25 giugno 2025

LA GUERRA DI GIOVANNINO, DECORATORE

Ho sentito dire che portava la barba per riconoscenza, da quando in una situazione di pericolo venne scambiato per un frate. 
Non è semplice ricostruire l'episodio né è possibile farlo con il suo foglio matricolare, ma non importa. Ci sono aneddoti che circondano le persone di mistero e una barba che sembrava venire dall'Ottocento era come un sigillo antico che custodiva vicende e memorie, rendendole inaccessibili.

Quando fa la visita militare, Giovanni Grasso -noto in paese come Giovannino- risulta "decoratore".

Un decoratore lavorava in contesti molto diversi tra loro: abbelliva edifici religiosi, si occupava della decorazione di saloni, camere e facciate di palazzi privati o della scenografia di teatri e caffè. Nei cantieri collaborava con muratori e falegnami. Decorava pareti con pannelli o cornici intagliate, applicando pitture ornamentali o durature, soprattutto se aveva competenze nell'intaglio e nella lavorazione del legno.

Proviamo a immaginare qualche decorazione da lui realizzata, magari all'interno del palazzo di una famiglia benestante di Valva o della zona. Ci aiutiamo con l'intelligenza artificiale, alla quale abbiamo fatto analizzare alcuni dipinti di Giovanni Grasso per ispirarsi al suo stile naïf, con colori vivaci e un'aria fiabesca.



La carriera militare
Poi arriva la guerra e interrompe l'atmosfera sognante delle decorazioni di Giovannino.
Le notizie che ricaviamo sulla sua carriera militare non sono molte, anche se alcuni elementi sembrano di un certo interesse.
Ad esempio, leggiamo che nel 1928 viene chiamato alle armi nel Reggimento Genio Ferroviere a Treviso e viene congedato l'anno successivo, con dichiarazione di buona condotta.
il 18 giugno 1940, pochi giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia, Giovannino è richiamato alle armi per mobilitazione e giunge al Deposito succursale Reggimento ferrovieri in Castel Maggiore (Bologna).
Dieci giorni dopo lo troviamo nella 6 Compagnia Ferrovieri mobilitata, giunto in territorio dichiarato in stato di guerra, dove resta poco perché già  il 18 luglio risulta "partito dal territorio dichiarato in istato di guerra". Il 19 ottobre 1940 c'è la smobilitazione e Giovannino viene ricollocato in congedo illimitato. Il 3 aprile 1941 però viene richiamato alle armi "per esigenze (di) carattere eccezionale" e torna a Castel Maggiore, da dove in seguito viene trasferito alla 18 Compagnia Genio Ferrovieri in Firenze.
La notizia successiva che troviamo annotata nel suo foglio matricolare riguarda l'8 settembre 1943: anche Giovannino risulta "sbandato" e successivamente "da considerarsi in licenza straordinaria". Il 2 aprile 1944 sarà collocato in congedo.

Dalle fonti che abbiamo consultato, non emerge con chiarezza dove fosse esattamente mobilitata la  6ª Compagnia Genio Ferrovieri nel giugno 1940. Sappiamo che il Reggimento Genio Ferrovieri mobilitò 13 battaglioni di lavoro e 3 gruppi "esercizi linee". Spesso le compagnie del Genio Ferrovieri venivano riorganizzate e spostare rapidamente, soprattutto all'inizio della guerra. Sappiamo però con certezza che la 6ª Compagnia era attiva nei teatri di guerra dal 1941 in poi, soprattutto in Nord Africa (1941-42) e successivamente in altri fronti (come quello greco-albanese). Sappiamo inoltre che dal 1943 l'Italia settentrionale e centrale fu affidata al  3° Raggruppamento Genio Ferrovieri, con sede a Castel Maggiore. Questa struttura coordinò sette battaglioni di lavoro, un battaglione ponti metallici smontabili, e diverse sezioni di esercizio. Queste unità furono impegnate per preservare la rete ferroviaria e assicurare la necessaria manutenzione, ripristinare linee e ponti danneggiati dai bombardamenti. 

Giovanni Grasso è accanto a suo nipote,
anch'egli artista, Antonio Freda.
Foto Falco, fonte: Gozlinus

  G.V.