Parlare di persone centenarie è come contemplare alberi
maestosi, con le radici in profondità e la chioma che si innalza verso l’alto;
i rami sono braccia che offrono ombra.
I loro ricordi consentono a una comunità di costruire la
propria storia.
Volti, avvenimenti, aneddoti esistono ancora perché i più anziani li ricordano e quando smettono di ricordare cessa la testimonianza diretta; anche se restano le carte e le foto, non sempre abbiamo la chiave per decifrarle.
Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere diversi centenari.
Volti, avvenimenti, aneddoti esistono ancora perché i più anziani li ricordano e quando smettono di ricordare cessa la testimonianza diretta; anche se restano le carte e le foto, non sempre abbiamo la chiave per decifrarle.
Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere diversi centenari.
Maria Genca
La prima centenaria che ricordo è Maria Genca.
Era di Taranto e in paese tutti la conoscevamo col cognome del marito, Cacciatore. Fino a non molto tempo fa ero convinto che fosse un soprannome.
Trovo i nomi del marito Domenico e del figlio Salvatore in un libro matricola dell’azienda del marchese, risalente al 1929-1931. Riconosco una località della provincia di Taranto, Satte, dalla quale provengono altri valvesi, la famiglia D’Arcangelo.
Ho da poco scoperto un particolare che la riguarda.
Lucia Cacciatore, sua figlia, si è sposata nell’ottobre 1943, appena è cessato il rumore degli aerei di guerra sul cielo di Valva. Il marito si chiamava Michele Perrone, era nato negli Stati Uniti ed era residente a Colliano.
Pochi giorni dopo di loro, il 5 novembre, si sono sposati Pasquale Torsiello fu Sabato e Pasqualina Cuozzo fu Michele.
Della sposa parlerò, perché sarebbe diventata una nonna di Valva.
In questa bella foto, la signora Maria Genca è vestita di nero:
La prima centenaria che ricordo è Maria Genca.
Era di Taranto e in paese tutti la conoscevamo col cognome del marito, Cacciatore. Fino a non molto tempo fa ero convinto che fosse un soprannome.
Trovo i nomi del marito Domenico e del figlio Salvatore in un libro matricola dell’azienda del marchese, risalente al 1929-1931. Riconosco una località della provincia di Taranto, Satte, dalla quale provengono altri valvesi, la famiglia D’Arcangelo.
Ho da poco scoperto un particolare che la riguarda.
Lucia Cacciatore, sua figlia, si è sposata nell’ottobre 1943, appena è cessato il rumore degli aerei di guerra sul cielo di Valva. Il marito si chiamava Michele Perrone, era nato negli Stati Uniti ed era residente a Colliano.
Pochi giorni dopo di loro, il 5 novembre, si sono sposati Pasquale Torsiello fu Sabato e Pasqualina Cuozzo fu Michele.
Della sposa parlerò, perché sarebbe diventata una nonna di Valva.
In questa bella foto, la signora Maria Genca è vestita di nero:
| fonte: Gozlinus |
Eccola uscire dal seggio elettorale accompagnata dalla
figlia Santina. Ha 102 anni:
| fonte: Gozlinus |
Antonio e Salvatore Feniello
Ho conosciuto i fratelli Antonio e Salvatore Feniello.
Ho conosciuto i fratelli Antonio e Salvatore Feniello.
Erano i fratelli di Marianna, la cui triste vicenda ha
segnato l’immaginario di Valva.
Marianna scivola in un pozzo in un giorno di maggio, mentre
sta vivendo la sua primavera, a ventuno anni. Nessuno sa esattamente come sia
accaduto, ma ogni generazione ha sentito parlare di lei. […]
Dicono che il fratello Salvatore, di nove anni più grande di
lei, sia riuscito a sollevarla con l’uncino, il lungo bastone di legno
dalla punta ricurva che si usa nei lavori dei campi. Salvatore si sporge, vede
il grembiule gonfio che affiora nell’acqua del pozzo. Allunga l’uncino e
aggancia il cinto della sorella, il laccio del grembiule che
ogni mattina Marianna lega attorno alla vita, prima di cominciare la giornata.
Il corpo torna alla luce, ma Marianna è già lontana.
Tra i fratelli in lacrime, il più giovane è Francesco.
Ancora non sa che tra dieci anni il destino lo porterà lontano, in una terra
straniera da cui non farà ritorno.
Dicono che il fratello Salvatore, di nove anni più grande di lei, sia riuscito a sollevarla con l’uncino, il lungo bastone di legno dalla punta ricurva che si usa nei lavori dei campi. Salvatore si sporge, vede il grembiule gonfio che affiora nell’acqua del pozzo. Allunga l’uncino e aggancia il cinto della sorella, il laccio del grembiule che ogni mattina Marianna lega attorno alla vita, prima di cominciare la giornata.
Il corpo torna alla luce, ma Marianna è già lontana.
Tra i fratelli in lacrime, il più giovane è Francesco. Ancora non sa che tra dieci anni il destino lo porterà lontano, in una terra straniera da cui non farà ritorno.
👉Marianna, che scivolò nel pozzo a primavera
Ecco zio Salvatore, in una bella foto con don Domenico in
occasione di una festa degli anziani:
| fonte: Gozlinus |
Ho scoperto una piccola curiosità relativa alla sua nascita:
Il nonno del pittore valvese Giovanni Grasso, di nome Francesco, muore il 27 gennaio 1901 (lo stesso giorno in cui, a Milano, muore Giuseppe Verdi). Il suo atto di morte viene firmato alle 11:30. Solo 15 minuti prima, Vito Feniello ha registrato la nascita del figlio Salvatore, firmando di suo pugno l’atto.
Suo fratello Antonio è nato il 5 febbraio 1903.
Anche in questo caso il papà Vito firma l’atto di nascita, ma c’è una novità: il bambino risulta nato in contrada Bosco, mentre Salvatore era nato nella casa in paese, in via Seconda Pistelle.
Dei due testimoni, uno è presente in entrambi gli atti: Antonio Freda, possidente.
Il matrimonio di Antonio Feniello si colloca in un momento
particolare della storia di Valva.
Nel gennaio 1926 il sindaco Vincenzo Valletta si dimette e l’amministratore dell’azienda del marchese, Ercole Pomes, diventa commissario prefettizio per l’amministrazione provvisoria del Comune di Valva. È l’anticamera dell’arrivo del podestà: il fascismo si è ormai imposto anche nei piccoli comuni.
Il primo matrimonio celebrato da Pomes è proprio quello di Antonio Feniello e Teresina Cuozzo, il 30 gennaio.
Nel gennaio 1926 il sindaco Vincenzo Valletta si dimette e l’amministratore dell’azienda del marchese, Ercole Pomes, diventa commissario prefettizio per l’amministrazione provvisoria del Comune di Valva. È l’anticamera dell’arrivo del podestà: il fascismo si è ormai imposto anche nei piccoli comuni.
Il primo matrimonio celebrato da Pomes è proprio quello di Antonio Feniello e Teresina Cuozzo, il 30 gennaio.
Una curiosità: anche la sposa firma l’atto di matrimonio.
Antonia Torsiello, moglie di Matteo detto “Forte”
Ricordo bene zia Antonia, nei registri Maria Antonia
Torsiello, moglie di Matteo Cozza, per i valvesi Mattej Fort.
La ricordo negli anni dopo il terremoto, ai prefabbricati
degli austriaci. Era spesso da zé Fuluccia. Ricordo il suo modo di raccontare:
gli anziani sanno affabulare, un verbo che mi piace perché ha lo stesso inizio
della parola fascino, il potere di attrazione.
Però forse a renderla speciale erano le battute, che io
-bambino- ripetevo a casa. Non le ricordo più, ma forse oggi le avrei definite
pungenti.
Leggo che era nata il 12 gennaio 1907, in via San Vito. Tra
i testimoni, oltre a Vincenzo Valletta (proprietario, che poi sarà sindaco fino
alle dimissioni del 1926), nell’atto di nascita c’è Giuseppe Torsiello, che
risulta “spaccamonte” (se leggo correttamente): immagino che lavorasse
la pietra per ottenere materiali da costruzione. Nella parola antica, sento
tutta la fatica del lavoro.
Ecco zia Antonia, in una foto prima del terremoto:
Qui è nel giorno del suo centesimo compleanno:
Nelle mie ricerche ho scoperto che zia Antonia aveva un
fratello e una sorella emigrati negli Stati Uniti poco dopo la Prima guerra
mondiale. Della sorella ho commentato un video in cui nel 1984 ricordava
l’infanzia a Valva, la grotta di San Michele e un sogno premonitore sulla fine
della guerra.
Il video è disponibile su YouTube: 📽 God-a-bless.
Antonia Feniello
Quando ha compiuto i cento anni, Antonia Feniello indossava
uno splendido vestito da pacchiana ed è arrivata nelle ex cantine di Villa
d’Ayala-Valva in carrozza.
Un ideale riscatto: la contadina in vesti tradizionali che
entra nei locali della Villa che fu dei signori e vi arriva in una carrozza da
signori.
Forse dentro la carrozza, anche se noi non le vedevamo,
c’erano generazioni di donne, ragazze e mature, che nei secoli sono entrate in
Villa con passo umile e sguardo pudico e dimesso. Quel giorno è stata festa
anche per tutte loro.
| Donne vestite con il tradizionale abito di “pacchiana” |
Forse è vero che una donna riassume tante altre donne,
perché sa contenere storie.
La sua voce custodisce generazioni intere come se fossero
un’unica voce.
Sabato Torsiello
Sabato Torsiello è stato un mio vicino di casa.
Di lui ricordo un particolare: i piatti gettati a Capodanno, come segno di buon augurio per il nuovo anno. Un piccolo rituale, che forse intendeva tenere insieme memoria e futuro.
Sabato Torsiello è stato un mio vicino di casa.
Di lui ricordo un particolare: i piatti gettati a Capodanno, come segno di buon augurio per il nuovo anno. Un piccolo rituale, che forse intendeva tenere insieme memoria e futuro.
Mi pareva un uomo più alto della media, e nella mia
immaginazione somigliava a un soldato, uno di quelli che sopportano fatiche e
stenti senza lamentarsi. Non ho mai saputo davvero della sua vita militare (è
una delle lacune della mia ricerca).
| 1987, anziani di Valva alle terme di Fiuggi; Sabato Torsiello è l’ultimo in alto; fonte: Gozlinus |
Lo ricordo il giorno del suo centesimo compleanno. Camminava
da solo, l’ho salutato per dargli gli auguri sotto la chiesa, lui veniva dal
Calvario.
Era nato il 1° marzo 1902, in corso Umberto Primo, al numero
16.
Forse pochi passi prima, passando dove sorgeva la casa in
cui era nato, si sarà commosso, avrà pensato ai suoi genitori.
Ci sono alcuni dettagli che mi colpiscono nel suo atto di
nascita.
A denunciarne la nascita, è la levatrice del paese: Rebecca
Nigro, che sa firmare. Una delle firme è di Donato Vacca, il nonno di mia nonna
Donata (molto presente nelle firme degli atti in comune, risulta “messo
comunale”).
Zé Rebecca è andata in comune al posto del papà del bambino,
“il quale non ha potuto denunciare la nascita perché infermo”.
Sabato Torsiello entra nei registri comunali prima ancora
che il padre possa accompagnarlo.
Zé Rebecca è andata in comune al posto del papà del bambino, “il quale non ha potuto denunciare la nascita perché infermo”.
Sabato Torsiello entra nei registri comunali prima ancora che il padre possa accompagnarlo.
Forse anche per questo, nella vita, ha attraversato molte
prove ed è andato avanti con forza e dignità. Così l’ho visto in quel giorno di
marzo di inizio secolo, quando un po’ goffamente gli ho fatto gli auguri per
strada.
Rosina Iannuzzi
Persone che migrano. Storie che si intrecciano, insieme ai
cognomi e al modo di parlare. Valvesi che vanno in America e qualcuno torna a
Valva con i figli piccoli. È la storia di Rosina Iannuzzi, nata a Batavia -negli
Stati Uniti- il 5 giugno 1913.Il suo atto di nascita non risulta nei registri di Valva,
mentre c’è quello del matrimonio con Giuseppe Vacca, nel 1939. A trascrivere l’atto inviato dal parroco Spiotta è Publio
Gaudiosi, delegato podestarile e marito della maestra di Valva, la signora
Fernanda.In questa foto, zia Rosina è con il marito e i loro cinque
figli, tutti maschi:
| La foto è del 1951; fonte: Gozlinus |
Eccola in altre foto di famiglia:
Ecco zia Rosina il giorno del suo centesimo compleanno:
| fonte: Gozlinus |
Finisce qui la prima parte di questo viaggio nella memoria.Altri nomi e altri volti attendono di essere ricordati,
altre storie chiedono di essere raccontate.Cercherò di farlo nella seconda tappa.
Ringrazio le persone che mi hanno fornito le
fotografie:
Gerarda Sica, per le fotografie della sua bisnonna
Antonia Torsiello.
Stefania Feniello, per le fotografie del compleanno della
signora Antonia Feniello.
Renata Vacca, per le fotografie della nonna Rosa
Iannuzzi.
G.V.