09 dicembre 2024

COME FIORI DA SEMI PIANTATI IN GIORNI DIFFICILI. SE NE VA L'ULTIMA VEDOVA DI UN REDUCE VALVESE DELLA GUERRA

Un'altra pagina della storia di Valva si è chiusa.
L'ha chiusa la signora Marietta Marciello, che se ne è andata pochi mesi prima di compiere 93 anni.
Ora in paese non ci sono più vedove di soldati della Seconda guerra mondiale.
Marietta Marciello con due figli, negli anni Sessanta; fonte
Suo marito era Bonaventura Megaro, internato militare in Germania.
Il foglio matricolare del marinaio Bonaventura Megaro:
risulta prigioniero dei tedeschi in Austria,
dal 9 settembre 1943 al 20 agosto 1945
Quando Bonaventura era in guerra, Marietta era ancora una ragazzina: questo punto di vista conferiva ai suoi ricordi una tenerezza particolare, come quando mi ha raccontato la visita fatta con la maestra di Valva -la signora Fernanda Superchi Gaudiosi- a casa di zia S'ppuccia d Stefano, in occasione della morte in guerra del figlio. La signora Marietta ricordava la funzione in chiesa e poi il corteo al cimitero, per deporre dei fiori in memoria del giovane caduto.
Nei difficili giorni del settembre 1943 -mentre nella Valle del Sele infuriava lo scontro tra truppe alleate e tedesche- la giovanissima Marietta si è rifugiata con la famiglia in montagna, in una grotta in cui il signor Abramo Vacca cucinava per le famiglie che erano lì e rassicurava i bambini dando la colpa delle fiamme che si vedevano sulla montagna a pastori distratti che avevano lasciato acceso il fuoco. 
Tra le persone rifugiatesi nella grotta c'era anche la futura suocera di Marietta, la signora Carmela Conte.
Anche il racconto degli incontri con i tedeschi e con gli americani, filtrati attraverso gli occhi di una giovanissima donna, assumeva quasi il contorno di una fiaba, sia pure in un contesto drammatico come l'autunno del 1943.
L'americano che le offrì caramelle, biscotti e carne in scatola, dicendole che anche lui aveva una figlia piccola come lei. 
I tedeschi che quando abbandonarono il loro campo, incalzati dagli americani, lasciarono alla famiglia della giovane Marietta una cucina a carbone, che sarebbe servita anni dopo per il pranzo nel giorno del suo matrimonio.
Mi ha raccontato anche di aver trovato un ordigno bellico, proprio nel periodo in cui un sedicenne valvese -Aurelio Torsiello- era morto in seguito a un'esplosione.
La giovane Marietta aveva chiamato suo padre e l'ordigno era stato portato via da Angelo Michele Torsiello, con due buoi aggiogati e delle lunghe funi.
Molti anni dopo, due loro nipoti sarebbero diventati marito e moglie.
La futura suocera rifugiata nella stessa grotta, la cucina lasciata dai tedeschi in fuga che sarebbe servita per il pranzo del matrimonio, un giovane che porta via un residuo bellico e che sarebbe diventato il nonno della moglie del nipote: alcuni episodi -nei racconti di zia Marietta- sembrano contenere la promessa di un futuro felice, come fiori che sbocciano da semi piantati in giorni difficili.
L'incanto del racconto
I racconti di zia Marietta sono diventati due post pubblicati dal blog "la ràdica"; soprattutto, sono stati un'esperienza molto significativa, nella quale lo scrivente è stato testimone del riaffiorare di avvenimenti e stati d'animo di oltre ottanta anni fa, percependo il piacere del condividere ricordi e ammirando una notevole abilità nel raccontare; parlerei di capacità affabulatoria, come è proprio di un racconto capace di incantare l'ascoltatore. 
Anche in un caldo pomeriggio d'agosto, in un momento felice che è già ricordo.

Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia di zia Marietta.

Ecco i due post dedicati ai racconti di zia Marietta:
G.V.