Un tratto di lapis blu sul foglio matricolare e l'aggiunta, secca e definitiva: morto.
Archivio di Stato di Salerno, Fogli matricolari 1893 |
Lago di Doberdò; foto tratta dal sito del comune di Doberdò del Lago-Doberdob |
Allora l'aggiunta mi sembra avere una involontaria ma sinistra ironia; certo, mi spiegano che il riconoscimento serviva alla famiglia, ma questo non addolcisce l'amaro dell'impressione che questa morte porta con sé. Se penso che il nome di Giuseppe Del Buono manca nella banca dati del Ministero e che il suo cognome non esiste più nel suo paese, mi viene da pensare come Ungaretti: forse solo io so che visse.
Non voglio che sia così e allora ritengo doveroso tentare di ricostruirne la storia, partendo da quel foglio sfregiato.
Giuseppe è biondo, di colorito roseo e ha una cicatrice. È un contadino, non sa leggere né scrivere. Di lui ci è giunto il nome della madre, Nicolina, che lo ha messo al mondo nell'aprile 1893.
Alla vigilia del suo ventesimo compleanno, è lasciato in congedo illimitato, ma è richiamato alle armi il 22 maggio 1915, alla vigilia della dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria.
Giunge in territorio dichiarato stato di guerra l'11 agosto 1915 e successivamente raggiunge il deposito rifornimento uomini del 2° Reggimento Fanteria, il 28 agosto.
A settembre è assegnato al 145 Reggimento Fanteria mobilitato e vi giunge il 19.
Esattamente un anno dopo, il 28 settembre 1916 muore in combattimento.
Cerchiamo di ricostruire i movimenti del 145 Reggimento in questi mesi.
Il 145 e il 146 Reggimento Fanteria costituiscono la Brigata Catania.
Nei primi mesi del 1916 la brigata è dislocata nella zona carnica. Viene poi inviata a Palmanova sotto il comando della 19.ma Divisione. I due reggimenti che costituiscono la Catania vengono divisi: il 145 nel Vicentino e il 146 tra Corte di Zané e Monte Summano.
A fine giugno la brigata è incaricata della difesa della Val d'Astico e tenta di conquistare l'Altipiano di Tonezza, senza successo.
A metà luglio viene sostituita e sosta a riposo nel Vicentino. Successivamente si sposta in Trentino e subisce un periodo di riordino.
A metà settembre viene trasferita a Begliana dove il 17 agosto il 145° è nuovamente operativo sul Debeli, agli ordini della 16.ma Divisione.
Nel mese di ottobre la brigata compie azioni per conquistare Quota 144, ma subisce pesanti perdite.
Nel periodo che va dal 17 settembre all'8 novembre ("azioni per l'occupazione di Quota 144") il 145° Reggimento perde 208 uomini della truppa e 20 ufficiali, i dispersi saranno 153.
Quota 44
Il 16 settembre 1916, nel corso della Settima battaglia dell'Isonzo, la Brigata Cremona e i bersaglieri del Genova Cavalleria conquistano Quota 144. Pur difendendo la vetta nei giorni successivi, non riescono a sfruttare il successo per proseguire nell'offensiva. Gli austriaci predispongono mitragliatrici, linee di reticolati, camminamenti scavati nella roccia e riescono a resistere fino al maggio 1917 quando, con la Decima battaglia dell'Isonzo, gli italiani riusciranno a muovere la linea.
fonte |
Fanti a riposo, magri come Cristi nelle vecchie sacrestie
Ecco come L. Bartolini rievoca i giorni di "Quota 144":
Bisognava vederli i soldati che tornavano da quota 144! Se uno avesse fatto una raccolta di Cristi, i più magri che gli antiquari vanno a scovare per le vecchie sacrestie...e li avesse vestiti di sbrindellato grigio verde, sporco di terra rossastra, avrebbe resa, al vero, la scena dei fanti a riposo.
Tre valvesi
Nel 45°Reggimento, Giuseppe ha avuto almeno due compaesani, uno dei quali suo superiore: i fratelli Anacleto ed Edoardo. Anacleto è sottotenente e muore nel luglio di quell'anno, durante il tentativo di conquistare la vetta del monte Tonezza; Edoardo morirà a Valva di malattia, nel novembre 1918, poche settimane dopo la fine della guerra. Alla loro vicenda abbiamo dedicato due post:
👉Il petto contro un plotone di nemici: la morte di Anacleto, medaglia d'argento
👉Se solo poteste vincere il fato, sarete due Marcelli
G.V.