20 agosto 2025

LA CAMICIA NERA PRIGIONIERA DEI TEDESCHI E DEI PARTIGIANI JUGOSLAVI

La storia di Scipione Marciello è emblematica: racconta la complessità della guerra, la rapidità dei cambiamenti, il disorientamento che ha colpito giovani uomini che avevano creduto nel regime fascista e nel valore della lotta; lascia intuire, inoltre, lo scontro ideologico che attraversava il conflitto.
Scipione Marciello nella sua divisa di guardia comunale
Foto di Michele (Foto Falco) Falcone, fonte Gozlinus
La sua carriera militare ha due fasi molto diverse tra loro.
Nato a Valva il 19 gennaio 1910, fino al 1932 non presta alcun servizio alle armi, in quanto dispensato dal compiere la ferma e lasciato in congedo illimitato.

In Libia
Poi inizia una seconda fase, ricca di avvenimenti.
Il 16 settembre 1939 lo troviamo mobilitato nel 140° Reggimento della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, la cosiddetta Legione Aquila, con sede a Salerno.

Era un reparto della MVSN, composto in prevalenza da volontari. Aveva compiti di deposito e di addestramento. La MVSN era una milizia politica, una forza armata volontaria e uno strumento di controllo del territorio; i suoi compiti spaziavano dall'ordine pubblico alla partecipazione diretta ai conflitti.
Il 10 ottobre Scipione si imbarca a Napoli per la Libia. Viene rimpatriato e smobilitato il 24 maggio 1940.

La disciplina della Milizia
La carriera militare di Scipione registra una pausa di due anni, almeno a leggere il suo foglio matricolare. 
Il 26 luglio 1942 infatti è richiamato alle armi, nella stessa 140ª legione delle Camicie Nere. Lo stesso giorno lo vediamo destinato al Battaglione Smistamento 143, del campo di Pietrelcina in provincia di Benevento. Nel mese di agosto viene trasferito al 162° Reggimento delle Camicie Nere, al Comando Truppe n. 8 per essere avviato alle operazioni oltremare.
La sede del comando truppe n.8 è il Policlinico di Bari: Scipione stava attendendo di essere imbarcato verso la sua destinazione operativa. Dal suo foglio matricolare possiamo ipotizzare che il Policlinico di Bari fosse utilizzato come sede logistica e amministrativa militare, visto che leggiamo la dicitura "Tappa n. 8-Policlinico di Bari". Le tappe erano strutture militari che gestivano i movimenti di personale e materiali.
La disciplina all'interno della Milizia è molto rigida: i comandi enfatizzano l'ordine, la gerarchia e la lealtà a Mussolini. Di conseguenza, anche assenze brevi ma ingiustificate vengono punite e possono anche compromettere il futuro del milite.
Il 10 settembre 1942 lo troviamo presso il 162° Battaglione Camicie Nere. 

In Jugoslavia: guerra e prigionia
Fino al 31 agosto 1943 Scipione prende parte alle operazioni di guerra in Balcania, più precisamente in Jugoslavia con 162° Reggimento Camicie Nere nel 10° gruppo.
Il 1 settembre 1943 Scipione viene trasferito all'84° Reggimento Fanteria, 1° Battaglione  Compagnia.
A questo punto sul foglio matricolare di Scipione Marciello troviamo due voci assai stringate, che racchiudono un periodo sicuramente terribile per il giovane soldato.
Il 21 ottobre 1943 viene catturato dai tedeschi e "ristretto in campo di concentramento in Iugoslavia"
Il 10 settembre 1944 risulta "prigioniero dei partigiani Iugoslavi".
La sintesi burocratica non può restituire il contesto storico degli eventi nella regione balcanica, ma ci fa intuire l'instabilità del periodo: da alleati d'acciaio, i tedeschi diventano i principali nemici dell'Italia; i partigiani jugoslavi lottano contro i tedeschi, ma rappresentano comunque un destino incerto per chi finisce nelle loro mani.

Il contesto balcanico
Nel periodo tra il 1943 e il 1944 la Jugoslavia è teatro di intensi combattimenti tra i partigiani titini e le truppe di occupazione dell'Asse. 
Dopo l'8 settembre, molti soldati italiani vengono catturati dalle forze tedesche e inviati in Germania come internati militari; anche in Jugoslavia ci sono campi di concentramento: uno dei più noti è il campo di Jasenovac, gestito dal regime ustascia croato, che ospitava principalmente detenuti civili e politici.
Alcuni italiani vengono  catturati dai partigiani jugoslavi, che in molti casi li trattano come prigionieri di guerra o li utilizzano come forza lavoro forzata.
Nel settembre 1944, la liberazione dei campi di concentramento nazisti in Jugoslavia è ancora in una fase iniziale. I partigiani, guidati dal maresciallo Tito, nella loro azione sono sostenuti dall'Armata Rossa.
 
Un'ipotesi su Scipione
Ipotizziamo che Scipione Marciello, dopo essere stato liberato dai partigiani jugoslavi, sia stato trattato come prigioniero di guerra, a differenza degli altri italiani liberati nella primavera del 1945 dalle Forze Alleate. 
A confermare la nostra ipotesi potrebbe essere la data del rimpatrio: alla fine del 1946, ovvero un anno e mezzo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Infatti, Scipione viene rimpatriato solo il 28 novembre 1946, quando risulta assegnato al Centro Alloggio di Bari.


Dal foglio matricolare di Scipione Marciello siamo riusciti a ricostruire vicende che ci ricordano quanto fossero complesse le scelte dei giovani soldati in quegli anni e quanto fosse alto il prezzo della fedeltà alla patria, servita da volontario. 
Una vicenda individuale che fa comprendere le contraddizioni e le tragedie di un’intera epoca.
G.V.