09 marzo 2022

I CENTO ANNI DI UN CAVALIERE

Un cognome che testimonia la stagione in cui l'azienda agricola del marchese d'Ayala attirava a Valva lavoratori stagionali che spesso provenivano dalla Puglia.

Santovito è un cognome tarantino, uno di quelli che sono rimasti in paese anche dopo la stagione dei marchesi.

Finita la Prima guerra mondiale, nella quale aveva combattuto nei "Cavalleggeri di Saluzzo", Cosimo Santovito sposò Pasqualina Cuozzo: il cognome più diffuso a Valva che si intrecciava a uno dei "forestieri".

Cosimo e Pasqualina sono i genitori di Enrico Santovito, che oggi compie cento anni.

Una foto di zio Enrico militare, a Pinerolo (1942)

Nell'atto di nascita di zio Enrico troviamo una curiosità, segno d'altri tempi. E' l'annotazione di un errore: il cognome della madre risulta Falcone, ma "deve leggersi ed intendersi per Cuozzo", come stabilito dal tribunale di Laviano nell'agosto 1947, poche settimane prima del matrimonio dei giovani Enrico e Rosina.

E' nato un bambino di sesso mascolino che egli mi presenta e a cui dà il nome di Enrico
(Atto di nascita)

Tra la nascita e il matrimonio, la dura esperienza della guerra in Albania e quella della prigionia, di cui parleremo nei prossimi post.

Ne parleremo perché quando le esperienze diventano racconto arricchiscono un'intera comunità, ma oggi è il giorno della festa, questo è il momento degli auguri a uno degli ultimi soldati della Seconda guerra mondiale ancora viventi: la sua voce ancora riesce a trarre dalle pagine del romanzo della sua vita frammenti di ricordi, che ha donato tante volte ai figli, ai nipoti, agli amici.

Tre valvesi soci dell'Associazione Arma di Cavalleria
deceduti nel 1971 (Cosimo Santovito è nella foto centrale)

Come frasi augurali, gli dedichiamo il motto delle "Guide", il suo reggimento, e quello dei "Cavalleggeri di Saluzzo", nei quali ha combattuto suo padre: Alla vittoria ed all'onor son guida e Quo fata vocant (Dove chiama il destino).

Perché ci sono cavalieri che lo sono non solo per aver combattuto nei Cavalleggeri.


Un grazie riconoscente alla nipote Rosanna per la preziosa collaborazione.

G.V.