24 dicembre 2022

IL PRANZO DI NATALE CON LE PATATE RISPARMIATE

Giovanni Milanese è stato catturato a Rodi nel settembre 1943.

Ci ha lasciato un diario della sua prigionia, pubblicato dall'editore Palladio con il titolo di Frammenti di storia- Diario di guerra e di prigionia 1943-1945, in un'edizione a cura di Belinda Villanova.

Giovanni Milanese;  fonte

Ecco alcune pagine dedicate alle due feste di Natale vissute da internato militare italiano.

Sogni, ricordi, malinconia si uniscono agli echi della vita del campo di prigionia.

Nel 1943 Giovanni Milanese si trova nel campo di Siedlce, nella Polonia occupata dalle truppe del Terzo Reich.

22-12-43 
Ieri notte ho sognato che ero a Valva in procinto di sposare. Si aspettava che venisse Michelina da Salerno. Io intanto ricevevo gli invitati.

24-12-43
Eccoci alla vigilia del S. Natale. Quanti ricordi, che tristezza!
Sono le sette di sera e vado nella baracca adibita a chiesa per la Santa Messa. Non ancora viene la luce né verrà più. Siccome s'era chiesta la luce fino a mezzanotte per celebrare allora la Santa Messa si è ottenuta l'oscurità completa per tutta la serata. Si celebra la messa a lume di una candela.
Ho rivolto la mia preghiera a Dio ed a Gesù nascente per me, per quelli di casa e per Michelina.
Il Santo Natale! che giornata suggestiva anni fa...!
Tutti a casa mia la sera e Michelina al mio fianco. La tombola, il sette e mezzo, che cose sciocche, eppure anch'esse di quanti ricordi riempiono la mia povera e martoriata testa.
Gesù mio fammi riabbracciare i miei cari.

25-12-43
Con le patate risparmiate per alcuni giorni abbiamo fatto un pastone che ci ha alquanto riempiti.
Abbiamo la sensazione della sazietà.

Campo di Siedlce, nella Polonia occupata

Nel marzo 1944 Giovanni viene trasferito in Germania, nel campo di Bramekford

24-12-44
Oggi Gregorio mi ha regalato un 100 gr. di farina gialla, un po' di lardo e un pizzico di tabacco. Così farò anch'io il S. Natale. Sia ringraziato Iddio. Due ufficiali sono morti per congelamento cerebrale a seguito di assideramento.
Mimì e Ferruccio non vanno  più a lavoro.

25-12-44
Che brutta giornata! ...Quanta malinconia!...
Sto male.
Scrivo a mamma.

Dal punto di vista della ricostruzione storica, è molto prezioso il riferimento ai due compagni di prigionia Mimì e Ferruccio, che pochi giorni prima avevano "sottoscritto" per uscire e andare a lavorare
Giovanni Milanese riflette con grande lucidità su quello che definisce "un altro grave colpo": non immaginava che essi avrebbero fatto un passo simile che lo allontana da "due veri impareggiabili amici", senza i quali finisce per lui la speranza di "una possibile assistenza derivante da pacchi che loro ricevevano dal Nord Italia".
Il valore di un diario non solo come testiminianza individuale e umana ma come documento che consente di ricostruire un contesto storico emerge anche da piccoli dettagli come questi, quasi nascosti tra le righe di un racconto.
La foto si riferisce al campo di Buchenwald,
ma possiamo ipotizzare che anche in altri campi ci fossero binari simili.
 
G.V.