29 gennaio 2023

LA STORIA DI ONOFRIO, IMI ED EMIGRANTE

Una storia emblematica, che parte da lontano.

Hanno gli occhi un po' smarriti di chi non è abituato a mettersi in posa davanti a un fotografo, i dodici soldati valvesi che sono ritratti in una foto dopo i funerali di un loro compaesano, sergente, morto in combattimento sul Monte Grappa l'11 dicembre 1917.

La foto è tratta dal post Soldati di Valva, pubblicato da Gozlinus

Il nome del sergente caduto rivivrà in due nipoti: Onofrio Mastrolia.

Questa è la storia di Onofrio figlio di Sabato e Artemisia Figliulo, nato il 26 dicembre 1923.

Giunto alle armi nel gennaio 1943, Onofrio è assegnato al 49.mo Reggimento Fanteria in Ascoli Piceno. Nel settembre 1943 il reggimento risulta impegnato in Albania.

Non conosciamo il giorno né il luogo esatto della cattura, ma sappiamo che è stato internato militare in Germania perché l'Archivio Arolsen conserva alcuni interessanti documenti su di lui.

Gli IMI diventano "lavoratori civili"

La vicenda del fante Onofrio Mastrolia è particolarmente significativa perché  testimonia una particolare fase della vicenda degli IMI: la loro trasformazione in "lavoratori civili".

In seguito agli accordi tra Hitler e Mussolini, sottufficiali e soldati prigionieri vengono smilitarizzati d'ufficio e trasformati in lavoratori civili formalmente liberi.
Gli storici Avagliano e Palmieri, nel loro I militari italiani nei lager nazisti- Una resistenza senz'armi (1943-1945) presentano il cambiamento di status giuridico come un passaggio che comporta qualche vantaggio, come ad esempio l'iscrizione alla previdenza sociale e alla mutua, il pagamento del salario non più in moneta del lager ma in marchi; inoltre, è prevista anche l'apertura delle porte dei campi. 
Tuttavia, scrivono i due autori:  
Resta [...] una libertà solo formale, a cominciare dall'impossibilità di rimpatriare e di sottrarsi al lavoro pesante, nonché l'obbligo di fatto di vivere negli stessi campi di concentramento dove si era patita la detenzione fino a quel momento. Lo stipendio lordo di 180-220 marchi mensili in media, inoltre, sconta comunque l'obbligo di acquistare beni solo negli spacci e nei negozi muniti di apposita licenza ed è decurtato del 25% per tasse e altre spese, mentre il 50% è versato allo Stalag per il vitto e l'alloggio, senza considerare le multe.

Onofrio è stato nel campo di Doehrbruch, 126 (Hannover). 

Nell'elenco molto dettagliato del sistema dei campi nazionalsocialisti, pubblicato nel 1999 a cura di Martin Weinmann, quello di Doehrbruch viene definito "campo di lavoro civile".

Come vediamo in questo documento, Onofrio Mastrolia lavora presso un grossista di legname, ad Hannover (Hamelnstrasse, 44).


In questo altro documento, che testimonia l'iscrizione alla Cassa Malattia tedesca (A.O.K.), troviamo le date: Onofrio ha lavorato presso il grossista di legname dal 23 settembre 1944 al 7 aprile 1945.

La grafia del nome è un po' incerta e la data di nascita non è precisa.

Nei mesi successivi, la liberazione ad opera deli Alleati.

Ecco la scheda -in inglese- compilata il 9 luglio 1945:

Alla domanda (18) risponde di dichiararsi "prigioniero di guerra", nel punto successivo dichiara di non avere denaro con sé. Non è indicato il "Displaced Persona Office"  che ha redatto la scheda (ufficio persone sfollate); la G in alto a sinistra nel numero di matricola indica che il prigioniero è stato liberato in Germania.

Onofrio Mastrolia sarà rimpatriato l'8 settembre 1945, esattamente due anni dopo la cattura.

Negli anni successivi, emigrerà in Francia.

Il suo nome ha attraversato il Novecento e ne ha sperimentato la durezza.


G.V.