Continua la nostra analisi delle conseguenze dell'8settembre 1943; in questo post ci occupiamo delle vicende dei soldati italiani, e valvesi, di stanza in Jugoslavia.
Nella foto dell'Istituto Luce, una postazione di guardia in una zona di confine (probabilmente tra Italia e Regno di Jugoslavia); fonte |
L'Italia in Jugoslavia
L'Italia dichiara guerra alla Grecia nell'ottobre 1940 ma nella prima fase è in difficoltà; si rende decisivo l'intervento dell'alleato tedesco: con l'operazione "Castigo", nell' aprile 1941 la Germania attacca Grecia e Jugoslavia.
I tedeschi bombardano Belgrado, avanzano in Croazia e Serba, occupano la Grecia.
L'esercito italiano avanza verso Lubiana, ma la maggior parte delle città della Dalmazia e del Montenegro conquistate dall'Italia lo saranno solo dopo la resa jugoslava.
Come si vede nella cartina, l'Italia controlla la Slovenia meridionale, la fascia costiera adriatica, il Kosovo, il Montenegro e alcune zone della Macedonia.
La cartina è tratta dal sito www.valigiablu.it; fonte |
Dopo l'8 settembre in Jugoslavia
I soldati italiani in Jugoslavia apprendono alla radio la notizia dell'armistizio.
Quando il 9 settembre mattina arrivano gli ordini, c'è un'espressione decisiva: "senza spargimento di sangue". Altre direttive nei giorni successivi confermano.
La vicenda più tragica che riguarda i soldati in Jugoslavia è quella della divisione di fanteria Bergamo: 1500 soldati si uniscono ai partigiani jugoslavi, sia per evitare di essere catturati dai tedeschi sia per poter mangiare.
Quando i tedeschi conquistano Spalato, cominciano rastrellamenti e rappresaglie.
Stiamo verificando un'ipotesi: il soldato valvese Angelantonio Marciello, catturato il 12 settembre e deportato militare in Germania, risulta catturato sul fronte greco. In realtà, essendo arruolato nel 26.mo Reggimento fanteria, quello chiamato Bergamo, è possibile che il fronte sia proprio quello jugoslavo.
In Croazia, il 9 settembre risulta catturato Giovanni Falcone, arruolato nel 52.mo Reggimento fanteria a Spoleto. Il reggimento è impiegato in operazioni di polizia: presidio e controguerriglia. Dopo l'8 settembre, si scioglie nella zona di Lubiana.
Giovanni Falcone sarà prigioniero nello Stalag IX-C, con quartier generale vicino a Bad Sulza (in Turingia) e molti sottocampi.
Il 9 settembre viene catturato anche un altro soldato valvese: Pasquale Volturo.
Già nell'aprile 1941 ha partecipato alle operazioni di guerra alla frontiera italo-jugoslava; è arruolato nel 23.mo settore di copertura della Guardia di Frontiera, con il quale prenderà parte ad altre operazioni di guerra nei Balcani, per quasi due anni (fino all'8 settembre 1943).
Non sappiamo dove sia avvenuto l'arresto; sappiamo che il suo settore di copertura interessava una zona dell'attuale Slovenia.
Pasquale Volturo sarà prigioniero a Dachau.