il ritorno in patria
Rimpatriato dalla prigionia, Giacomo viene aggregato al "campo di concentramento" di Firenze il 26 dicembre 1918; ovviamente, nel lessico militare del tempo l'espressione non ha il sinistro peso che ha assunto successivamente.
Dal preziosissimo sito Storia e memoria di Bologna, leggiamo queste informazioni che possono riguardare anche il nostro soldato:
[Secondo i vertici politico-militari italiani], il ritorno a casa dei "morti ambulanti" (come un osservatore li definì) andava ritardato, anche a costo di nuove sofferenze. Essi andavano interrogati al fine di accertare le cause della loro cattura e per sottoporli ad eventuali procedimenti penali, nel caso le modalità della cattura fossero risultate sospette. Per le autorità militari questa necessità divenne prioritaria rispetto all'urgenza di curarli, sfamarli e rivestirli dopo anni di privazioni patite in guerra e nei campi di concentramento austro-tedeschi, anche per il timore della diffusione delle nuove idee bolsceviche con le quali essi potevano essere entrati in contatto Oltralpe. Nel sollecitare un miglioramento delle condizioni morali e materiali dei campi, il Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando scrisse infatti che si trattava di "uomini che poi si spargeranno in ogni parte del Paese, e dipende da noi farne apostoli di patriottismo o germi di dissolvimento".  fonte
Nel gennaio 1919 è nel 14° Reggimento Fanteria "Foggia" e nell'aprile è aggregato al Distretto dell'Aquila.
Giacomo viene mandato in licenza illimitata in attesa di congedo nel marzo 1920, con il permesso di fregiarsi della medaglia celebrativa della vittoria.
Negli anni successivi diventerà il ragioniere dell'azienda agricola del marchese d'Ayala-Valva.
Nel foglio matricolare di Giacomo Strollo leggiamo che era studente di un istituto tecnico. 
Gli istituti tecnici erano scuole che preparavano agli studi universitari scientifici. Con la riforma Gentile del 1923 i regi istituti furono chiusi: da essi nacquero il liceo scientifico e gli istituti tecnici che conosciamo ancora oggi (ragioneria compresa).

Ecco "don Giacomino" in una foto degli Anni Venti-Trenta: dopo una battuta di caccia, il gruppo posa davanti alla fontana della Taverna del Bosco.

Giacomo Strollo è il primo in basso a sinistra; fonte

Un grazie a Ubaldo Falcone per la gentile collaborazione. 

G.V.