21 agosto 2023

LA FALCE E IL FUCILE: I SOLDATI CHE MIETONO IL GRANO

Nel foglio matricolare di Angelo Michele Feniello c'è un'informazione curiosa.

Sbarcato a Napoli il 20 maggio 1944, viene subito inviato a Foggia per la mietitura del grano, finita la quale viene congedato, il 3 luglio.

Nato a Valva nel 1911, figlio di Lazzaro e di Antonia Del Plato, il soldato Feniello l'8 settembre 1943 si trova in Sardegna e sbarca in contiente solo otto mesi dopo.

Dopo l'8 settembre 1943, l'esercito italiano diventa cobelligerante. Si ricostituisce a fatica, visto che il numero di prigionieri e di sbandati è molto alto.

Angelo Michele è uno dei pochi valvesi che non torna a casa nei giorni dello sbando militare e istituzionale.

La raccolta del grano in periodo di guerra ha un valore economico e simbolico notevole, come dimostra anche l'attuale situazione in Ucraina.

Tre esempi possono rendere l'idea.

Archivio Luce; fonte

Il precedente del Piave

Nel giugno 1918, durante la "battaglia del solstizio" i soldati aiutano i contadini a raccogliere il grano per nutrire la popolazione.

Qui troviamo il racconto di un testimone: La mietitura eroica.

La battaglia del grano del regime fascista

La celebre "battaglia del grano" promossa dal regime fascista ha sicuramente un carattere popagandistico ma non si può negare una decisa spinta verso la modernizzazione dell'agricoltura, come sostiene ad esempio  Dino Messina in un articolo sul Corriere della Sera, dal titolo Quando Mussolini sognava l'autosufficienza dei granai:

Dietro gli aspetti propagandistici, che si riassumono nell'immagine del Duce a torso nudo su una trebbiatrice mentre passa un covone di grano a una contadina di un podere appena bonificato[...], c'è un grande sforzo di modernizzazione dell'agricoltura e il raggiungimento dell'obiettivo di raggiungere l'autosufficienza nel fabbisogno di frumento. [...] Ci si poneva l'obiettivo di incrementare il rendimento medio per ettaro senza aumentare eccessivamente la superficie coltivata a grano, ma attraverso la selezione di sementi migliori, l'uso intensivo di concimi, agevolazioni fiscali per il petrolio destinato a uso agricolo, il miglioramento del credito agrario, la diffusione di cattedre ambulanti oltre all'istituzioni di premi per i produttori più efficienti.

fonte

Il boicottaggio della trebbiatura in Emilia Romagna

Nell'estate del 1944 la raccolta del grano nelle regioni ancora sotto il controllo nazifascista diventa un problema. Per scongiurare la razzia di grano da parte delle truppe tedesche, ad esempio, il CLN dell'Emilia Romagna ordina di rallentare le operazioni.

Ecco un volantino del CLN di Reggio Emilia:

Agricoltori! Operai! Bisogna impedire che il grano venga consegnato agli ammassi, bisogna che ogni famiglia abbia il pane in casa per tutto l'anno, solo in questo modo si può essere garantiti dalla carestia. Contadini, ritardate la mietitura, trebbiate il più tardi possibile, nascondete il prodotto. Operai, fatevi consegnare il grano necessario alle vostre famiglie dai conferenti troppo zelanti che per paura soggiacciono sempre e subito alle imposizioni del nemico tedesco e dei suoi complici fascisti.  fonte

Approfondimento 

Altri fonti consultate per la "battaglia del grano" in Emilia Romagna:

Elisa Dondi, Comuni in guerra. Amministrazione, popolazione e risorse nella Bassa Romagna

https://www.straginazifasxiste.it/wp-contemt/uploads/schede/Ravenna_via_Belvedere_31lugkio44.pdf