14 aprile 2024

LA VERA GIOVINEZZA

E' un volto famoso della RAI ma è anche il figlio di uno dei 650mila soldati italiani prigionieri degli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale.

Giuliano Giubilei ha pubblicato un romanzo ispirato alla vicenda di suo padre e di tanti altri soldati: Giovinezza, Solferino.

Aldo Cazzullo ne ha fatto una bella recensione sul Corriere della Sera. 

Giovinezza non è quella gonfia di retorica evocata dalla canzone fascista, ma quella vera: la giovinezza sequestrata da Mussolini a una generazione di italiani, mandata a morire in una guerra senza speranza o a marcire nei campi di prigionia inglesi e americani sparsi in mezzo mondo.   

Nella presentazione del romanzo presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma, Walter Veltroni lo ha definito così:  

Non un libro di storia ma un romanzo appassionante che ci fa entrare nelle teste e nell'anima di quei soldati, travolti prima dalla sconfitta e poi da una lunghissima prigionia. Giovinezza ci parla della loro frustrazione, del loro dolore e della loro rabbia. 

Giuliano Giubilei (fonte Wikipedia)

La vicenda

I soldati italiani sono catturati nel Nord Africa a partire dal dicembre 1940, in Etiopia o sulle coste siciliane; alcuni di loro tornano a casa solo nel 1947. 

Il protagonista del romanzo, Andrea Monteschi, è uno dei 130mila soldati che si arrendono in Libia. Dal deserto, vengono trasferiti alla loro destinazione: a lui tocca il campo di Bhopal, in India, dove contrae la malaria. In seguito, sarà spedito nel campo di prigionia di Cowra, in Australia.

Alla presentazione romana ha preso parte anche la storica Isabella Insolvibile, autrice -qualche anno fa- di Wops. I prigionieri italiani in Gran Bretagna (1941-1946), Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012.

Anche i prigionieri italiani in Gran Bretagna -circa 160mila- tornarono in Italia solo molti mesi dopo la fine della guerra. 

Perché il governo italiano non ha chiesto agli Alleati, dopo l'armistizio dell'8 settembre, la consegna dei prigionieri?

Giovinezza racconta la delusione dei prigionieri, che dopo l'8 settembre 1943 si illudono di essere vicini alla liberazione, ma il loro status di prigionieri rimarrà anche dopo la fine della guerra.

La questione del rimpatrio è certamente complessa; la storica Insolvibile sostiene che il governo italiano non desiderava che il rimpatrio avvenisse troppo in fretta, viste le condizioni in cui versava il Paese; alcuni rimarranno nei Paesi di prigionia come emigrati.

Sull'argomento, suggeriamo la puntata 👉Passato e Presente dal titolo Prigionieri italiani degli alleati.

G.V.