In tempo di pace, i figli piangono i genitori e li accompagnano nell'ultimo viaggio.
La guerra sovverte l'ordine naturale e a volte non consente nemmeno a una madre di piangere sul corpo del figlio.
I soldati partono giovani e a volte non tornano.
Non è tornato Carmine Corrado, deceduto durante la prigionia in un ospedale austriaco, a Wolfserg in Carinzia, nell'ultimo giorno del 1943.
Era stato fatto prigioniero dai tedeschi nel settembre 1943, sul fronte greco.
Sepolto nel vicino cimitero, dopo la Seconda guerra mondiale il suo corpo è stata traslato a Mauthausen, nel settore dedicato ai militari e civili internati dopo l'8 settembre 1943 nei campi nazisti.
La madre Caterina lo ha atteso invano e lo ha atteso da sola: suo marito Pasquale era deceduto nel settembre 1942 e non avevano altri figli.
Ora, nel cimitero di Valva almeno una semplice epigrafe con nomi, date e foto riunisce la famiglia Corrado.
Grazie alla gentile collaborazione del dipendente comunale Eliseo Feniello, che già molte volte ci ha dato informazioni preziose per le nostre ricerche e che è stato aiutato dal dipendente Gerardo Macchia, siamo riusciti a individuare e a fotografare l'epigrafe.
La foto di Carmine è quella meno chiara. Sarà stata sul comodino di mamma Caterina per quasi quarant'anni, l'ultimo pensiero di ogni sera di una madre che è morta senza riabbracciarlo.
Carmine sembra un ragazzo in una divisa militare, vittima di un gioco crudele chiamato guerra.
- Deceduto il 31 dicembre 1943 presso l'ospedale dello Stammlager XVIIII A/ Wolfsberg (Carinzia)
- Causa della morte: tubercolosi miliare
- Era scapolo ["Ledig", riga 8]
- L'indirizzo di residenza è "Corso Vittorio Veneto"? [ottava riga]
- Tra i parenti in vita è citata solo la madre [righe 12 e 14: "Mutter"]