Enrico Santovito se ne è andato il primo settembre.
La bandiera che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio ha salutato l'ultimo internato militare valvese e il penultimo soldato della Seconda Guerra Mondiale.
Un mondo che ha ancora da insegnare
Nel saluto di cordoglio a lui rivolto, il sindaco e l'amministrazione comunale hanno ricordato zio Enrico con queste parole:
[...] una figura cara a tutti noi, che simbolicamente rappresenta un mondo che si sta chiudendo ma che ha ancora tanto da insegnarci. Anche se per un'inesorabile legge naturale la sua voce si è spenta, siamo certi che i suoi racconti resteranno nella memoria di tutti noi, il suo esempio sarà un punto di riferimento, i valori che egli ha testimoniato e contribuito a trasmettere saranno per noi uno stimolo a custodirli e a trasmetterli a nostra volta, perché questo è il modo migliore per salutare i nostri anziani che se ne vanno: farli rivivere rendendo attuali i loro insegnamenti e il loro esempio.
Croce al Merito di Guerra, Repubblica Italiana (fonte; autore della foto) |
La responsabilità della Memoria come eredità
La presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci, Fiorenza Volturo, ha scritto:
Zio Enrico lascia un'eredità importante da gestire e l'impegnativa responsabilità della Memoria. [Egli] fu uno dei militari catturati dopo l'8 Settembre ed internato nei lager nazisti per essere rimasto fedele alla sua Patria. Gli eroi sono così: persone semplici, umili, quasi timidi e delle loro gesta narrano come se fossero azioni ordinarie, del tutto normali.
La presidente Volturo ha ricordato che era stata predisposta la documentazione per la medaglia al valore del Presidente della Repubblica e ha aggiunto:
Il tempo non ci è stato amico, ma il mio impegno sarà quello che il suo onore venga riconosciuto in memoria dalla più alta carica dello Stato.
Il soldato, il prigioniero
Nei mesi scorsi, sul nostro blog abbiamo pubblicato un documento proveniente dall'Archivio Arolsen, dal quale emerge che il giovane soldato Enrico Santovito, appartenente alla cavalleria dell'esercito italiano, venne catturato in Albania l'11 novembre 1943 e condotto in Germania come internato militare.
Il 24 settembre 1944 fu trasferito al lavoro civile perché gli internati militari italiani passarono allo stato giuridico di lavoratori civili: anche se in genere questo comportò un miglioramento delle loro condizioni, non venne concesso loro di tornare in Italia.
In Germania, Enrico Santovito è stato sicuramente nel campo di lavoro denominato Arbeitskommando 1131, a Bobeck - Stadtroda.
Lo capiamo da questo foglio, in cui leggiamo le parole abbreviate Arb Kdo, il numero 1131 e le due località della Turingia (Germania centrale).
Le due date del marzo 1945 evidenziate in alto potrebbero riferirsi a un trasferimento da un campo all'altro.
Non abbiamo documenti sul tipo di occupazione del prigioniero né sappiamo in quali campi sia stato prima di essere nell' Arbeitskommando 1131. Sappiamo che molti prigionieri lavoravano nelle miniere di potassio della zona.
Nel suo foglio matricolare leggiamo che Enrico Santovito è stato liberato l'8 maggio 1945 ed è stato trattenuto dalle Forze Alleate.
Rientrato in Italia, si è presentato al distretto Militare di Salerno il 30 luglio, quando ha ottenuto una licenza di rimpatrio di due mesi.
L'odissea
Cosa ha fatto Enrico Santovito dall'8 maggio al 30 luglio?
Del travagliato ritorno in patria non abbiamo documenti e il ricordo di questa esperienza è affidato a quello che ha raccontato in famiglia.
Ecco come la nipote Rosanna ricostruisce la vicenda:
Ingannato dai russi, prese un treno in direzione Est Europa, convinto di tornare in Italia. Giunto in Cecoslovacchia, improvvisò un dialogo con un sacerdote su un treno, riuscì a capire il senso delle parole del suo interlocutore e scese a Praga, dove restò quasi un mese. Non riuscì a tornare subito in Italia: era senza forze e senza soldi. Riuscì a partire solo dopo quasi un mese e arrivò in Italia dopo un lungo viaggio, denutrito e pieno di pidocchi.
Nel marzo 1963, Enrico Santovito ha ottenuto due Croci al Merito di Guerra, come testimoniano queste immagini:
Croce al Merito di Guerra, seconda concessione |
Cento anni
Il 9 marzo 2022 Enrico Santovito ha compiuto cento anni.
Vogliamo ricordarlo con una foto della bella festa con la quale parenti e amici, alla presenza del sindaco e dell'amministrazione comunale, gli hanno reso omaggio.
Zio Enrico se ne è andato in silenzio, umile come gli eroi quasi timidi che ci passano accanto.
Rinnoviamo il nostro abbraccio alla famiglia di zio Enrico e ringraziamo la nipote Rosanna per la gentile collaborazione.
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G.V.