18 agosto 2025

LA TOMBA DI SANSONE

Orribil furon li peccati miei; 
ma la bontà infinita ha sì gran braccia, 
che prende ciò che si rivolge a lei.                            

Se ’l pastor di Cosenza, che a la caccia 
di me fu messo per Clemente allora, 
avesse in Dio ben letta questa faccia,                       

l’ossa del corpo mio sarieno ancora 
in co del ponte presso a Benevento, 
sotto la guardia de la grave mora.                              

Or le bagna la pioggia e move il vento 
di fuor dal regno, quasi lungo ‘l Verde, 
dov’e’ le trasmutò a lume spento. 

                    Dante, Purgatorio, canto terzo                      

Non sappiamo se i peccati di Emidio fossero così grandi da meritargli la sepoltura in terra non consacrata a ridosso del muro del cimitero né se la severità del giudizio fosse da paragonare all'incapacità delle autorità di allora di riconoscere in Dio anche la faccia della misericordia, come lamenta il personaggio dantesco del canto terzo del Purgatorio. 
Sappiamo però che questo è stato il destino del suo cadavere. Secondo il custode del cimitero di Valva,  a oltre centodieci anni di distanza lo scheletro era praticamente integro. 
Dicembre 1887. Emidio Sansone viene ucciso in piazza dai carabinieri, almeno secondo il racconto popolare che stiamo cercando di verificare con i documenti.
L’immagine è una ricostruzione storica in stile fotografico,
realizzata con l’ausilio di intelligenza artificiale, a cura del blog la ràdica
Viene sepolto fuori del cimitero, dove rimane fino all'inizio degli anni Duemila, quando il comune di Valva esegue dei lavori di ampliamento. 
La tomba di Emidio Sansone; fonte
In quell'occasione, i resti di Emidio sono stati composti in un loculo, con la stessa epigrafe in pietra che per tanti anni ne aveva testimoniato il nome, la data e la giovane età della morte:
A questa figura tra lo storico e il leggendario vogliamo dedicare un lavoro di ricerca, perché riteniamo giusto ricostruirne la storia. Raccontarla, significa almeno tentare di restituire dignità a questo giovane valvese (originario di Acerno) e inserirla nel più ampio contesto della nostra memoria collettiva.

Una storia che inizia da lontano
Il 22 gennaio 1848, davanti al notaio Pasquale Budetta in Occiano -"villaggio" di Montecorvino Rovella, del Principato Citra del Regno delle Due Sicilie- si presenta il signor Aniello Sansone del fu Luca, di professione casiere, domiciliato in Acerno, che dichiara che suo nipote Vito Sansone, figlio del fu suo figlio Luca e della vivente Maria Giuseppa Sansone, "avendo conchiuso volersi maritare con la nominata Carolina Salvatore di anni diciotto" ha bisogno del consenso del suo avo paterno (=nonno).
Non potendo il signor Aniello recarsi di persona ad Acerno,
"col presente atto espressamente e formalmente dà e presta il suo consenso e piacere per detto matrimonio del nipote, facultando l'uffiziale dello stato civile a riceverne la solenne promessa ed il parroco a celebrare le nozze, come se vi fusse presente esso consensiente Aniello Sansone".
Vito (o Vitantonio o Vito Antonio) Sansone e sua moglie Carolina avranno una bambina ad Acerno, di nome Maria Giuseppa, e poi si trasferiranno a Valva.
Qui il 17 dicembre 1857 nascerà Emidio Sansone.
Morirà a trenta anni. Spetta a noi scoprire dove e come.

Continueremo a occuparci di Emidio Sansone, seguendone le tracce tra documenti e memoria popolare.

Un sentito ringraziamento al signor Eliseo Feniello, per le preziose informazioni e la consueta disponibilità.
G.V.