Caduto nella Grande Guerra, il suo nome rivive in un nipote scomparso nel terremoto del 1980 e in un altro nato in America.
Ha tre fratelli più grandi: Salvatore (classe 1884), Prospero (classe 1886) e Serafino (classe 1888).
Gli Spatola sono una famiglia di fabbri e maniscalchi; Vincenzo alla visita militare dichiara però di essere sarto.
Una curiosità: dal 1844 al 1913, nei registri delle liste di leva conservati all'Archivio di Stato di Salerno risultano nove soldati con il cognome Spatola nati a Valva; di otto di loro è indicata la professione e ben cinque sono fabbri ferrai o maniscalchi.
L'anno seguente lo troviamo tamburino nello stesso reggimento.
In questo scontro in Cirenaica, il Regio Esercito italiano affronta i guerriglieri senussi (una confraternita islamica organizzata militarmente). Una colonna di italiani cade in un'imboscata e viene accerchiata; Vincenzo è uno dei 105 soldati italiani feriti. Tra morti e dispersi, le perdite italiane sono di circa 100 uomini.
Il contesto storico e militare
La guerra italo-turca (1911–1912) fu un conflitto tra il Regno d’Italia e l’Impero Ottomano, volto alla conquista della Tripolitania e della Cirenaica, allora territori ottomani. Dopo la dichiarazione di guerra, il 29 settembre 1911, l’Italia occupò rapidamente le zone costiere. Il conflitto si concluse con il Trattato di Losanna (18 ottobre 1912), che sancì la cessione formale dei territori all’Italia.
Questa guerra segnò l’inizio della più lunga e complessa Campagna di Libia (1912–1931), nella quale l’Italia cercò di consolidare il proprio dominio, incontrando però una forte resistenza, soprattutto in Cirenaica, da parte dei Senussi. Il conflitto si sviluppò in forme di guerriglia, insurrezioni e repressioni, fino alla conquista definitiva dell’entroterra. La campagna si concluse con l’impiccagione di Omar al-Mukhtar nel 1931, simbolo della resistenza libica.
Vincenzo giunge nuovamente alle armi in un giorno fortemente significativo per la storia italiana: il 24 maggio 1915. È assegnato al 65° Reggimento Fanteria. Poco più di un anno dopo, nel giugno 1916, risulta inquadrato nel 18° Reggimento Fanteria, parte della Brigata Acqui.
L’11 agosto 1916, mentre infuria la battaglia per quella posizione strategica, Vincenzo risulta disperso. Non è certo che il suo reggimento fosse direttamente coinvolto nell’attacco principale a Santa Caterina, ma è probabile che si trovasse nei pressi, impegnato in manovre di rinforzo, pattugliamento o supporto.
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Colonna di fanteria italiana in marcia verso il vallone del Carso; fonte |
Santa Caterina
Durante la Sesta battaglia dell’Isonzo, l’esercito italiano attacca la collina di Santa Caterina, vicino a Gorizia, fortemente difesa da truppe austro-ungariche. L’offensiva è condotta dalla 45ª Divisione italiana ma, nonostante vari tentativi e un fuoco preparatorio, tutti gli attacchi vengono respinti.
L’operazione fa parte del tentativo italiano di consolidare le posizioni attorno a Gorizia, conquistata pochi giorni prima (9 agosto 1916), puntando a superare le fortificazioni a est, tra cui Santa Caterina e San Gabriele. La battaglia evidenzia le grandi difficoltà nel superare difese ben organizzate, anche dopo un avanzamento.
È leggendaria, anche se poco verificabile, la testimonianza di mitraglieri austro-ungarici “incatenati” alle loro armi, riportata nei resoconti della Brigata Benevento.
L'Isonzo con sullo sfondo Gorizia; fonte
Il nome del soldato caduto rivivrà in uno dei figli di suo fratello Serafino: nato nel 1923, Vincenzo Spatola sposerà la cugina del soldato americano Henry Porcelli (alla storia del quale abbiamo dedicato diversi post).
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Adriano, Michele e Vicenzo Spatola; fonte |
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Michele Spaola e suo figlio Serafino; fonte |
Dalla polvere del deserto libico, al fango delle trincee, poi alla polvere delle strade americane attraversate a gran velocità dal progresso, fino a quella delle macerie di una domenica sera di novembre: il nome Vincenzo Spatola sembra segnare le tappe di un destino che si ripete.
Approfondimenti
Abbiamo già parlato di Vincenzo Spatola e Maria D'Amato in questo post:
👉Storie come strade
Ecco i post dedicati alla storia di Henry Porcelli:
👉Dopo lo sbarco a Salerno un soldato americano visita la nonna a Valva
👉Sulle tracce del soldato Porcelli
👉Il suo nome era Henry Porcelli
👉Storie come strade
👉La storia di Henry diventa un fumetto
👉L'aviatore valvese che spiccò l'ultimo volo dal Colorado
👉I valvesi alla guerra in Africa
👉Due soldati valvesi sul bel suol d'amore