Un nome può nascondere un destino, dicono.
Io non ci credo molto, per la verità, ma quando penso al mio beh...qualche dubbio mi viene.
Mi chiamo come mio zio: Onofrio Mastrolia.
Mi chiamo come mio cugino: Onofrio Mastrolia.
Mi chiamo come un nostro parente americano, credo un cugino di mio padre: Onofrio Mastrolia.
Mio zio ha combattuto l'altra guerra, era sergente, è caduto sul Grappa nel '17.
Ho visto una foto di alcuni soldati valvesi...una dozzina. Era il giorno del suo funerale, nel mese di dicembre.
Secondo me, hanno saputo della sua morte e hano chiesto una licenza...chi lo sa...un compaesano si va a salutare, si deve fare scosì. Anche in guerra, se possibile.
Erano giorni duri, quelli.
Il generale Diaz stava riorganizzando l'esercito, dopo Caporetto.
"Rifaremo l'esercito", diceva (almeno così ci raccontava la maestra Bebè).
E ci è riuscito, il generale Diaz: l'esercito è rinato, la guerra è stata vinta ma mio zio non c'era più.
Ora il suo nome, che è anche il mio, è al monumento ai caduti del nostro paese.
Poi c'è il parente americano.
Mi hanno detto che c'era anche lui alla grande serata di beneficenza, vicino a Nuova York, quando hanno raccolto i soldi da mandare a Valva per costruire il monumento.
Se riesco a tornare sano e salvo, me ne vado in America e vado a conoscerlo.
Ance mio cugino si chiama come me, ma ora non so dov'è. È più giovane di me, non so se hanno chiamato anche lui a combattere.
So dove si trova mio fratello Michele: è prigioniero degli americani, combatteva in Africa, lui.
Ma gli americani ora sonoi nostri alleati, forse lo hanno rilasciato...non lo so, non ho più notizie. È da quando lo hanno catturato in Albania che non so più nulla di lui.
So che ci sono altri compaesani con lui, mentre alcuni sono morti.
Ricordo Ottavo Fasano, Michele Cuoco, Michele Cuozzo: tutti morti in Africa.
Hanno qualche anno più di me, anzi: avevano, avevano ahimé...ma in fondo a Valva quasi tutti hanno qualche anno più di me, tra noi che siamo in guerra.
Da qualche mese, sono diventato un lavoratore civile.
Secondo alcuni dovrei ritenermi fortunato, ma proprio non ci riesco.
I tedeschi ci fanno uscire dal campo per andare a lavorare, la sera dobbiamo però tornare per dormire.
Non possiamo espatriare, naturalmente.
Mi sono iscritto alla cassa mutua, non mi pagano più come prima con la moneta del campo di prigionia: ora mi danno dei marchi, marchi veri finalmente.
Lavoro in un ingrosso di legnami, ad Hannover.
Ho imparato l'indirizzo, Hamelnstrasse 44, ma non serve a niente: non scrivo lettere e non ne ricevo, nemmeno corro il rischio di smarrire la strada, visto che ci muoviamo tutti insieme.
Guadagno 200 marchi al mese, lordi.
Come? Una bella paga? Sì, ma 100 se li trattengono...Kost und Logis...per vitto e alloggio, dicono; 50 se li prendono di tasse e altre spese, quelli che avanzano si possono spendere, ma solo negli spazi che dicono loro e ogni tanto si inventano pure una nuova multa.
Non vedo l'ora di portare finalmente il mio nome fuori dalla guerra.
G.V.
Immagini create da ChatGPT sul testo del blog "la ràdica"