La sua pagella di terza elementare è diventata un cimelio che i nipoti custodiscono con cura e orgoglio ed è un documento che ci restituisce l'immagine di una scuola inserita all'interno della struttura educativa del regime fascista, con il logo dell'Opera Nazionale Balilla laddove prima c'era lo stemma del Regno d'Italia.
fonte: Gozlinus |
Ma Raffaele Cuozzo non ha avuto la possibilità di mostrarla ai figli e ai nipoti, perché non è mai tornato dalla Russia. "Disperso nel fatto d'arme del Don" il 23 gennaio 1943, come riporta freddamente il suo foglio matricolare. Non aveva ancora compiuto 21 anni.
Quando ne aveva nove, andava a scuola in Piazza Castello, dal maestro Antonio Cappetta; era l'anno scolastico 1930-1931, Raffaele frequentava la terza elementare.
Non sappiamo se anche il piccolo Raffaele è in questo gruppo di studenti, che posano insieme a don Antonio Cappetta e ad Antonio Masi (che sarà podestà di Valva dal 1935 al 1939):
Valva, Villa d'Ayala-Valva; Antonio Masi è l'adulto a sinistra, don Antonio Cappetta a destra; al centro, probabilmente una maestra; fonte |
Si notino lo spazio per il numero della tessera dell'Opera Nazionale Balilla, l'indicazione dell'anno dell'Era Fascista e il richiamo all'ONB:
Leggiamo nell'Enciclopedia Treccani, a proposito dell'Opera Nazionale Balilla:
Istituzione fascista per l'assistenza e l'educazione fisica e morale dei giovani; raccoglieva i ragazzi dagli 8 ai 14 anni (detti Balilla), i giovani dai 14 anni compiuti ai 18 (gli Avanguardisti) e le Piccole e le Giovani italiane. Eretta in ente morale (legge 3 apr. 1926), fu sottoposta, in un primo tempo, alla vigilanza del capo del governo, e dal 1929 alle dipendenze del ministero dell'Educazione nazionale; nel 1937 fu assorbita nella Gioventù italiana del littorio.
Le materie ancora non rimandano chiaramente al regime fascista, ma da lì a qualche anno l'insegnamento di "nozioni varie" aggiungerà la dizione "e cultura fascista", mentre "storia" diventerà "storia e cultura fascista".
Nonostante il rigore dei metodi educativi del tempo, possiamo immaginare che per Raffaele quella sia stata una pagina felice della sua breve esistenza.
Il tempo passa veloce, come attratto dal buco nero della guerra.
Nell'ottobre 1942, Raffaele arriva in Russia, con la Divisione Vicenza.
Aver imparato a scrivere gli servirà per inviare lettere a casa, dal fronte di guerra russo.
Non gli servirà però a evitare di essere uno dei tanti dispersi durante la tragica ritirata italiana: dopo dieci giorni di ritirata e alla fine della battaglia decisiva per uscire dalla sacca del Don -quella di Nikolaevka- i morti o dispersi italiani saranno 43mila.
Raffaele portava il nome di uno zio morto nella Grande Guerra combattendo con l'esercito americano; abbiamo raccontato la sua storia di emigrazione e di guerra nel post 👉Raffaele, caduto nel giorno della vittoria. Alla mamma di quest'ultimo -e nonna del soldato disperso in Russia- abbiamo dedicato il post 👉Nicolina e la guerra.
A Raffaele Cuozzo abbiamo dedicato i seguenti post:
👉Raffaele, che non è mai tornato dalla Russia
👉Una lettera dal fronte russo
👉Mio carissimo padre
Nella lettera spedita dal fronte russo nel dicembre 1942 (pubblicata sul nostro blog) il giovane soldato manda i saluti a "nonna Nicolina".
[...] ora non mi prolungo vi saluto a tutti zio Ernesto zia Maria zia comara Ermelinda sorelle fratelli e in particolare la nonna Nicolina e voi genitori vi abbraccio e vi bacio vostro affezionatissimo figlio Cuozzo Raffaele.