Venticinque anni fa, il 20 luglio 2000, veniva promulgata la
Legge n. 211, che istituiva il Giorno della Memoria.
Questa ricorrenza, che si celebra ogni 27 gennaio, è nata con
l’obiettivo di ricordare la Shoah (lo sterminio del popolo ebraico);
ricordare le leggi razziali e la persecuzione italiana contro i cittadini ebrei;
commemorare gli italiani deportati, imprigionati e uccisi nei campi nazisti, inclusi i deportati militari e politici;
![]() |
Padova, Museo Nazionale dell'Internamento |
onorare coloro che, anche in contesti e schieramenti diversi, si opposero al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, salvarono perseguitati e innocenti.
![]() |
Padova, Giardino dei Giusti del Mondo |
La legge promuove l’organizzazione di cerimonie, iniziative e momenti di riflessione pubblica, in particolare all’interno delle scuole di ogni ordine e grado.
La legge dedicata agli internati italiani
Il 13 gennaio 2025 è stata promulgata la Legge 6/2025, che istituisce la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, da celebrarsi ogni anno il 20 settembre.
La scelta della data non è casuale: il 20 settembre 1943 Adolf Hitler decise di privare i militari italiani catturati dello status di prigionieri di guerra, classificandoli come Internati Militari Italiani (IMI). Questo significò l’esclusione dalle tutele previste dalle convenzioni internazionali e l’inizio di una prigionia durissima e a volte anche letale.
La legge si propone di conservare e valorizzare la memoria di quanti, dopo l’8 settembre 1943, rifiutarono di collaborare con le forze tedesche e la Repubblica Sociale Italiana, venendo deportati nei campi nazisti. Questo rifiuto collettivo è stato definito un “plebiscito antifascista”, una forma di resistenza non armata.
Il 13 gennaio 2025 è stata promulgata la Legge 6/2025, che istituisce la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, da celebrarsi ogni anno il 20 settembre.
La scelta della data non è casuale: il 20 settembre 1943 Adolf Hitler decise di privare i militari italiani catturati dello status di prigionieri di guerra, classificandoli come Internati Militari Italiani (IMI). Questo significò l’esclusione dalle tutele previste dalle convenzioni internazionali e l’inizio di una prigionia durissima e a volte anche letale.
La legge si propone di conservare e valorizzare la memoria di quanti, dopo l’8 settembre 1943, rifiutarono di collaborare con le forze tedesche e la Repubblica Sociale Italiana, venendo deportati nei campi nazisti. Questo rifiuto collettivo è stato definito un “plebiscito antifascista”, una forma di resistenza non armata.
![]() |
Padova, Museo Nazionale dell'Internamento |
Altri obiettivi della legge sono quelli di riconoscere il valore morale e civile della
loro scelta e di ricordare anche i militari italiani uccisi per essersi
rifiutati di combattere a fianco dei nazisti, con riferimento, tra gli altri,
all’eccidio di Cefalonia.
La Giornata degli Internati è esplicitamente definita "complementare" rispetto al Giorno della Memoria (27 gennaio) e alla Festa della Liberazione (25 aprile), a conferma che la memoria della Resistenza è unica e indivisibile.
Per attuare questi obiettivi, la legge prevede cerimonie, iniziative e manifestazioni commemorative su tutto il territorio nazionale; il coinvolgimento di pubbliche amministrazioni, istituzioni scolastiche e universitarie; l’incentivazione del conferimento di medaglie d’onore; la deposizione di una corona commemorativa presso l’Altare della Patria a Roma, per sottolineare il carattere nazionale della ricorrenza; il coinvolgimento attivo di associazioni combattentistiche e d’arma.
La Giornata degli Internati è esplicitamente definita "complementare" rispetto al Giorno della Memoria (27 gennaio) e alla Festa della Liberazione (25 aprile), a conferma che la memoria della Resistenza è unica e indivisibile.
Per attuare questi obiettivi, la legge prevede cerimonie, iniziative e manifestazioni commemorative su tutto il territorio nazionale; il coinvolgimento di pubbliche amministrazioni, istituzioni scolastiche e universitarie; l’incentivazione del conferimento di medaglie d’onore; la deposizione di una corona commemorativa presso l’Altare della Patria a Roma, per sottolineare il carattere nazionale della ricorrenza; il coinvolgimento attivo di associazioni combattentistiche e d’arma.
![]() |
Padova, Museo Nazionale dell'Internamento |
La legge è stata approvata in Parlamento con un pieno consenso trasversale, a testimonianza di una unità nazionale nel riconoscere e valorizzare questa memoria.
Un confronto tra le due leggi
Entrambe le leggi condividono l’obiettivo di trasmettere la memoria dei tragici eventi del Novecento alle nuove generazioni. Tuttavia, si differenziano per ambito specifico, data di commemorazione e finalità: il Giorno della Memoria guarda all’insieme delle vittime e delle responsabilità del nazifascismo in Europa mentre la Giornata degli Internati Militari Italiani riconosce in modo specifico il sacrificio di migliaia di soldati italiani che, con il loro “no” non armato, pagarono con la prigionia, la sofferenza o la vita il rifiuto di aderire al nazifascismo. Una forma di resistenza civile e morale ancora troppo poco conosciuta e riconosciuta.
Entrambe le leggi condividono l’obiettivo di trasmettere la memoria dei tragici eventi del Novecento alle nuove generazioni. Tuttavia, si differenziano per ambito specifico, data di commemorazione e finalità: il Giorno della Memoria guarda all’insieme delle vittime e delle responsabilità del nazifascismo in Europa mentre la Giornata degli Internati Militari Italiani riconosce in modo specifico il sacrificio di migliaia di soldati italiani che, con il loro “no” non armato, pagarono con la prigionia, la sofferenza o la vita il rifiuto di aderire al nazifascismo. Una forma di resistenza civile e morale ancora troppo poco conosciuta e riconosciuta.
Ci occuperemo ancora della Legge 6 del 13 gennaio 2025, presentandone l'iter parlamentare e analizzandone gli articoli.
Due leggi, due date, due memorie che si intrecciano e diventano occasioni per riflettere.
Le foto di Auschwitz-Birkenau sono di Beatrice Colotto, che ringraziamo per la preziosa collaborazione.
G.V.