15 aprile 2023

PIERINO, IL CALZOLAIO PRIGIONIERO IN SUDAFRICA

Soldato prima della guerra, ancora prigioniero quando era già finita.

Pierino Vacca era infatti militare in Libia  prima che iniziasse la guerra ed è tornato a casa sei mesi dopo la fine di questa.

In mezzo, sette mesi di guerra e oltre quattro anni di prigionia.

Militari  italiani prigionieri degli inglesi in Sudafrica; fonte

Nato a Valva nel 1914, di professione calzolaio, Pierino  giunge al centro mobilitazione presso l'ospedale militare di Napoli a fine maggio 1940: l'Italia non è ancora entrata in guerra quando egli sbarca in Libia, il 5 giugno.

I giornali di martedì 11 giugno riportano, con toni trionfali, la notizia del discorso di Mussolini della sera prima; ecco una celebre prima pagina, cha dà la notizia dell'entrata in guerra:

Quello stesso giorno, Pierino Vacca viene assegnato alla 15.ma sezione di Sanità mobilitata; "portaferiti", è annotato sul suo foglio matricolare.

Una curiosità: tra le "cognizioni extraprofessionali" dichiara di saper andare in bicicletta.

Sul suo foglio matricolare l'informazione successiva è direttamente quella del 23 gennaio 1941; secca, come il linguaggio dei documenti militari sa essere: prigioniero di guerra in seguito agli avvenimenti di guerra in A.S. (Africa Settentrionale).

Cosa è successo il 23 gennaio 1941?

In mancanza di altri documenti, possiamo fare delle ipotesi.

La guerra in Libia fino al gennaio 1941

L’artiglieria italiana presente in Libia risale alla Prima guerra mondiale, gli automezzi sono insufficienti e il governatore Balbo sollecita rinforzi. 
Caduta la Francia nel giugno 1940, lo stato maggiore dell’esercito italiano pianifica un attacco all’Egitto, controllato dagli inglesi; nei messi successivi, però, Mussolini sposterà l’attenzione sulla Grecia e sulla Jugoslavia.   
Dunque i rinforzi non arrivano e intanto si intensificano le incursioni inglesi contro gli italiani.
Balbo morirà in volo il 28 giugno, abbattuto per un tragico errore dalla contraerea italiana a Tobruch (la piazzaforte italiana più difesa dell’Africa Settentrionale).
A settembre inizia l’offensiva italiana guidata dal nuovo governatore, Graziani. Viene conquistato il villaggio di Sidi el Barrani, sottratto agli inglesi (oggi in Egitto, a 240 km da Tobruch).
Gli inglesi ottengono i rinforzi richiesti e truppe fresche (indiani, australiani) e a dicembre infliggono gravi perdite agli italiani, facendo moltissimi prigionieri: lo schiera-mento italiano si mostra inadeguato a una guerra di movimento.
A gennaio, cade la piazzaforte di Bardia, non lontana da Tobruch; anche in questa occasione, sono molti i prigionieri italiani.
L’attacco ora è rivolto a Tobruch; nella notte tra il 21 e il 22 gennaio avviene l'autoaffondamento dell'incrociatore italiano San Giorgio. 
Alcuni reparti resistono fino al 23 gennaio.

La prigionia in Sudafrica

Dunque, Pierino Vacca è stato uno degli oltre ventimila soldati italiani fatti prigionieri a Tobruch. Di certo, il suo destino nei giorni e negli anni successivi è il medesimo di tanti italiani: le testimonianze parlano di una lunga marcia a piedi lungo la via Balbia, fino al porto di Sollum; poi, l'imbarco sulle navi per Alessandria d'Egitto e i campi di smistamento sul Canale di Suez.

Da lì, la maggior parte dei prigionieri italiani viene inviata nel campo di Zonderwater, in Sud Africa. 

Sarti al lavoro nel campo; fonte

Pierino Vacca sarà il prigioniero numero 114752 del più grande campo di prigionia degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale; ha raccontato di aver svolto la professione di calzolaio anche lì.

Falegnameria; fonte

Un frantoio nel campo; fonte

Una cittadella organizzata dagli italiani

Il campo di Zonderwater era costituito da quattordici blocchi, per un totale di 44 campi; ogni campo poteva ospitare duemila uomini, dunque un blocco ne accoglieva in media ottomila.

E' celebre l'organizzazione del campo: scuole per analfabeti, scuole di lingue e professionali, biblioteche, attività teatrali, musica, sport. Una vera e propria cittadella, dunque, progettata dai prigionieri italiani, con il sostegno del colonnello Hendrik Fredrik Prinsloo, un ufficiale illuminato che, come ha scritto Gian Antonio Stella, "cercò davvero di non aggiungere ferocia e protervia alle pene di quegli italiani prigionieri a migliaia di chilometri da casa". 

Una classe della scuola "Duca d'Aosta"; fonte

Calcio nel campo; ogni blocco aveva una sua squadra e si organizzavano campionati interblocco; fonte

Ci occuperemo ancora del campo di Zonderwater, in particolare dell'organizzazione del campo e dell'aspetto sportivo.

Il ritorno a casa di Pierino

Pierino Vacca risulta rientrato dalla prigionia e presentatosi al centro alloggio di Taranto il giorno 1 novembre 1945.

Forse ha fatto in tempo a seguire le notizie sulla sua amata Juve impegnata,  domenica 4, in una partita contro l'Atalanta finita 1-1, in quello che in anni così difficili si chiamava Campionato di Divisione Nazionale; a causa delle devastazioni dovute alla guerra, infatti, si era tornati a una divisione tra un campionato del Nord e del Centro-Sud, con un girone finale nazionale per l'assegnazione dello scudetto (quell'anno vinto dal Grande Torino).

Una bella foto della famiglia Vacca; Pierino è l'uomo al centro, l'altro a sinistra è suo padre Ermelindo, la signora con l'ampio fazzoletto in testa è la madre Maria Giuseppa Spiotta;
quella con il vestito più scuro e la bottiglia in mano è la moglie Velia Torsiello.
Tra i  bambini, la figlia Giuseppina è la seconda da sinistra, il figlio Ermelindo il penultimo; 
fonte

Oltre i cento anni

Nel 2014 Pierino Vacca ha raggiunto il mirabile traguardo dei cento anni.

Ecco le belle parole che gli ha dedicato il presidente dell'Associazione Zonderwater Block ex Prigionieri di Guerra, Emilio Coccia:

Cent'anni dei quali oltre cinque, tra i più belli della vita poiché a cavallo tra giovinezza e maturità, trascorsi in guerra, in prigionia, fra disagi e tormenti, privato della cara libertà e sempre a contatto con la sofferenza di tanti compagni d'arme. Ma è spesso in quei dolorosi frangenti dove nascono amicizie sincere e forse anche qualche buon ricordo: ricordo degli anni veri e forte insegnamento per quelli a venire.

                                                                                                                       G.V. 

Per approfondire:

🎥La battaglia di Tobruk- Carri armati nel deserto, video Rai

📙Carlo Annese, I diavoli di Zonderwater. 1941-1947. La storia dei prigionieri italiani in Sudafrica che sopravvissero alla guerra grazie allo sport

🔗http://www.zonderwater.com/it/prigionieri-di-guerra.html