A Valva, parlare di soldati, di caduti in guerra e di memoria del loro sacrificio significa anche parlare di zio Carmine.
Il nostro blog ha consultato il suo foglio matricolare e raccolto, grazie alla collaborazione della famiglia, alcune foto.
La sua voce ha accompagnato le cerimonie del 4 Novembre per decenni; incrinata dall'emozione e sempre più flebile con l'età, ha rappresentato per molte generazioni quasi la colonna sonora della memoria, insieme al Piave o al Silenzio.
Carm'n d ' Rocc
La famiglia di Carmine Tenebruso viene da Quaglietta. Non a caso, zio Carmine era noto come Carm'n d' Rocc, figlio di Rocco (nome molto diffuso a Quaglietta).
Rocco Tenebruso, vedovo di 46 anni, il 9 maggio 1908 sposa a Valva Maria Caldarone, figlia di Francesco e della fu Domenica Spiotta. I genitori di Rocco (Nicola e Giuseppa Marzullo) risultano deceduti.
Alcune curiosità: l'atto di matrimonio è firmato anche dallo sposo (capita di rado a Valva in questo periodo); i due testimoni sono Pasquale Cappetta -fratello del tenente Vitantonio morto ad Adua- e Gaetano Fasano, che perderà il figlio Ottavo nella seconda guerra mondiale. Gaetano risulta di professione orologiaio, che sarà ereditata da uno dei figli.
Carmine nasce il 7 novembre 1910, in Via seconda San Vito.
La carriera militare
Dal suo foglio matricolare leggiamo che Carmine Tenebruso ha conseguito l'idoneità nell'istruzione premilitare, per aver frequentato il prescritto biennio del corso, superando gli esami finali, come attestato dal comando della 140 Legione MVSN (la milizia fascista), in data 22 febbraio 1930.
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Carmine Tenebruso in divisa |
Nel 1931 viene chiamato alle armi e arruolato nell'artiglieria contraerea, poi aggregato per tre mesi all'8° Reggimento Artiglieria P.C.
La sigla dovrebbe indicare il posto di comando del reggimento, dove verosimilmente Carmine ha partecipato alle attività di coordinamento e di gestione dei reparti. Lo troveremo sempre nell'artiglieria contraerei.
Rientrato al corpo, viene poi aggregato per due mesi al 9° Cavalleggeri. E' una tappa importante per la sua formazione, perché gli consente di fare esperienza con reparti montati a cavallo, parte di un'unità leggera e veloce, diversa dall'artiglieria fissa o dalla contraerea.
Nel febbraio 1933 viene inviato in congedo illimitato, con la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà e onore.
Nel settembre 1935 Carmine viene richiamato alle armi per mobilitazione: lo troviamo nel 2° Reggimento Artiglieria Contraerea.
Il reggimento è in mobilitazione per l'Africa Orientale.
Nella guerra in Africa Orientale (1935-36) l’Italia fascista invade e conquista l’Etiopia, con l’obiettivo di creare un impero coloniale. Nel maggio 1936 viene proclamato l’Impero d’Etiopia, sotto Vittorio Emanuele III.
Tuttavia, le successive licenze e il ricovero di Carmine ci fanno ipotizzare che sia rimasto in Italia, probabilmente impegnato in attività di addestramento e preparazione dei reparti.
Leggiamo infatti che il 15 gennaio 1936 è inviato in licenza di convalescenza di 180 giorni (il 16 gennaio risulta nel Distretto Militare di Salerno).
Nel maggio 1936 lo troviamo ricoverato prima all'Ospedale Militare di Napoli e poi al convalescenziario di Pozzuoli, per completare il residuo della licenza di convalescenza.
In Albania
Nel 1939 ormai la Seconda guerra mondiale è alle porte.
Il 26 agosto Carmine Tenebruso viene richiamato alle armi per istruzione militare; lo troviamo ancora nel 2° Reggimento Artiglieria Contraerea.
Il 25 novembre è imbarcato a Napoli, destinato al 60° Gruppo Artiglieria Contraerei dislocato in Albania.
Il 28 novembre sbarca a Valona. L'11 dicembre 1939 risulta trattenuto alle armi a domanda, nel giugno 1940 risulta presso il 60° Gruppo Artiglieria Contraerei e mobilitato: l'Italia è appena entrata in guerra. Il gruppo opererà al confine greco-albanese.
Una curiosità: il 18 agosto 1941, "in luogo della licenza di giorni 30 non usufruita" gli viene corrisposto un premio in denaro di 426,90 lire.
Nel novembre dello stesso anno Carmine viene ricoverato per due giorni all'Ospedale Militare di Tirana, cessa di far parte del 60°Gruppo mobilitato e viene inviato in licenza straordinaria illimitata senza assegni.
In questo periodo il direttore dell'Ospedale da campo n. 426, attesta che Carmine ha contratto "malattia in zona di guerra".
In Campania
La guerra di Carmine prosegue in Campania, dove risulta ancora impegnato nel 2° Reggimento Artiglieria Contraerei di Napoli: a settembre 1942 a Castellammare di Stabia, ad aprile 1943 a Torre Annunziata.
Dal 28 agosto al 5 settembre 1943 è ricoverato presso l’ospedale militare di Napoli.
Il 5 settembre rientra al corpo: siamo alla vigilia dei drammatici eventi che seguiranno l’armistizio.
Anche Carmine Tenebruso figura tra i tanti soldati “sbandati”, come risulta da una nota del 13 settembre 1943; alla stessa data, però, risulta collocato in congedo assoluto per infermità dipendente da causa di guerra.
La voce di un sacerdote della memoria
I ricoveri in ospedale hanno sicuramente rappresentato un ostacolo per Carmine, che avrebbe voluto servire la sua patria senza risparmiarsi.
Dopo la guerra, la sua voce è rimasta un legame vivo con la memoria di Valva, ricordandoci che la storia non è fatta solo di documenti e date, ma di persone, ricordi ed emozioni. E' fatta di scelte, talvolta di ripensamenti, a volte di errori.
Dai suoi ricordi di scuola – legati alle vicende della Grande Guerra e ai "tre fiumi sacri alla Patria", come amava ripetere – alla sua esperienza di soldato nella Seconda guerra mondiale: la vita di zio Carmine è stata profondamente segnata dall’esperienza militare e dal suo amore per il "sacro dovere" di difendere la Patria.
Con la sua voce, che per decenni ha accompagnato le cerimonie del 4 Novembre, è diventato quasi un sacerdote della memoria, un custode di un rito civile che ha trasmesso alle nuove generazioni.
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Zio Carmine in una celebrazione al Monumento, negli anni Ottanta |
Un appello
Una delle occasioni in cui zio Carmine ha raccontato la sua esperienza di soldato è stata organizzata dalla scuola media di Valva nel periodo 1993-1994. Insieme a lui c'era anche la signora Gerardina Fusco, che ha portato la sua testimonianza sulla guerra vissuta a Valva, soprattutto nel settembre 1943.
Purtroppo non siamo riusciti a rintracciare la videocassetta registrata in quell'occasione e rivolgiamo ai nostri lettori un appello: aiutateci a ritrovare questo preziosissimo documento, un contributo fondamentale alla memoria storica della nostra comunità.
Un filo sottile, come la voce di zio Carmine ormai anziano, ci lega ancora al vissuto e ai ricordi delle nostre radici. Non spezziamolo.
🙏Grazie al nipote Mauro Strollo per la preziosa collaborazione.
G.V.