23 febbraio 2022

QUANDO UN COGNOME DIVENTA RICORDO

Prima o poi -promesso- tornerò a occuparmi degli argomenti per i quali questo blog è nato: ricostruire le vicende dei valvesi internati militari in Germania (non avevano lo status di "prigionieri di guerra") e dei caduti nella Seconda guerra mondiale, almeno in una prima fase di lavoro.

Quando si fa una ricerca, però, a volte ci si imbatte in nuovi sentieri che è un po' rischioso seguire perché, pieni di fascino, rischiano di portare lontano: un labirinto amico che nasconde storie, rivela nomi, suggerisce collegamenti e ipotesi...

Gli ultimi post pubblicati sulla Radica hanno dato un contributo a una storia dei cognomi valvesi, prendendo prima in esame uno strumento di ricerca (il sito dell'Archivio di Stato di Salerno), poi occupandosi dei cognomi materni dei giovani chiamati alla visita militare. 

Cognomi solo femminili: ho verificato che non ci fossero attestazioni maschili. Il cognome di una donna verosimilmente originaria di un altro comune, nella seconda metà dell'Ottocento, è prezioso e fragile: in una comunità piccola è destinato a perdersi, anche se a volte è attestato due volte perché -ipotizzo- due sorelle hanno sposato uomini valvesi. 

Oggi vi parlo di alcuni cognomi maschili che erano presenti a Valva nello stesso periodo (anche in più famiglie) e che oggi -a quanto mi risulta- non lo sono più.

Alcuni di questi cognomi sono stati incisi nella pietra della lapide del Monumento ai Caduti, e dunque resteranno fino a quando qualcuno li leggerà: la memoria passa anche attraverso il gesto, semplice ma non scontato, di leggere le lapidi.

Avallone, Catino, Del Buono, Fratangelo "caduti sul campo" e poi D'Urso tra i "soldati morti per la guerra": forse leggere questi cognomi nell'elenco dei Caduti è uno dei pochi modi per farli rivivere ancora, in quel paese in cui erano militari, contadini, calzolai, impiegati telegrafisti.


Altri cognomi non hanno accompagnato giovani valvesi alla morte in guerra, ma alla visita militare sì: Anastasio e Calabrese (attestati in quattro famiglie di giovani chiamati alla leva), Florio, Giarla e Sfratta (tre famiglie), Gigantiello, Grieco, Libero, Marcello e Miccoli (due famiglie), Perillo Sansone (una). Alcuni di questi cognomi sono ancora diffusi, anche in zona, ma non a Valva.

Sicuramente ce ne possono essere altri ancora: ad esempio, cognomi di famiglie con figlie femmine; in questo caso, la ricerca nelle liste di leva non è uno strumento adeguato e occorrerebbe uno studio sui registri all'anagrafe comunale.

Il lavoro da fare aumenta (e penso sia un bene).

Un cognome, uno almeno, se ne è andato in America: lo ha portato un valvese che a diciotto anni era già cittadino americano (come si evince dal documento di sbarco a Ellis Island). Suo fratello, nato negli Stati Uniti, dopo qualche anno sarebbe tornato in Italia a combattere durante la Prima guerra mondiale: Sabato Fratangelo, classe 1895, calzolaio, settimo nome tra quelli dei  soldati caduti sul campo, incisi sulla lapide del Monumento ai Caduti. 

A questa vicenda sarà dedicato un prossimo post sulla Radica, perché ci sono storie che chiedono di essere raccontate e che a volte sembrano impazienti: non rispettano il programma di lavoro stabilito da chi fa delle ricerche storiche, sembrano non voler più aspettare. Ci sono storie che meritano di tornare alla luce, hanno atteso già troppo.


G.V.