L'identità passa anche attraverso la devozione popolare al santo patrono e una statua è il segno visibile di un legame profondo.
E' il 1918, siamo a Batavia, nello stato di New York, contea di Genesse; a circa 80 chilometri, le cascate del Niagara, mentre la città di Buffalo è un po' più vicina.
Batavia è una città in rapida crescita demografica, grazie all'arrivo di immigrati polacchi e italiani: la popolazione arriva a circa diecimila abitanti; da tre anni la città ha ottenuto lo status di "città incorporata", ovvero di municipalità ufficialmente riconosciuta.
La statua
Tra gli italiani, c'è una nutrita comunità di valvesi.
Oltre quaranta di essi partecipano alla colletta per l'acquisto di una statua di San Michele Arcangelo, patrono di Valva.
La statua viene collocata nella chiesa di Sant'Antonio; oggi la chiesa è chiusa, ma la statua c'è ancora: è nella chiesa dell'Ascensione.
Ecco l'elenco dei valvesi che hanno partecipato alla sottoscrizione:
Oltre un terzo dei partecipanti si chiama Michele o è figlio di un Michele; notiamo che è ancora poco diffuso il nome Gerardo (san Gerardo è stato canonizzato da meno di quindici anni). Si segnala la presenza di due donne. I cognomi sono abbastanza vari, compresi alcuni oggi poco diffusi a Valva o non più attestati.
Quante storie, dietro quei nomi...
Tra le persone che riteniamo di aver identificato, c'è un valvese che di lì a pochi mesi morirà nella Grande Guerra: Giuseppe Cuozzo.
Nato a Valva il 27 febbraio 1889, figlio di Giacomo e di Maria Michela Vuocolo, risulta "killed in action" in Francia il 20 settembre 1918. Combatteva nel 309th Infantry Regiment, 78th Division.
Con molta probabilità Giuseppe è il fratello di Giovanni, che risulta morto per malattia a Vicenza il 25 marzo del 1917, ventenne: è a tutti gli effetti un caduto in guerra valvese.
Approfondiremo i documenti per ricostruire una storia che merita di essere raccontata: due fratelli caduti nella stessa guerra, combattendo in due eserciti diversi. Vittime della guerra e dell'emigrazione.
Forse abbiamo identificato un altro nome: un altro valvese che sta per combattere con l'esercito americano, Pietro Falcone.
Negli Stati Uniti dal 1913, nel 1918 risulta in guerra: parte il 22 maggio da Hoboken (New Jersey) per raggiungere la Francia.
Nei documenti militari del viaggio di andata troviamo il nome el fratello Michele, in quelli del viaggio di ritorno la sorella Giuseppina. Pietro è nella Quarta Batteria di mortai da trincea.
Pietro tornerà negli Stati Uniti nell'aprile 1919. Si sposerà nel luglio 1921.
Più sicura è l'identificazione di Onofrio Marcello; il nome è meno diffuso, il cognome è scritto in una variante abbastanza rara, dunque siamo quasi certi che sia la stessa persona che compare in questo documento:
E' un'assicurazione legale, serve a garantire che Onofrio gestisca correttamente il patrimonio del defunto Pasquale Cecere, anch'egli emigrato valvese: una misura di sicurezza per evitare problemi o perdite per lo stato o per gli eredi.
Pasquale Cecere è morto senza lasciare testamento: dunque Onofrio deve amministrarne correttamente il patrimonio, pagare eventuali debiti del defunto, distribuire i beni agli eredi, seguire le istruzioni del tribunale. Per fare questo, stipula una polizza assicurativa (con la United States Fidelity and Guaranty Company), che promette di pagare fino a 5mila dollari se Onofrio non adempie ai suoi doveri di amministratore.
Le foto della statua di San Michele e dell'elenco dei valvesi che hanno contribuito al suo acquisto sono state fornite dal signor Carminuccio Del Plato, che ringraziamo per la gentile collaborazione.
Pasquale Cecere è morto lavorando alla costruzione delle ferrovie americane.
Sua figlia Antonia, lasciata bambina a Valva, sarebbe un giorno diventata la mia bisnonna.
G.V.