17 febbraio 2024

IL SEME DELLA MEMORIA: 17 FEBBRAIO 1924, NEWARK

 

Centenario della serata organizzata 

dal circolo valvese di Newark 

per il  Monumento ai caduti 

Newark - Valva, 1924-2024 

Alcuni hanno un papavero sulla giacca. 

Fa freddo fuori: siamo a febbraio, nel New Jersey, ma l’auditorium Saint Michael è gremito. 

Ormai il papavero è diventato, negli Stati Uniti come in Inghilterra, il simbolo del sacrificio dei caduti in guerra. È stata scelta la scontrosa bellezza di un fiore che nasce sulla terra che copre i corpi dei soldati, in quel cimitero della gioventù che è diventata l’ Europa, nella Grande Guerra.

Questa domenica sera qui a Newark si parla di caduti, quelli di un Paese lontano dall’altra parte dell’oceano, in Europa, in Italia, in un paesino della provincia di Salerno.

Se ne parla perché questa sera un circolo di emigrati italiani ha organizzato un appuntamento di cui tutti i membri sono orgogliosi.

Il programma della serata è molto ricco.

Lo hanno scritto sui manifesti e sugli inviti, che con impegno ed entusiasmo hanno distribuito nei giorni scorsi:

Grande serata di beneficenza per l’erigendo monumento in Valva

ai Caduti per la Patria.

Auspice il Circolo valvese di Maria Assunta.

17 febbraio 1924

St. Michael Auditorium

Newark, New Jersey

Il presidente del circolo, Michele Feniello, questa sera è emozionato.
E' emigrato negli Stati Uniti da tempo, ed è diventato cittadino americano ormai da venti anni.
Questo non gli impedisce comunque di sentirsi ancora un vero italiano.
Ha preparato il suo discorso con cura, perché ha deciso che non poteva parlare a braccio: questa serata è troppo importante per lui e ha paura di essere tradito dall'emozione.
L'oratore del circolo valvese di Newark, Giuseppe Spiotta, è invece più giovane e sembra più a suo agio davanti al pubblico; per questo lo hanno inserito nell'ufficio stampa del comitato pro monumento.
Giuseppe è a Newark con la mamma Gelsomina e con il fratello Alessio, da dieci anni.
Nel 1917 è stato registrato nelle liste di leva dell'esercito americano e due anni fa ha presentato domanda di naturalizzazione.
Si può essere cittadini americani e sentirsi italiani.
Lo pensavano anche i giovani valvesi emigrati qui in America che nel '17 si sono arruolati con l'esercito statunitense; quattro di loro sono caduti in Francia e questa sera il presidente li ricorderà.
Esprimerà l'auspicio che i loro nomi siano incisi sul marmo del monumento che sta per sorgere al paese, oltre l'oceano infinito, nella bella e povera terra d'Italia, a Valva.

Dopo i discorsi ufficiali, il programma prevede canti patriottici.
È come la tonalità sulla quale accordare la serata.
Questo è un momento di omaggio alla patria lontana e questo luogo, in questa fredda domenica di febbraio, è Italia.
Poi ci sarà un momento teatrale.
Un dramma che ultimamente qui in America è molto rappresentato: I cospiratori, opera postuma di Antonio Scalvini.
Risorgimento, lotta di liberazione contro gli austriaci.
Un tema attuale, molto attuale.
Il Risorgimento è stato compiuto solo con la guerra: non manca la delusione nell'opinione pubblica italiana per una vittoria che sembra a molti "mutilata".
Anche le associazioni di italiani qui in America hanno vissuto con passione la vicenda delle "terre irredente", raccogliendo fondi per la "città martire" di Fiume. 
Dopo il teatro, il caffè concerto.
Ci sarà un ospite d'eccezione: una star nella comunità italo-americana.
Eduardo Migliaccio, meglio noto come Farfariello.
Viene da Cava de' Tirreni, è un artista che dà voce al sentimemto dell'emigrante del Sud: il disincanto di chi si trova ai margini del sogno. 
Le sue macchiette sono quadri satirici, graffiano con leggerezza.
Molto interessante l'aspetto linguistico dei suoi testi: un pastiche di italiano e dialetto che incontrano l'inglese degli americani.
Ultimo appuntamento della serata: seconda parte dei canti patriottici, con il maestro Carlo De Carli al piano.

Emozione, commozione, orgoglio: c'è aria di casa, in questa fredda domenica di febbraio, qui nel New Jersey.

Alla serata del Circolo Valvese di Newark abbiamo dedicato il documentario Di radici e di sangue.

un secolo di memoria, 4

G.V.