03 febbraio 2022

UN RIMPIANTO E IL TENTATIVO DI RIMEDIARE

Epigrafe con i nomi dei dei caduti e dispersi nella Seconda Guerra Mondiale,
Valva, Monumento ai caduti 


Q
uesto blog nasce da un rimpianto e vuole costituire un tentativo, spero non tardivo e non inutile, di rimediare.

Il rimpianto è quello di non aver riempito di domande i miei nonni e i loro coetanei, su tutto: dalla guerra al modo di corteggiare le ragazze, dal lavoro al modo di divertirsi durante le feste.

Confesso un senso di colpa che riguarda il mio essere cittadino, inserito in una catena che mi vede anello e dunque, necessariamente, collegato agli altri anelli prima di me. Non solo quelli che hanno il mio cognome o nomi ricorrenti nella mia famiglia. La famiglia è quella più grande del paese, in cui le vicende si intrecciano perché riguardano tutti.

Spesso ho dato per scontata la nostra storia locale; altre volte -lo scrivo non senza vergogna- non ho capito che storia è anche racconto orale, ricerca di documenti relativi a persone che conosciamo, è confronto tra il dato scritto e la vicenda narrata e tentativo di individuare riscontri per passare da una dimensione all'altra.

Vedo i nomi di miei compaesani scolpiti nella pietra cento anni fa e altri settantacinque anni fa. Sono nomi che hanno perso alcune lettere e questo mi fa riflettere sulla caducità della memoria, anche nei luoghi deputati a conservarla. 

Non aver fatto nulla per aiutare la mia comunità almeno a distinguere tra un caduto in guerra e un disperso o a dare un'età e aggiungere qualche notizia, per quanto scarna, a quei nomi è per me motivo di senso di colpa e stimolo a rimediare.

Vorrei fare un lavoro di ricerca sui caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale; penso a loro perché ai documenti si può accompagnare ancora una memoria orale collettiva.

Vorrei dare una mano anche a ricostruire un altro frammento della nostra memoria comune: trovare documenti e raccogliere testimonianze sui valvesi deportati nei campi di concentramento, i cosiddetti "IMI" (Internati Militari Italiani).

Ricordo di averne sentito parlare per la prima volta dal compianto Salvatore. Un po' di anni fa, forse agli albori di internet, mi ha citato due nomi di compaesani. Pur senza avere la passione di Salvatore e la sua competenza nell'indagine storica, oggi con una ricerca di poche ore si possono individuare oltre dieci valvesi tra gli internati militari italiani, compreso un giovane sepolto a Mauthausen ("Alta Austria", leggo in una scarna nota). 

Con internet a disposizione è tutto più semplice: ora abbiamo a portata di mano archivi, motori di ricerca, documenti in formato digitale e mappe precise. Possiamo consultare fonti senza muoverci da casa, ordinare e ricevere libri per approfondire un argomento limitandoci a ritirare la posta, scaricare gratuitamente -nei casi consentiti- articoli, saggi e testimonianze. 

Con uno strumento come un blog, questo materiale può essere condiviso perché altri lo utilizzino per scoprire nuove informazioni e nuovi strumenti di ricerca.

Spesso ricordo a me stesso che quando lavoravo alla mia tesi di laurea mi prenotavo in biblioteca per navigare in internet un'ora al giorno.

Ora non ho più scuse.

Spero che altri possano e vogliano darmi una mano in questo lavoro di ricostruzione e di custodia della memoria storica del nostro paese. Ho indicato due obiettivi di indagine per circoscrivere il campo e per concentrare il mio sforzo e quello di chi vorrà lavorare con me.

Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione che riserverete a queste pagine.

G.V.