16 ottobre 2023

MICHELE MACCHIA, FERITO IN LIBIA NEL 1911

Il 18 ottobre 1912 finiva ufficialmente la Guerra italo-turca, combattuta tra il Regno d'Italia e l'Impero ottomano a partire dal 29 settembre 1911: con il trattato di Losanna l'Italia annette la Libia e il Dodecaneso.
Alla partecipazione dei valvesi alle guerre combattute in Africa abbiamo dedicato due  post: 
👉I valvesi alla guerra in Africa
👉Due soldati valvesi sul bel suol d'amore
Abbiamo già raccontato la storia di Michele Feniello, ora ci occupiamo della vicenda di Michele Macchia.
In questo documento, custodito da alcuni suoi discendenti, troviamo la sua vicenda riassunta con molti dettagli:

Facciamo prima un passo indietro, ricostruendo il contesto politico in cui è maturata la guerra.

Il dibattito in Italia
La guerra contro l'Impero ottomano suscita in Italia un vivace dibattito, politico e culturale. 
I nazionalisti, guidati da Enrico Corradini, ritengono che l'Italia -nazione proletaria- debba convogliare la propria energia in una politica estera di conquista. Si fanno promotori di una campagna mediatica per la conquista della Libia.
In uno dei nostri post dedicati all'argomento, abbiamo ricordato l'orazione "La grande proletaria si è mossa" di Giovanni Pascoli, nella quale la conquista della Libia è presentata come un rimedio all'emigrazione; Pascoli immagina che i contadini italiani possano diventare "agricoltori sul terreno della patria" anche in Libia.
Non tutti, però, sono favorevoli alla guerra: il Partito Socialista di Turati, ad esempio, vi si oppone.

Una guerra difficile
La guerra italo-turca ha un triste primato: per la prima volta gli aerei da combattimento sono utilizzati per bombardare la popolazione.
Le truppe italiane sono impreparate al deserto, al colera e alla guerriglia urbana (la tattica scelta dai turchi).
Foto: Mary Evans/ Scala, Firenze; fonte

La guerra di Michele
Michele Macchia, figlio di Raffaele e di Rosa Spiotta, nasce a Valva il 3 febbraio 1890.
Chiamato alle armi, è assegnato prima al 27.mo e poi al 22.mo Reggimento Fanteria.
Il 21 ottobre 1911 si imbarca per la Tripolitania e la Cirenaica.
Il 24 novembre subisce una ferita d'arma da fuoco al torace e al braccio sinistro durante un combattimento nei pressi della città di Derna.
Cartolina d'epoca; fonte

Dopo la ferita, torna in Italia e sbarca a Taranto; successivamente ottiene una licenza straordinaria di convalescenza.
Richiamato di nuovo alle armi nell'agosto 1914, in seguito al Regio Decreto del 2 agosto (che modifica l'ordinamento militare della Tripolitana e della Cirenaica e autorizza la costituzione di bande irregolari nella Cirenaica), vi giunge il giorno 8.
Il giorno 14 agosto è mandato in congedo illimitato, per determinazione del direttore dell'Ospedale militare di Cava dei Tirreni.

La Grande guerra
C'è una data particolarmente significativa nel foglio matricolare di Michele Macchia: il 24 maggio 1915.
Due giorni prima, Vittorio Emanuele III firma questo decreto:
A decorrere dal 23 corrente è considerato in istato di guerra il territorio delle provincie di Sondrio, Brescia, Verona, Vicenza, Belluno, Udine, Venezia, Treviso, Padova, Mantova, Ferrara, e quello delle isole e dei Comuni costieri dell'Adriatico, nonché di tutte le fortezze che siano dichiarate in istato di resistenza per ordine dei ministri della guerra e della marina.
Questo decreto significa, per l'Italia, l'entrata nella Prima guerra mondiale.
Proprio nella data che sarebbe poi rimasta celebre nella memoria nazionale, il 24 maggio 1915, Michele Macchia giunge al 63.mo Reggimento di Fanteria.
Viene però collocato a riposo "per infermità proveniente da causa di servizio". Successivamente, sarà collocato in congedo assoluto.
Dal blog Gozlinus Valva pubblichiamo anche questo documento,  rilasciato dalla Direzione generale delle pensioni di guerra presso il Ministero delle Finanze:
E' una dichiarazione del 7 marzo 1940, che cita una visita "passata" in data 24 marzo 1927 presso la Commissione Medica di Cava dei Tirreni; nel referto, si fa riferimento alla ferita in combattimento a Derma, il 24 novembre 1911.
All'ex soldato viene concessa la pensione vitalizia di settima categoria.

Michele Macchia ottiene due decorazioni: la croce di guerra e la medaglia libica della guerra 1911-12.
Medaglia commemorativa; fonte


Un sentito ringraziamento alla signora Lucia Farella per la gentile collaborazione e a Filippo Vuocolo per la ricerca all'Archivio di Stato di Salerno.
G.V.