22 novembre 2024

CADUTI IN GUERRA IN DUE ESERCITI DIVERSI: LA STORIA DEI FRATELLI CUOZZO

Quando nel 1918 offre i suoi cinque dollari per l'acquisto della statua di San Michele, da donare alla chiesa di Sant'Antonio a Batavia, in America, forse ha già deciso di arruolarsi nell'esercito statunitense.

Quella di Giuseppe Cuozzo è una scommessa. Mi arruolo, vado in guerra, torno in Europa a combattere nello stesso schieramento della mia Italia, ma con una divisa di un altro colore. Se torno, divento cittadino americano. 

Nato a Valva il 27 febbraio 1889, da Giacomo e Maria Michela Vuocolo, Giuseppe ha deciso di ripartire da qui, dall'America. Con lui, c'è suo fratello Donato.

Quello che ancora non può sapere è che non tornerà più dall'Europa: cadrà in guerra, proprio come suo fratello rimasto in Italia.

Giovanni Cuozzo, nato a Valva il 18 giugno 1897 risulta infatti morto a Vicenza, per malattia, il 25 marzo 1917.

Giovanni combatte nel 236 Reggimento Fanteria, Brigata "Piceno". 

La brigata è costituita in provincia di Vicenza. Il 25 marzo 1917 è trasferita a Piano e il 9 aprile è schierata sulla linea di resistenza nei pressi del Loner settentrionale (Trentino).

Proprio il giorno in cui la sua Brigata è trasferita, Giovanni muore.

Suo fratello Giuseppe, negli Stati Uniti, si arruola nel settembre 1917; nel maggio 1918 inizia il suo servizio, che dura "to Death", fino alla morte, avvenuta il 20 settembre 1918.

Combatte in Francia nel 309th. Infantry Regiment, 78th Division. 

Il 309° Reggimento ebbe un ruolo fondamentale in alcune battaglie decisive nella Grande guerra: partecipò all'offensiva della Mosa-Argonne, all'Offensiva di St. Mihiel e alla Campagna della Lorena.

Possiamo ipotizzare che Giuseppe sia caduto nella battaglia di St. Mihiel, combattuta tra il 12 e il 19 settembre tra 14 divisioni americane e 4 francesi da un lato, 10 tedesche e una ungherese dall'altro. Le perdite americane furono di 7mila uomini,  quelle tedesche e ungheresi 2mila.

Soldati statunitensi di ritorno dal fronte di Saint-Mihiel; fonte

Giuseppe riposta al cimitero americano di St. Mihiel, a Thiacucourt, in Francia (nel settore D, fila 24, tomba 12).

La sua morte è notificata al fratello Donato, residente a Buffalo, al numero 35 di Shanley Street.


Giovanni e Giuseppe Cuozzo, dunque.

I loro nomi, uno dopo l'altro, sono al monumento ai caduti di Valva.

Quando nel 1924 i loro concittadini costruiranno il monumento, anche grazie al contributo del circolo valvese di Newark, decideranno di ricordare tutti i valvesi caduti, sia quelli morti combattendo nel Regio Esercito che quelli caduti con la divisa statunitense.

Tutti figli di Valva e vittime della guerra; alcuni di questi giovani, vittime anche dell'emigrazione.

Un omaggio alla loro memoria

Nella parola "fratelli", il poeta Ungaretti vede una forma di ribellione spontanea, quasi istintiva, dei soldati: di fronte alla tragedia della guerra, essa fa emergere la vera natura di ogni uomo, che vede nell'altro un fratello.

Ai fratelli Cuozzo dedichiamo questi immortali versi:

Di che reggimento siete
fratelli? 

Parola tremante
nella notte 

Foglia appena nata 

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità 

Fratelli

Un sentito ringraziamento al signor Carminuccio Del Plato e alla signora Valentina Cuozzo.

G.V.

21 novembre 2024

L'ARCANGELO GUERRIERO: IL SAN MICHELE DEI VALVESI IN AMERICA

L'identità passa anche attraverso la devozione popolare al santo patrono e una statua è il segno visibile di un legame profondo.
E' il 1918, siamo a Batavia, nello stato di New York, contea di Genesse; a circa 80 chilometri, le cascate del Niagara, mentre la città di Buffalo è un po' più vicina.
Batavia è una città in rapida crescita demografica, grazie all'arrivo di immigrati polacchi e italiani: la popolazione arriva a circa diecimila abitanti; da tre anni la città ha ottenuto lo status di "città incorporata", ovvero di municipalità ufficialmente riconosciuta.
La statua
Tra gli italiani, c'è una nutrita comunità di valvesi.
Oltre quaranta di essi partecipano alla colletta per l'acquisto di una statua di San Michele Arcangelo, patrono di Valva.
La statua viene collocata nella chiesa di Sant'Antonio; oggi la chiesa è chiusa, ma la statua c'è ancora: è nella chiesa dell'Ascensione.
Ecco l'elenco dei valvesi che hanno partecipato alla sottoscrizione:

Oltre un terzo dei partecipanti si chiama Michele o è figlio di un Michele; notiamo che è ancora poco diffuso il nome Gerardo (san Gerardo è stato canonizzato da meno di quindici anni). Si segnala la presenza di due donne. I cognomi sono abbastanza vari, compresi alcuni oggi poco diffusi a Valva o non più attestati.

Quante storie, dietro quei nomi...
Tra le persone che riteniamo di aver identificato, c'è un valvese che di lì a pochi mesi morirà nella Grande Guerra: Giuseppe Cuozzo
Nato a Valva il 27 febbraio 1889, figlio di Giacomo e di Maria Michela Vuocolo, risulta "killed in action" in Francia il 20 settembre 1918. Combatteva nel 309th Infantry Regiment, 78th Division.
Con molta probabilità Giuseppe è il fratello di Giovanni, che risulta morto per malattia a Vicenza il 25 marzo del 1917, ventenne: è a tutti gli effetti un caduto in guerra valvese. 
Approfondiremo i documenti per ricostruire una storia che merita di essere raccontata: due fratelli caduti nella stessa guerra, combattendo in due eserciti diversi. Vittime della guerra e dell'emigrazione.
Forse abbiamo identificato un altro nome: un altro valvese che sta per combattere con l'esercito americano, Pietro Falcone
Negli Stati Uniti dal 1913, nel 1918 risulta in guerra: parte il 22 maggio da Hoboken (New Jersey) per raggiungere la Francia. 
Nei documenti militari del viaggio di andata troviamo il nome el fratello Michele, in quelli del viaggio di ritorno la sorella Giuseppina. Pietro è nella Quarta Batteria di mortai da trincea.
Pietro tornerà negli Stati Uniti nell'aprile 1919. Si sposerà nel luglio 1921. 
Più sicura è l'identificazione di Onofrio Marcello; il nome è meno diffuso, il cognome è scritto in una variante abbastanza rara, dunque siamo quasi certi che sia la stessa persona che compare in questo documento:

E' un'assicurazione legale, serve a garantire che Onofrio gestisca correttamente il patrimonio del defunto Pasquale Cecere, anch'egli emigrato valvese: una misura di sicurezza per evitare problemi o perdite per lo stato o per gli eredi.
Pasquale Cecere è morto senza lasciare testamento: dunque Onofrio deve amministrarne correttamente il patrimonio, pagare eventuali debiti del defunto, distribuire i beni agli eredi, seguire le istruzioni del tribunale. Per fare questo, stipula una polizza assicurativa (con la United States Fidelity and Guaranty Company), che promette di pagare fino a 5mila dollari se Onofrio non adempie ai suoi doveri di amministratore.

Le foto della statua di San Michele e dell'elenco dei valvesi che hanno contribuito al suo acquisto sono state fornite dal signor Carminuccio Del Plato, che ringraziamo per la gentile collaborazione.  

Pasquale Cecere è morto lavorando alla costruzione delle ferrovie americane. 
Sua figlia Antonia, lasciata bambina a Valva, sarebbe un giorno diventata la mia bisnonna.

G.V.

10 novembre 2024

NON DIMENTICHEREMO I VOSTRI NOMI


Have you forgotten yet?... 
Look up, and swear by the green of the spring that 
you’ll never forget.
Sigfried Sasson, Aftermath

Non hai ancora dimenticato?... 
Guarda giù e giura sugli uomini uccisi dalla guerra che 
non dimenticherai mai.
Sigfried Sasson, Dopo

Nel suo centesimo compleanno, torna a splendere il monumento ai caduti di Valva.

Eretto nel 1924 per iniziativa degli ex combattenti, riuniti in un Comitato Pro Monumento, e dei valvesi emigrati a Newark, nel New Jersey, il monumento sorse su un terreno che il marchese Francesco d'Ayala-Valva aveva donato al comune nel 1922.

Il circolo valvese di Newark organizzò una serata di beneficienza per raccogliere i fondi da inviare a Valva per "l'erigendo monumento". 
A quella serata stiamo dedicando il documentario Di radici e di sangue.

Nei giorni scorsi è stato fatto un intervento di pulitura della statua in marmo -un fante con fucile- e delle epigrafi con i nomi dei caduti e con il ricordo delle "cospicue offerte" della Casa marchesale.

Ecco alcune immagini significative:

Visione frontale: prima e dopo

fonte: Catalogo Beni Culturali

Dopo l'intervento di pulitura
Tornano leggibili i nomi di tutti i caduti della Grande Guerra:

Ora è maggiormente leggibile l'epigrafe che ricorda il contributo della Casa marchesale:

Nei giorni scorsi nel monumento si è svolta la cerimonia del 4 Novembre, alla presenza dei cittadini e degli studenti del plesso di Valva dell'Istituto Comprensivo "Pascoli".

Ecco un breve passo del discorso del sindaco, Giuseppe Vuocolo:

Questo monumento è anche un simbolo di unità tra chi è rimasto e chi è emigrato. Un legame rinsaldato grazie alla memoria comune dei caduti in guerra. Erano distanti migliaia di chilometri, eppure i nostri concittadini non dimenticarono mai la loro terra d'origine, l'amata Valva. Oggi come allora, la loro memoria ci ricorda il valore della comunità. 

Riteniamo particolarmente suggestiva questa foto.  

Mentre i giovani membri del coro dell'istituto "Pascoli" -diretti dalla prof.ssa Serena La Barbera- eseguono il loro repertorio, ad ascoltarli ci sono le due figlie di un soldato morto per le conseguenze della guerra e un nipote di un soldato disperso in Russia:

Da destra, le signore Michelina e Angela Falcone, figlie di Michele;
il signor Silvio Annunciata, nipote di Prospero

Per le foto, un caloroso ringraziamento a Giovanna Feniello, Luca Forlenza e Gianfranco Fumo. 
un secolo di memoria, 6

G.V.