27 novembre 2023

"SOLO CHI NASCE MUORE": IL REDUCE DELLA GRANDE GUERRA CHE NON AVEVA PAURA DEL TERREMOTO

Continua il nostro racconto del terremoto dell'Irpinia dal punto di osservazione di un blog dedicato ai soldati che hanno combattuto in guerra.

Questa è la storia di un uomo che la sera del 23 novembre 1980 aveva 100 anni e sei mesi. Una vittima del terremoto, anche se indiretta: morirà in ospedale il 18 dicembre.

Il Mattino ha pubblicato un'intervista a quello che ha definito "il nonno del terremoto"Ecco il post che Gozlinus ha dedicato all'intervista.

Antonio Strollo nell'articolo del Mattino
 2 dicembre 1980

Antonio Strollo era nato a Valva il 9 giugno 1880, in via Quarta San Vito, numero 1.

Il giorno seguente suo padre Francesco -pastore- va a registrarne la nascita. La madre del bambino si chiama Caterina Falcone.

Davanti all'ufficiale di stato civile, l'assessore Arcadio Grasso, sono presenti due testimoni, che non firmano perché dichiarano di non saper scrivere: il "proprietario" Michele Spiotta (di 80 anni, dunque nato nel 1800!) e Raimondo Torsiello (un pastore di 54 anni).

Nel marzo 1905 Antonio sposa Maria Macchia.

Alla visita militare nel foglio matricolare annotano che Antonio ha una cicatrice alla fronte; la sua altezza è leggermente più alta della media (nemmeno i soldati valvesi della Seconda guerra mondiale supereranno, in genere, il metro e settanta).

Il 28 giugno 1900, dopo la visita militare, è lasciato in congedo illimitato.

Un mese e un giorno dopo, re Umberto I viene ucciso a Monza.

Nel marzo 1901 Antonio è chiamato alle ami e assegnato al 10°Reggimento Artiglieria.

Durante il servizio militare (forse nel novembre 1902) Antonio riporta una ferita all'alluce del piede sinistro "in seguito a zampata di cavallo ricevuta durante il governo", come è scritto sul suo foglio matricolare.

Foglio matricolare di Antonio Strollo;
Archivio di Stato di Salerno, fondo Fogli Matricolari

Nel settembre 1903 viene mandato in congedo illimitato e gli è concessa la dichiarazione di buona condotta.

Nel giugno 1909 risulta nella Milizia mobile del Distretto di Campagna.

Il 19 agosto 1909 gli viene rilasciato il nulla osta per recarsi a New York

Egli stesso ricorderà, nel letto di ospedale, di essere stato in America.

Queste le sue parole:

Tornai al mio paese, a Valva, perché non riuscito a guadagnare abbastanza, ero pagato un dollaro e half a giornata, ero sufficiente solo per sopravvivere.

Tornato in Italia, nel 1913 Antonio è inserito nella Milizia territoriale del suo distretto.

Spieghiamo questa terminologia:

In tempo di pace, dopo il congedo si entrava a far parte della milizia mobile o della milizia territoriale. La prima comprendeva congedati in vigore fisico ma con vincoli e interessi legati alla vita privata. Durante la Grande guerra la milizia mobile rappresenterà un vero e proprio secondo esercito alle spalle della prima linea del fronte. La milizia territoriale comprendeva i più anziani: era prevalentemen-te adibita alle scorte dei prigionieri di guerra e solo in maniera eccezionale collaborava alle azioni dell'esercito.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Antonio viene richiamato alle armi e vi giunge il 26 maggio 1915.

Purtroppo qui le notizie sul foglio matricolare finiscono; sarebbero necessarie altre ricerche.

Nell'intervista citata, il signor Antonio Strollo ricorderà così quell'esperienza:

Ho fatto la guerra del '15, allora sì che temevo di poter morire, le fucilate mi hanno sfiorato sui campi di battaglia. Il terremoto non è riuscito a impaurirmi.

Dopo una vita dedicata al lavoro e agli animali, Antonio Strollo ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a letto. Ricordava di aver lavorato "fino a cinque anni fa", quando le sue gambe avevano ceduto.

Dopo la drammatica sera del 23 novembre 1980, il "nonno del terremoto" viene condotto all'ospedale di Oliveto Citra; la sua casa diroccata avrebbe reso difficili le cure.

"Forse non ha resistito alla minestrina in ospedale ed è morto senza la soddisfazione di fumare il suo ultimo mezzo sigaro e il suo buon bicchiere di vino", ricorda il pronipote Michele.


Grazie ai pronipoti Michele e Pompeo per la preziosa collaborazione.


G.V.