Dopo la Grande Guerra, molti Paesi scelsero una sepoltura simbolica per rappresentare tutti i caduti in guerra: il Milite Ignoto.
In Italia, l'idea della sepoltura solenne di un soldato non identificabile venne proposta dal generale Giulio Douhet, che scrisse:
Nel giorno in cui la sacra Salma trionfalmente giungerà al suo luogo di eterno riposo, in quel giorno tutta l'Italia deve vibrare all'unisono, in una concorde armonia d'affetti. [...] Tutti i cittadini debbono far ala alla via trionfale, unendosi in un unanime senso di elevazione ideale nel comune atto di reverenza verso il Figlio e il Fratello di tutti, spentosi nella difesa della Madre comune.
Il Dovere, 24 agosto 1920; fonte
Il ministro Guerra Giulio Rodinò presentò un disegno di Legge intitolato "Onoranze al soldato ignoto".
Lo presentò con queste parole:
[...] benché non individuato da nessun nome, una qualsiasi di quell salme, scelta a caso fra quella muta e inerte folla ignota, ha la virtù di un simbolo e di un monito; perché rappresenta da sola l'eroismo del soldato italiano che con la propria morte, con la soppressione della propria individualità, ha contribuito ad assicurare la vita ed il prestigio della Patria, ad imporre il nome di essa al rispetto ed all'ammirazione del mondo. fonte
La legge 11 agosto 1921, n. 1075, stabilì la sepoltura in Roma,
sull'Altare della Patria, della salma di un soldato
ignoto caduto in guerra; ecco cosa prevedeva l'articolo 1:
II 4 novembre 1921, nel terzo compleanno della Vittoria, alla salma non riconosciuta di un soldato caduto in combattimento nella guerra 1915-1918, sarà data, a cura dello Stato, solenne sepoltura in Roma sull'Altare della Patria.
Dopo l'approvazione della legge, il Ministero della guerra nominò una commissione che scelse undici salme, una per ognuna di queste zone: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castegnevizza al mare.
I corpi vennero trasportati nella basilica di Aquileia.
La scelta della salma venne affidata a Maria Bergamas, una donna il cui figlio era disperso in guerra.
I corpi vennero trasportati nella basilica di Aquileia.
La scelta della salma venne affidata a Maria Bergamas, una donna il cui figlio era disperso in guerra.
Maria Bergamas era di Gradisca d'Isonzo (che apparteneva all'impero austro-ungarico). Suo figlio Antonio, arruolatosi sotto falso nome nell'esercito italiano, era caduto in combattimento nel 1916. Successivamente, un tiro di artiglieria sconvolse l'area dove era stato sepolto e, non potendosi più riconoscere la sepoltura, il soldato fu dichiarato disperso.
Nella solenne cerimonia del giorno 28 ottobre 1921, la donna scelse il decimo feretro, sul quale si lasciò cadere.
La bara prescelta venne caricata su un affusto di cannone, che poi venne collocato su questo vagone ferroviario:
La bara prescelta venne caricata su un affusto di cannone, che poi venne collocato su questo vagone ferroviario:
Il convoglio ferroviario si mosse sulla linea Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze e giunse a Roma il 2 novembre.
Al passaggio in ogni stazione si assiste a una commossa partecipazione popolare.
Così scrive il corrispondente del Corriere della sera, il 30 ottobre:
Al passaggio in ogni stazione si assiste a una commossa partecipazione popolare.
Così scrive il corrispondente del Corriere della sera, il 30 ottobre:
[...] dove il treno passava rapido, gruppi fermi ai passaggi a livello salutavano, agitando i fazzoletti. Pareva che salutassero un essere caro tanto atteso.
Il 4 novembre 1921 il Milite Ignoto fu tumulato all'Altare della Patria.
Gli venne concessa la medaglia d'oro, con questa motivazione:
Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglia e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria.
In occasione del centesimo anniversario del Milite Ignoto, oltre tremila comuni italiani gli hanno conferito la cittadinanza onoraria.
G.V.