19 aprile 2023

CARMINE, CADUTO NEL "VASTO URAGANO" DI CAPORETTO

Carmine Caldarone deve il suo nome alla data di nascita: 16 luglio, Madonna del Carmine; l'anno è il 1898. Su alcuni documeni militari il cognome è Calderone, nell'atto di nascita il cognome è scritto con la "a". 

Figlio di Michele Arcangelo e di Anna Strollo, nei documenti della visita di leva non è indicata la sua professione. 

Carmine parte per la Grande guerra, soldato del 79° Reggimento Fanteria; il suo reggimento insieme all'80°forma la Brigata Roma.

Fanteria a riposo: lavaggio degli indumenti, poi stesi ad asciugare; fonte

Dalla storia della Brigata, vediamo gli avvenimenti del 1917. 

Dal 24 maggio gli austriaci muovono numerosi attacchi contro le posizioni tenute dal 79° a Monte Majo; gli attacchi sono sempre respinti, con gravi perdite.

Cartolina ricordo del 79° Reggimento fanteria; fonte

Ad agosto la Brigata si trasferisce sul Carso, per prendere parte all'XI Battaglia dell'Isonzo (17-31 agosto 1917). 

Fino all'inizio di settembre ci sono feroci combattimenti sulla Bainsizza (una fascia di territorio a sinistra del fiume Isonzo), poi la linea si assesta. 

Altopiano della Bainsizza (oggi Slovenia); fonte

Il 22 ottobre la brigata si trova schierata nel settore Veliki Vhr-Na Gradu. 

Il 24 inizia la grande offensiva austro-tedesca. La Brigata resiste, ma poi deve ripiegare in seguito allo sfondamento di Caporetto.

Il 25 ottobre, Carmine Caldarone cade in combattimento. Non ha ancora venti anni. 

Così un celebre giornalista sul fronte di guerra, Luigi Barzini, racconterà quel 25 ottobre, con parole che tra l'altro danno un'idea del perché sia considerato un grande scrittore:

E' dunque la caratteristica guerra di montagna che divampa, irruenta attorno ai capisaldi, varia, tumultuosa, piena di vicende. Non è possibile in un così vasto teatro di lotta, dove ogni valle ha la sua battaglia, dove le cime separano nettamente le azioni così diverse fra loro, dove il combattimento non ha una linea di insieme, chiara e generale, comprendere i movimenti e le fasi, rendersi conto dei risultati, leggere lo sviluppo di questo vasto uragano.

Tra caduti e dispersi, il 79° Reggimento conterà oltre 1200 vittime nel periodo denominato "dall'Isonzo al Piave" (24 ottobre-4 novembre).

Nei giorni successivi, il 79° praticamente viene accerchiato e si sacrifica quasi per intero nelle trincee del Veliki. Della Brigata rimane un solo battaglione (erano sei). 

A testimoniare il valore del 79° Reggimento, ci sono le parole della motivazione della Medaglia di Bronzo, riferite ad eventi dei mesi successivi: "Dava prove luminose di pertinacia e di virtù militari opponendosi sul Piave all'urto di forti masse nemiche (19-24 giugno 1918)".

Sono note le conseguenze militari della "disfatta di Caporetto": l'esercito italiano viene messo in rotta e deve ripiegare sul Piave e sul Monte Grappa, abbandonando ai nemici l'intero Friuli e buona parte del Veneto.

G.V.