15 luglio 2025

UN PITTORE IN PUNTA DI PIEDI

Giovanni Giuseppe Grasso nasce a Valva il 23 ottobre 1908, in via Sant'Antonio.
Il padre Giacinto a questa data risulta "possidente" (negli atti precedenti era muratore), la madre Maria Grazia Spiotta donna di casa.
Testimoni dell'atto di nascita sono Antonio Freda, proprietario, e Amedeo Caprio, calzolaio.
Ci siamo già occupati del periodo della guerra, quando Giovannino è stato nel Genio Ferrovieri.
Ora ci occupiamo della sua produzione artistica, di pittore e scultore.
Anni Cinquanta, sagrato della Chiesa Madre
Giovanni Grasso è in compagnia di Giuseppe Caprio
fonte: Gozlinus

L'arcana magia delle cose lontane
Nel 1975 (21-30 dicembre) la Galleria Carducci di Pescara ospita una sua mostra.
Questa è la bella presentazione firmata da Franca Foselli Breda.

Un naïf pittore e scultore:
GIOVANNI GRASSO 
Giovanni Grasso vive a Valva (Salerno), un paese medioevale, abbarbicato alle rocce, dimenticato.
Nel suo studio silenzioso, accogliente, fantasia e ricordi gli sono compagni.
Pittore schivo, che opera in punta di piedi, in un'epoca in cui l’arte è così soffocata dalle teorie, ci fa scoprire un mondo di fiaba e di magia.
I colori violenti, rubati alla sua terra e alla sua gente arguta e rude, consapevole di vivere per vivere l’essenziale, sono un atto d’amore, la fonte prima della sua ispirazione.
Le nature dei suoi quadri sono ricche, travolgenti, ma tutto, nonostante tutto, è profondamente naïf.
Vissuto per lungo tempo in Venezuela, dove lo ha spinto la sua natura di artista-esploratore, nelle foreste sulle rive dell’Orinoco, «il grande fiume» dei popoli indios, Giovanni Grasso ha appreso l’arte della scultura lignea, ingenua ed essenziale.
Egli ci presenta, in questa personale, tele pervase da una «istintività» che lo accosta ai grandi «semplici», e, in omaggio a popoli che ha conosciuto o che sogna di conoscere, idoli di una eleganza stupenda, che portano impressa l’arcana magia delle cose lontane, proibite.

Di questo testo mi colpisce innanzitutto il titolo.
Naïf è usato come se fosse un sostantivo; pittore e scultore vengono dopo, utilizzati come aggettivi. Per l'autrice, dunque, Giovanni Grasso non dipinge in stile naïf ma è egli stesso naïf, dunque incarna in sé quello che il termine evoca, a partire da uno sguardo puro sul mondo, infantile. Questo sguardo, tipico di un'arte istintiva, si contrappone al mondo accademico, all'arte come teoria: Grasso cerca una sua purezza espressiva.
Significativo il riferimento a Valva: il paesino "medievale, abbarbicato alle rocce, dimenticato" è visto come un luogo interiore, un'arca della semplicità dalla quale Giovanni Grasso trae ispirazione. La gente di Valva, "arguta e rude" - per usare le parole dell'autrice- rappresenta un mondo essenziale, con una sua sapienza che non viene dai libri ma è un tesoro tramandato con la memoria, il lavoro manuale, l'esperienza. 
Ecco che Giovanni Grasso sembra esprimere sulla tela e nel legno questo modo istintivo di aderire alla vita, di comprenderla, di farci i conti.
Un'altra mostra si è tenuta a Valva nel 1983 (23-30 ottobre), nel prefabbricato del Municipio.
Il blog Gozlinus l'ha ricordata nel seguente post:

Piccola galleria
Riteniamo utile soffermarsi su alcune sue opere, come se fossero  finestre aperte sul suo mondo interiore. In questa breve galleria visiva si possono riconoscere alcuni tratti distintivi della sua arte: l’uso di colori intensi, la vitalità delle scene, il richiamo alle origini contadine e la suggestione di mondi lontani. 
Analizzare queste opere consente di avvicinarsi non solo all’artista, ma anche alla sua concezione dell’arte come forma di testimonianza viva, radicata nella vita e nel sentimento.
Ecco un esempio di colori violenti come "atto d'amore" verso la natura: un'esplosione di vita in un "mondo di fiaba e magia".

Pavone su un ramo; fonte: Gozlinus
Valvese è sicuramente il personaggio qui ritratto:

Ritratto di Vito Feniello, Guardia Civica; 
collezione custodita presso il Municipio di Valva
Questa potrebbe essere Piazza della Rimembranza a Valva prima del terremoto del 1980:
Fine anni Ottanta, poco prima della morte di Giovannino Grasso.
Muore un merlo a cui una famiglia è molto affezionata. L'anziano pittore lo trasforma in un quadro che possa in qualche modo mantenerlo presente.

Collezione privata
Nella collezione custodita presso il Municipio di Valva troviamo alcune statuette in legno, ispirate all'arte precolombiana.
In questa statuetta, Grasso sembra cercare l'anima e il simbolo più della forma naturalistica.
In quest'altra invece sembra puntare più sul racconto: si nota una maggiore attenzione alla figura umana e alle sue emozioni; sembra che l'opera vada alla ricerca dell'umano.
Grasso dimostra interesse per le figure dal significato rituale, spirituale; le sue statuette trasmettono un'impressione di mistero. "Idoli di una eleganza stupenda, che portano impressa l'arcana magia delle cose lontane, proibite", per riprendere le parole della presentazione di Foselli Breda.

In un prossimo post continueremo a esplorare la produzione di Giovanni Grasso, soffermandoci su altre opere. Parleremo della mostra recentemente dedicata all’artista nell’ambito della Biennale arte Valva (BaV), promossa dalla Pro Loco  "d'Ayala Valva" su un’idea di Giancarlo Feniello: un’iniziativa che ha rinnovato l’attenzione verso una figura ancora viva nella memoria della comunità.

🙏Grazie
Ad Anna Lisa Del Monte per la gentile collaborazione 
Al Comune di Valva per aver consentito di fotografare le opere della collezione

Fonti
Il testo della presentazione della mostra di Giovanni Grasso a Pescara è tratto dal seguente post di Gozlinus: