23 gennaio 2023

TUTTI I VIVI ALL' ASSALTO!

Raffaele Cuozzo era un mitragliere del 156 Battaglione della Divisione Fanteria Vicenza; risulta disperso in Russia in data 31 gennaio 1943. 

Ritirata italiana in Russia; fonte

Renza Martini, esperta delle vicende della spedizione in Russia e della tragica ritirata, riassume così le vicende della Divisione Vicenza, nel gennaio '43:

La Vicenza era priva di artiglieria perché fu inviata con servizi nelle retrovie, controllo prigionieri e antipartigiani e si trovò invece ad essere spostata in prima linea al posto della Julia, che era stata a sua volta spostata a sud e decimata dagli attacchi dei russi a metà dicembre. 
Possiamo dunque ipotizzare che Raffaele Cuozzo sia caduto nell'ultima parte della ritirata, nell'ultimo combattimento in uscita dalla sacca, a Valujki.

E' possibile che Raffaele sia caduto davvero il 31 gennaio oppure è una data approssimativa?

Se Raffaele è caduto il 31 gennaio, vuol dire che il suo battaglione era fuori dalla sacca del Don, mentre nei giorni precedenti era ancora in marcia. Le colonne, per evitare l'accerchiamento, erano state costrette ad aprirsi la strada combattendo prima a Nikitowka (il 25 gennaio), alcuni elementi si erano diretti con la Tridentina verso Nikolaevka (26 gennaio) ma la maggioranza  è stata intrappolata a Valujki il 27 gennaio, costretta alla resa dai reparti del 7 Corpo di cavalleria sovietico. 

Rotta degli alpini nel gennaio 1943. In evidenza, le località di Valujki e di Nikolaevka; fonte

Cosa accade ai corpi dei soldati caduti durante la ritirata?

I morti del ripiegamento, a causa delle circostanze eccezionali in cui i nostri soldati vennero a trovarsi, vennero lasciati insepolti. Giunto il disgelo, fu la popolazione locale a scavare fosse comuni in cui i morti vennero inumati.
Il fante Raffaele Cuozzo

La strada del davai

A Valujki inizia quella che Nuto Revelli, ufficiale degli alpini in Russia e poi protagonista della Resistenza nel Cuneese, ha definito "la strada del davai", parola che in russo significa "avanti, cammina!".

Revelli ha raccolto storie degli alpini della Cuneese, facendo emergere lo sfacelo dell'esercito e la tragedia di uomini gettati allo sbaraglio. Idealmente, però, è come se desse la parola a tutti gli alpini e a tutti i soldati impegnati nel fronte russo perché, come egli stesso osserva, gli alpini erano una minoranza (circa un quarto) del corpo di spedizione: "Non dimenticare vuol dire ricordare tutti".

Ecco una sua significativa descrizione degli eventi del gennaio 1943; il ritmo concitato del racconto esprime bene la concitazione degli eventi:

Con il gennaio 1943 inizia la corsa verso casa. Le notti all'addiaccio, la fame, il freddo, la pazzia, in una terra dove ogni isba ricorda una forza, un eccidio, un deportato, un prigioniero russo assassinato. Chi scappa, chi combatte, chi butta i gradi, chi soccorre un ferito, chi muore di fame, chi mangia e ingrassa, chi viaggia come un baule su una slitta rubata, chi spoglia i morti e chi li copre con pietà. Ogni uomo è nudo, molti uomini sono bestie. [...] Più di duecento tradotte, nell'estate del 1942, avevano portato in Russia il corpo d'armata alpino: diciassette brevi tradotte, nella primavera del 1943, riportarono in Italia i feriti e i congelati, e i quattro muli usciti dalle sacche.

Tutti i vivi all'assalto!

La Divisione Vicenza, alla quale apparteneva Raffaele Cuozzo, è citata anche in questa pagina del Sergente nella neve, il celebre racconto autobiografico che Mario Rigoni Stern ha dedicato alla Ritirata di Russia:

"Vestone, quanti siete?". Troppi pochi. Val Chiese, Tirano, Edolo, ci siete? Morbegno, dov'è il Morbegno? Non c'è Il Morbegno, non c'è più, è rimasto indietro. E gli altri, dove sono? La Julia, la Vicenza, la Cuneense? La Julia c'è, è là: 4000 son rimasti appena ma gli altri dove sono? Non ci sono. Radunarsi, allora, munizioni, baionette, e i feriti? Anche loro, anche i feriti servono. Tutti quelli che camminano, tutti quelli che possono sparare, tutti. E così, sono le 15.30 in quel villaggio dimenticato da dio, che nasce l'ultimo ordine del Generale Reverberi: “TUTTI I VIVI ALL’ASSALTO!”.

Un grazie particolare a Renza Martini, appassionata e disponibilissima esperta dell'argomento e competente custode della memoria degli italiani caduti e dispersi in Russia. 

G.V.


🔍Approfondimenti

Ecco alcuni post dedicati alla guerra in Russia:


La storia di Raffaele Cuozzo è pubblicata anche sul sito www.divisionevicenza.it 
Un sentito ringraziamento ai pronipoti Norma e Michelino Caldarone.
Per la storia di Prospero Annunciata, un sentito ringraziamento alla pronipote Veronica Cuozzo.