Da notizie e documenti finora pervenuti risultano caduti in guerra 12 militari di questo comune. È il 13 giugno 1919 e il sindaco di Laviano Foselli detta queste prudenti parole in un telegramma indiririzzato alla Sottoprefettura di Campagna.
Il numero crescerà, come in genere accade in casi come questi: i dispersi che non tornano, altre notizie che arrivano dai vari ospedali e famiglie che hanno coltivato una flebile speranza devono arrendersi all'inesorabile.
Altri sindaci del comprensorio di Campagna già indicano, in questo telegramma informativo, il numero dei dispersi e dei morti per malattia.
A Laviano ci penserà il monumento, inaugurato proprio cento anni fa, a definire il numero totale dei cadui: 26.
Documenti alla mano, per la verità, il dato suggerisce qualche riflessione.
Diamo la parola al monumento, come è giusto.
Morti in combattimento: quattordici, di cui tre ufficiali.
Tra i soldati, uno risulta volontario.
Morti in ospedale: quattro soldati, di cui uno volontario.
Dispersi: cinque soldati, tra cui un ufficiale.
Morti in prigionia: tre soldati.
Totale caduti indicati sul monumento: 26
Un elenco scritto in modo chiaro e ordinato, nomi consolidati dalla tradizione: famigliari e poi discendenti, reduci e poi membri delle associazioni custodi della memoria, generazioni di studenti nelle celebrazioni hanno scandito questi nomi rispondendo "Presente!" al posto di questi loro concittadini rimasti per sempre giovani perché chiamati dalla loro terra ("gleba", come è scritto nell'epigrafe) verso il Carso, l'Isonzo, il Piave: il cimitero della gioventù.
Dobbiamo dunque accostarci all'Albo d'oro dei caduti della Grande Guerra con grande delicatezza e proporre delle ipotesi per cercare di spiegare eventuali incongruenze.
Partiamo da un dato insolito: un soldato risulta tra i caduti nell'elenco ufficiale ma il suo nome non è presente nel monumento.
Stiamo parlando di Vincenzo Nicastro di Giuseppe (classe 1895) che risulta morto proprio a Laviano per malattia, il 12 marzo 1916. Possiamo ipotizzare che il riconoscimento della morte "a causa della guerra" sia avvenuto in ritardo, anche se cinque anni non sembrano pochi.
Un soldato presente nel monumento non è inserito nell'Albo: Francesco Fasano (morto in prigionia).
Non avendo a disposizione il nome del padre, che non è indicato nel monumento, la ricerca diventa un po' più complessa. Nell'Albo d'Oro dei caduti troviamo un Francesco Fasano di Pasquale, nato a Santomenna il 19 settembre 1890 ed effettivamente morto in prigionia (il 3 giugno 1918). Se è lui, evidentemente si è trasferito a Laviano, ad esempio per matrimonio. Alla sua morte, i suoi nuovi concittadini lo hanno considerato, comprensibilmente, un lavianese e hanno inserito il suo nome nel monumento ai caduti. Visto che nell'Albo risulta tra i caduti di Santomenna, ipotizziamo che all'atto dell visita militare non si fosse ancora trasferito a Laviano.
Nel terzo post della nostra trilogia dedicata ai 100 anni del monumento di Laviano pubblicheremo l'elenco completo dei caduti con date di nascita, causa, data e luogo di morte di tutti i caduti lavianesi della Prima Guerra Mondiale.
Approfondimento
Ecco il primo post dedicato ai 100 anni dall'inaugurazione del monumento di Laviano:
I cento anni del monumento ai caduti di Laviano- Un secolo di memoria
G.V.