21 settembre 2023

RAFFAELE, CADUTO NEL GIORNO DELLA VITTORIA

Morire nel giorno della vittoria.

Il 4 novembre 1918 a Valva suonano le campane a distesa, per celebrare la fine di una guerra che si è portata via circa quaranta giovani.

Uno di questi cade in combattimento proprio nel giorno di festa; è festa in Italia, ma il cannone risuona ancora sui campi di Francia.

Raffaele Spiotta nasce a Valva il 29 ottobre 1890, da Michele e Nicolina Cozza. Due anni dopo nasce suo fratello Umberto.

Raffaele ha il nome della nonna materna; suo padre Michele è nato il 24 marzo 1861: una settimana dopo la proclamazione del Regno d'Italia. Il fratello di Raffaele ha il nome del Re d'Italia Umberto I (che regna dal 1878 al 1900), ma nei documenti americani sarà chiamato quasi sempre Albert.

I due fratelli emigrano negli Stati Uniti e si stabiliscono a Torrington, nel Connectictut.

Raffaele si arruola il 27 maggio 1918, nella 1 Company 153 Dep Brig fino al 22 giugno, poi nella Company B, 315 Infantry (Fanteria).

Dopo l'addestramento a Camp Meade, si imbarca dal porto di Hoboken (New Jork)  il 9 luglio 1918, diretto in Francia.

La compagnia B a Camp Meade, in:
The official history of the 315th. Infantry USA (pag. 166)

Ecco come un suo commilitone racconta quei giorni:

Verso il 25 giugno ricevemmo la notizia che saremmo partiti per l'oltreoceano a breve, quindi da quel momento in poi fu un gran trambusto per preparare le attrezzature e fare tutte le ultime preparazioni. Salimmo a bordo del treno il pomeriggio del 7 luglio, diretto a Hoboken, e la mattina successiva ci trovavamo a Jersey City. Lì ci stiparono su traghetti e ci portarono a Hoboken, dove salimmo a bordo dell'USS America. Nel pomeriggio del 9 luglio uscimmo lentamente dal porto e, al ritmo di "Addio Broadway, Ciao Francia" suonato dalla banda, salutammo gli Stati Uniti d'America. Durante il viaggio, tutti noi, istintivamente, tenevamo gli occhi fissi sull'acqua, cercando i tanto temuti sommergibili, ma finalmente il 18 luglio arrivammo senza incidenti nel bellissimo porto di Brest. Sbarcammo quella sera e ci dissero che avremmo dovuto andare in un campo di riposo per qualche giorno. Dopo una lunga marcia arrivammo al nostro campo di riposo dopo il tramonto. (Chi ha detto "campo di riposo"?).

Questi i suoi ricordi sui primi giorni in Francia:

Il 21 luglio lasciammo Brest e, dopo un viaggio di tre giorni attraverso la Francia nella famosa "side-door Pullman" - sai, "40 Hommes-8 Chevaux" - arrivammo a Vaux, Haute Marne. Da lì, facemmo una marcia fino al villaggio di Courcelles, a sei chilometri di distanza, dove venimmo "alloggiati", all'epoca un'esperienza nuova per noi, ma ora ben compresa. Oh! Come avremmo potuto mai lamentarci delle condizioni a Camp Meade? Erano il Paradiso rispetto alle stalle in Francia. Ma quello era allora, in seguito sarebbe arrivato il momento in cui qualsiasi tipo di riparo sarebbe stato il benvenuto.  
in: The official history of the 315th. Infantry USA (pag. 166) 

Una cucina da campo della Compagnia B in: 
The official history of the 315th. Infantry USA (pag. 169)

In Francia Raffaele combatte a Montfaucon, Meuse Valley, Verdun; risulta "killed in action" il  4 novembre 1918, una settimana esatta prima della fine del conflitto.

Ecco un sintetico racconto di quella giornata, che troviamo nella The official history of the 315th. Infantry USA (dalla quale abbiamo tratto anche i brani precedenti):

La mattina del 4 novembre, dopo aver inviato piccole pattuglie di ricognizione, la Seconda Sezione, coprendo il lato sinistro del nostro settore e il lato destro del 316° Fanteria, ha iniziato ad avanzare ma è stata fermata da un così pesante fuoco di mitragliatrice nemico che ha subito ventitré feriti avanzando di circa 75 metri.                                                    in: The official history of the 315th. Infantry USA (pag. 169)

Morire mentre in Italia si festeggia la fine della guerra, morire mentre la propria compagnia avanza di 75 metri: anche se la guerra sta finendo anche nel resto d'Europa, ha ancora i caratteri della guerra di logoramento che in Francia ha avuto fin dall'estate del 1914.

La Company B in Lorena, in: 
The official history of the 315th. Infantry USA
 (pag. 174)

La notizia della morte di Raffaele è comunicata a suo fratello "Albert", che vive a Torrington allo stesso indirizzo (58 Colt Avenue).

Nelle scheda di registrazione compilata all'atto dell'arruolamento, Raffaele scriveva di aver manifestato l'intenzione di ottenere la cittadinanza americana:

fonte

Raffaele riposa nell'Old Saint Francis Cemetery di Torrington. 

Ecco la lapide che la città ha dedicato ai suoi uomini morti "per la causa della giustizia e dell'umanità", nella quale compare il suo nome:

Il nome di Raffaele Spiotta è evidenziato in bianco; fonte

"Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici", è la frase evangelica in basso.

Un'altra lapide ricorda i servigi degli eroici volontari e gli uomini e le donne di Torrington che si sono sacrificati in guerra, senza fini egoistici, affinché i principi della giustizia si affermassero in tutto il mondo. Gli uomini di Torrington, ricorda l'epigrafe, combatterono sui campi di battaglia d'Europa, inclusi i seguenti: Settore difensivo, Champagne, Aisne, Marne, Meuse, St. Mihiel, Argonne. Ecco la conclusione"Per una giusta causa hanno guadagnato gloria immortale e hanno servito nobilmente la loro nazione servendo l'umanità".

Torneremo sulla storia di Raffaele, perché il suo nome sarà dato a un nipote valvese, che troverà la morte durante la Seconda guerra mondiale, in Russia: Raffaele Cuozzo. In particolare, cercheremo di raccontare la vicenda dal punto di osservazione della signora Nicolina Cozza, madre del soldato morto in Francia con l'esercito statunitense e nonna di quello morto in Russia con la divisa italiana. Forse un esempio di globalizzazione ante litteram; più semplicemente, un dolore che si rinnova nel cuore di una donna.

The documents were consulted on www.ancestry.com

Post scriptum

La traduzione dei brani tratti dalla The official history of the 315th. Infantry USA  è opera di un assistente Ai di OpenAI, quella dell'epigrafe -di cui è stata riportata una parafrasi- è stata fatta da Filippo Vuocolo.

Alla vicenda del soldato Raffaele Cuozzo, il nostro blog ha dedicato i seguenti post:


G.V.