Pietro Vuocolo non ha avuto un sacerdote ad accompagnarlo nell'ultimo viaggio ma ne ha avuti due come testimoni dell'atto di nascita.
Forse uno scherzo del destino -sa essere spiritoso, ma non sempre le battute gli riescono- o forse una mera coincidenza; sicuramente, una circostanza curiosa.
Forse uno scherzo del destino -sa essere spiritoso, ma non sempre le battute gli riescono- o forse una mera coincidenza; sicuramente, una circostanza curiosa.
Siamo nell'aprile 1945, la guerra non è ancora conclusa ma già si annunciano le tensioni che caratterizzeranno il lungo dopoguerra italiano e internazionale.
Già prima della scomunica contro i comunisti, a Valva si decide di non concedere i funerali in chiesa a un contadino accusato di essere comunista.
L'11 aprile Pietro muore di nefrite.
In famiglia è rimasta la memoria delle sue urla durante l'agonia.
Lascia la moglie Carmela -che sarà una donna molto attiva nelle lotte comuniste contadine di Valva, anche tesserata alla locale sezione- e tre bambini.
In paese ancora si raccontano due episodi: al suo funerale venne portato in processione per il paese e davanti al cimitero il farmacista Merolla tenne l'orazione funebre.
Eppure, nell'atto di nascita datato 3 giugno 1906 (Pietro era nato il 31 maggio) i due testimoni erano stati due sacerdoti, entrambi residenti a Valva: Geremia Avallone (di 63 anni) e Donato Cuozzo (di 31anni).
Tra l'altro, il giorno in cui Michele Vuocolo va in comune a denunciare la nascita del bambino è la domenica di Pentecoste e si celebra la festa dello Statuto.
Comune aperto, due sacerdoti che fanno da testimoni nel giorno di una festa solenne nel calendario religioso e in quello civile.
Lascia la moglie Carmela -che sarà una donna molto attiva nelle lotte comuniste contadine di Valva, anche tesserata alla locale sezione- e tre bambini.
In paese ancora si raccontano due episodi: al suo funerale venne portato in processione per il paese e davanti al cimitero il farmacista Merolla tenne l'orazione funebre.
Eppure, nell'atto di nascita datato 3 giugno 1906 (Pietro era nato il 31 maggio) i due testimoni erano stati due sacerdoti, entrambi residenti a Valva: Geremia Avallone (di 63 anni) e Donato Cuozzo (di 31anni).
Tra l'altro, il giorno in cui Michele Vuocolo va in comune a denunciare la nascita del bambino è la domenica di Pentecoste e si celebra la festa dello Statuto.
Comune aperto, due sacerdoti che fanno da testimoni nel giorno di una festa solenne nel calendario religioso e in quello civile.
A Pietro Vuocolo dedichiamo due poesie.
La prima è di Pier Paolo Pasolini: Alla bandiera rossa.
La prima è di Pier Paolo Pasolini: Alla bandiera rossa.
Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa,tu devi realmente esistere, perché lui esista:chi era coperto di croste è coperto di piaghe,il bracciante diventa mendicante,il napoletano calabrese, il calabrese africano,l'analfabeta una bufala o un cane.Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa,sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.
Pasolini sogna una bandiera capace di ridiventare straccio,
oggetto concreto e umile, da restituire al popolo: si augura che gli ultimi
della terra, gli esclusi -qui rappresentati dal mondo offeso delle plebi
meridionali- si riapproprino di una lotta che appartiene ai più poveri.
Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese africano,
l'analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.
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Tessera del Partito Comunista Italiano, 1945 |
Questi altri versi sono tratti da Teatro degli
Artigianelli, di Umberto Saba:
Falce martello e la stella d'Italia
ornano nuovi la sala. Ma quanto
dolore per quel segno sul quel muro!
[...]
Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
rosseggia parco ai bicchieri l'amico
dell'uomo, cui rimargina ferite,
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
venuto qui da spaventosi esigli,
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
ornano nuovi la sala. Ma quanto
dolore per quel segno sul quel muro!
[...]
Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
rosseggia parco ai bicchieri l'amico
dell'uomo, cui rimargina ferite,
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
venuto qui da spaventosi esigli,
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
La bandiera del Partito comunista torna a sventolare: è un
segno della liberazione; anche se la guerra non è finita (la poesia è scritta
nel settembre 1944), il fascismo è caduto e i cittadini tornano a manifestare
liberamente le proprie opinioni politiche.
Saba sottolinea che la libertà è stata riconquistata a caro prezzo: Ma quanto/ dolore per quel segno su quel muro!
Molto suggestiva la personificazione del vino, definito amico/dell'uomo, al quale dà sollievo, facendogli dimenticare le sofferenze. L'uomo sofferente si scalda al sole come chi ha freddo si scalda al sole.
Saba sottolinea che la libertà è stata riconquistata a caro prezzo: Ma quanto/ dolore per quel segno su quel muro!
Molto suggestiva la personificazione del vino, definito amico/dell'uomo, al quale dà sollievo, facendogli dimenticare le sofferenze. L'uomo sofferente si scalda al sole come chi ha freddo si scalda al sole.
A Pietro Vuocolo abbiamo dedicato il post Il funerale negato.
Grazie per la gentile collaborazione a Ortensia Vuocolo e Lucia Farella.
G.V.